MIRACOLI DI SAN GIUSEPPE
Nella notte del 2 gennaio del 1885, un anziano si presentò alla porta di un sacerdote per chiedergli di recarsi da una donna agonizzante. Il sacerdote seguì lo sconosciuto. La notte era molto fredda ma l’anziano pareva non rendersene conto. Camminava davanti e diceva al sacerdote per tranquillizzarlo, dato che la zona era malfamata: Lo aspetterò alla porta.
Questa, dove si fermò, era proprio uno dei più miserabili usci del quartiere... Quando il prete raggiuse la moribonda udì che si lamentava dicendo tra i gemiti:
Un sacerdote! Un sacerdote! Sto per morire senza sacerdote! Figlia mia, io sono sacerdote. Un anziano mi ha avvertito di venire.
L’inferma gli confessò i peccati di una lunga vita ed il sacerdote le chiese se per caso avesse mai osservato qualche pratica devozionale.
Nessuna, rispose, tranne una preghiera che recitavo tutti i giorni a san Giuseppe per ottenere una buona morte.
La donna dopo la confessione ricevette la comunione e l’unzione degli infermi e rimase molto rincuorata. Quando il sacerdote raggiunse la porta per uscire, non vi trovò nessuno. Ma riflettendo sul fatto di quella notte e sul mistero di consolazione che aveva esercitato, sentì nascere nel suo cuore la convinzione che l’anziano caritatevole non fosse altri che il glorioso e misericordioso san Giuseppe, patrono della buona morte 58 .
- Il 2 novembre 1853, una giovane , ispirata da Dio, concepì l’idea di fondare una Congregazione per aiutare le anime del purgatorio. Si consultò col santo curato d’Ars, che la consigliò e l’aiutò nell’Opera. La fondatrice, molto devota a san Giuseppe, gli promise che se quest’ultima fosse arrivata a compimento, la prima casa sarebbe stata a lui dedicata. E l’Opera si realizzò e prese il nome di Ausiliatrici delle anime del purgatorio.
Il giorno successivo all’acquisto di una casa a Parigi per iniziare l’Opera, uno sconosciuto, che non sapeva nulla, fece loro il regalo di una statua di san Giuseppe, come se lo stesso san Giuseppe avesse voluto rendersi presente e dichiararsi protettore dell’opera 59 .
Maria Repetto era nata nel 1807 a Voltaggio, a nord di Genova. A 22 anni entra nel convento delle Figlie di Nostra Signora del Rifugio a Bisagno. Essendo di salute precaria, la impiegano nel cucito; poi passa all’infermeria e alla fine in portineria. Da portinaia, manifesta una grande devozione san Giuseppe. Ai visitatori consiglia di ricorrere allo sposo di Maria. Se qualcuno viene a chiedere consigli o aiuto, gli dice di attendere un momento e va’ a pregare davanti all’immagine di san Giuseppe nel corridoio adiacente. Dopo un attimo ritorna e dà la risposta adeguata.
In un’occasione una signora le chiede preghiere perché suo marito è diventato cieco. La religiosa le consiglia di pregare san Giuseppe e poi lei stessa si raccoglie in preghiera davanti all’immagine del santo. Il giorno seguente la signora torna e racconta che suo marito ha recuperato la vista. Suor Maria, grande devota di san Giuseppe, venne beatificata da Giovanni Paolo II nel 1998.
Nella città di Saint Louis negli Stati Uniti, nel 1866 , ci fu un’epidemia di colera che uccise per due mesi circa 280 persone al giorno. Nella parrocchia di san Giuseppe il parroco e superiore della comunità dei Gesuiti, padre Joseph Weber, invitò i suoi fedeli a fare un patto con Dio per costruire un monumento a san Giuseppe, il patrono della parrocchia, se fossero cessate le morti. A partire dal giorno in cui fecero la solenne promessa a Dio tramite san Giuseppe, finirono i decessi in parrocchia, che prima ammontavano a circa 25 al giorno.
Nessuna persona delle famiglie che avevano fatto il patto morì. La cosa venne considerata un miracolo. E mantennero la promessa. Costruirono un magnifico altare nel presbiterio della chiesa, l’altare principale, che esiste ancor oggi e che, da allora, viene chiamato l’altare delle risposte (alle preghiere). Questo miracolo venne registrato come un fatto autentico nei documenti della parrocchia nell’anno 1866, a Gloria di san Giuseppe 60 .
P. ÁNGEL PEÑA
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