sabato 15 gennaio 2022

CHIAMAMI PADRE

 


LE TRE PARABOLE DELLA PREGHIERA

 

1. L'amico importuno (cf. Le lì, 5-13), che insegna 1' insistenza con cui dobbiamo pregare. A chi prega così il Padre assicura di dare "tutto ciò di cui ha bisogno", e specialmente "il dono dello Spirito Santo".

2. La vedova importuna, che insegna la pazienza della fede, anche quando essa sembra inascoltata e inutile (cf. Le 18, 1-8).

3. Il fariseo e il pubblicano, che insegna l'umiltà del cuore, che spesso porta l'orante a dire semplicemente: "O Dio, abbi pietà di me" (cf. Le 18, 9-14).

 

GESÙ CI ASSICURA CHE LA PREGHIERA È SEMPRE ESAUDITA

 

La parabola dell'amico importuno non ammette dubbi: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto...

Quale padre tra voi se il figlio gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe?

O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione?

Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono» (Le 11, 9-13).

Gesù ci dice sostanzialmente tre cose:

- ogni preghiera, espressa con fede, con fiducia, con perseveranza, è certamente esaudita.

- Dio, che è Padre infinitamente buono, accoglie sicuramente la preghiera dei figli: se essi, "che sono cattivi", sono sensibili alle richieste degli importuni, come non potrà esserlo Lui con i figli suoi, che Egli ama?

Egli però non sempre accorda ciò che i figli domandano: perché?

Evidentemente le richieste non sono per il loro vero bene. È certo comunque che non dà loro le cose che chiedono ma quelle che sono loro realmente necessarie.

Dice P. Pio: «se Dio ti concede la grazia richiesta, digli grazie; se non te la concede, digli ugualmente grazie: è tutto un gioco d'amore!».

 

COME CONCILIARE PREGHIERA E PROVVIDENZA?

 

Ora ci chiediamo:

- che senso ha pregare, quando tutto è stato deciso?

- qual è il compito della preghiera nello svolgimento di un disegno, che è già stato previsto dall'eternità?

a che serve pregare quando il Padre "già sa quello di cui abbiamo bisogno"?

Risposta: la preghiera non è

- un chiedere a Dio di cambiare la sua volontà nei nostri confronti;

e neppure il mezzo per informare il Padre delle nostre necessità, perché le conosce già (cf. Mt 6, 8);

  - o un alibi per dispensare dall 'agire, e per assumere un atteggiamento di passività e di distacco: «sarebbe uno scambiare la fede per superstizione».

È anzi dalla fede che si attinge la forza per compiere azioni impegnative e costruttive. Come quelle dei Santi!

La preghiera invece è:

- un chiedere al Padre l'aiuto per corrispondere con amore al suo piano provvidenziale su di noi: "sia fatta la tua volontà e non la mia" (cf. Me 14, 36);

- un uniformarci intimamente alla volontà divina; con una collaborazione rispettosa verso la sua decisione di volerci salvare e aiutare anche in dipendenza della preghiera.

Dio ha voluto far dipendere la realizzazione di determinate cose dal nostro desiderio e quindi dalla nostra preghiera.

Ed è per questo che lo Spirito Santo prega' in noi, suggerendoci ciò che è meglio chiedere per il nostro vero bene.

La preghiera diventa così una risposta alla grazia divina:

preghiamo perché Dio ci dà la grazia di pregare!

Con essa diventiamo corresponsabili del Progetto del Padre che ci vuole protagonisti liberi e attivi.

È un progetto:

- che onora Dio, e non lede i suoi diritti;

- che onora noi, che ci adeguiamo liberamente con la preghiera ai suoi voleri.

DON NOVELLO PEDERZINI


Nessun commento:

Posta un commento