ROMA ED IL M0ND0
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Guardando le cose con semplice occhio umano, io rispondo francamente di no. Ma Dio nella sua misericordia ci può accordare una tregua, e sono inclinato a credere che essa verrà. Questa questione la tratterò in una delle prossime mie lettere. Ma, umana mente parlando, io dico con profondo convincimento, che non ci sarà più alcun Impero cristiano, ed ecco le mie ragioni. L'umanità, rispetto al grado d'intelligenza, si può dividere in quattro zone. La prima è quella delle barbarie. Essa comprende gli uomini che non hanno mai avuta alcuna idea del Creatore, o che ne hanno una falsa, oppure che, avendo avuto la grazia del battesimo, dimenticarono affatto i precetti del Cristianesimo, e non professano più fede alcuna, nè obbediscono ad alcuna legge morale; quale è per esempio la feccia della popolazione delle grandi città europee, non diversa per nulla dai selvaggi dell'Australia, se ne togli il raffinamento del vizio. La seconda è la zona cristiana, che il mondo chiama ignorante, perchè essa non conosce altro che ciò che è necessario alla salute eterna. - Questa ubbidisce ai precetti del cristianesimo, tutto che spesso non sappia nè leggere nè scrivere correntemente. Questa gente si trova per l'ordinario sparsa nelle campagne. La terza zona si compone di letterati, vale a dire d'uomini che acquistarono abbastanza cognizioni ed orgoglio con esse, per non ammettere più umilmente le verità rive late, ed obbedire alla semplice alle leggi morali che ne derivano. I meglio di costoro non s'occupano punto di Dio; gli altri, che sono la maggior parte, il fanno per negarne l'esistenza e gli attributi. Sta al di sopra di tutte la quarta zona; in essa gli uomini che si elevarono col proprio genio, collo studio e con le virtù sino ad avere una più viva intuizione della grandezza dell'Onnipotente, un più profondo rispetto della legge morale, una più vasta conoscenza del vero che gli altri uomini comunemente non abbiano, Ora le nuove istituzioni politiche, che tutta Europa va via via abbracciando, oltre ai difetti teorici che ho già segnalati, hanno quest'altro difetto pratico, che lasciano alla prima ed alla terza zona sopra indicate una grande preponderanza, che dico? la direzione su prema degli affari dello Stato. È la terza zona che trionfa nei Parlamenti. Essa ha quasi tutti i giornali nelle sue mani, essa regge l'opinione pubblica a suo talento, essa crea i ministri. Ed è la prima zona che trionfa per le piazze colla sommossa e la rivoluzione. Non è questo lo spettacolo che ci presenta l'Europa nel nostro secolo? Principi malvagi e governi tristi ve n'ebbero in ogni tempo; ma egli è specialmente in questo secolo che, grazie alle novelle istituzioni sociali, il male è penetrato dappertutto. Non si tratta più qui d'una malattia acuta che scoppia qua e là in qualche Stato, ma d'una malattia cronica, che affligge l'intera società. Dinanzi a questo spettacolo non v'ha osservatore imparziale che non si senta invaso da lugubri presentimenti, quand'anche ei non voglia tener conto di quanto fu rivelato in torno al futuro destino del mondo. Per noi poi, per noi che abbiamo la fortuna di possedere queste rivelazioni, la nostra indifferenza è davvero imperdonabile.
Il primo effetto che nasce dall'applicazione delle istituzioni moderne è d'obbligare i governi a disfare tutto ciò che fece e fa tutt'ora la Chiesa. Ora costoro che distruggono quel che ha fatto la Chiesa fondata da Gesù Cristo, e da lui assicurata della sua esistenza fino alla fine dei secoli, per chi lavorano essi? Date uno sguardo intorno a voi, o signore, e vedete quanta parte della terra si è sottoposta a questo lavoro, quanta gente vi mette la mano, e poi maravigliatevi ancora ch'io parli dell'Anticristo. Grazie alle istituzioni moderne l'apostasia è per ogni dove, e domina tutto. Coteste istituzioni mettono per principio fondamentale, che l'autorità non viene da Dio, ma dagli uomini; ed è questo appunto il segno che ci lasciò S. Ireneo per conoscere l'apostasia. In fatti questo santo padre nel suo libro contro le eresie, dice che il demonio ha sempre cercato di persuadere agli uomini che l'autorità non viene da Dio; ma soggiunge che una dottrina così poco ragionevole non sarà accolta dagli uomini che all'avvicinarsi della venuta dell'Anticristo. « La Chiesa e lo Stato sono di fatto separati, come dice l'Univers, 11 luglio 1868. « Lo Stato è laico, o giusta l'espressione del signor Guizot; esso « è libero, giusta l'espressione del conte di Cavour: due modi di dire ipocriti che involgono la confessione che lo Stato, la testa della società, non ha e non vuole più avere culto veruno. Ed anche questa è un'ipocrisia fatta per coprire una cosa più formidabile e più contraria all'umanità, la negazione di Dio. » Sono queste davvero le prime pennellate del ritratto del nostro secolo; ma il quadro non è finito; ascoltate ancora per poco:
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di J. E. DE CAMILLE
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