domenica 23 gennaio 2022

Padre Pio di Pietrelcina, il primo Sacerdote stigmatizzato

 


L'avvocato Alberto Del Fante, bolognese, ex grado 33 della massoneria, scrisse questo libro dopo essersi convertito al confessionale di Padre Pio. 


ISTERISMO  


Che vuol dire Isterismo?  

Isterismo, è parola barbara, esotica, inspiegabile.  

Quando la scienza non sa trovare una spiegazione ad un fenomeno che esula dal suo stretto e limitato campo cognito, cosa fa? Crea un vocabolo difficile a pronunciarsi, ma più difficile ancora a capirsi.  

Arzigogola, pronuncia sentenze, sillogistica, ma non si spiega, cioè per spiegare un fenomeno inspiegabile e incomprensibile, usa termini inspiegabili e incomprensibili.  

La parola «isterismo» troppo spesso usata e abusata, dà una diagnosi (qualifica cioè secondo i sintomi) ma non una spiegazione.  

Certamente, qualche scienziato arriccerà il naso e si dirà: «ma chi è costui che sputa tali sentenze?». Risponderò subito a questo scienziato, se veramente è tale, che questa definizione la diede il dottor Von Weisl di Berlino, di religione protestante, a proposito delle stigmate di Teresa di Neumann.  

Un altro dotto tedesco, il dottor R. Reismann, disse: «io evito la parola isterico, poiché non ha un significato scientifico preciso».  

E il dotto I. Holl'nstenier, nella «Reichspost» del 25 dicembre 1926, ebbe a scrivere: «Oramai si è fatta largo l'opinione e l'hanno dichiarato anche degli esperti psichiatri e teologi, che non si può lavorare scientificamente colla parola, «isterismo» e coi sottotitoli «eccessiva sensibilità», «egocentrismo», «menzogna patologica», ecc.  

Citerò per ultimo un grande scienziato, questa volta però coll' «S» grande per davvero, scienziato a cui tutti, italiani e stranieri, debbono inchinarsi, il prof. Augusto Murri di Bologna.  

Potrei ripetere quanto sta scritto sulla tomba di Nicolò Machiavelli, in S. Croce, a Firenze:  

«Tanto nomini nullum par elogium».  

Basta almeno ... credo 

Il prof. Murri, polemizzando, in un suo meraviglioso studio che ha per titolo: «Nosologia e psicologia», cita un aforisma di Babinski, che dice: «isterico è il fenomeno, che si può produrre e si può togliere, mediante la suggestione di un’idea».  

Il Murri non è di tale idea, poiché afferma che lo scoglio a cui vengono ad urtarsi tutte queste teorie psicologiche, è costituito da sintomi isterici finora non spiegabili, mediante un puro disordine psichico e soggiunge: gli studi di questi insigni medici (cita oltre il Babinski, il Janet e il Freund) hanno illustrato certamente il meccanismo dei fenomeni psichici della nevrosi, ma sono impotenti a rendere conto di alcuni fenomeni somatici.  

Vi sono, afferma il Murri, persone «che hanno tenacissime idee auto suggestionate, senza le minime apparenze isteriche».  

Il Babinski non ha detronizzato le stigmate di Charcot, quantunque il valore diagnostico di queste persista tuttavia intero, poiché se la suggestione non le provoca che nelle isteriche, vorrà dire che chi le presenta è una isterica. Il loro valore diagnostico anzi pare aumentato, poiché il Babinski può fornire la riprova, che le stigmate sono derivate da una genesi suggestiva, facendole sparire con una autosuggestione.  

Che se ne deduce?  

Che se Charcot disse che «l'isteria è una grande simulatrice», in compenso Lasègue affermò che «una definizione sull'Isterismo non sarà possibile mai».  

Della stessa idea del Lasègue è anche il Prof. Terriem, che affermò, che le sole forze suggestive non sono sufficienti per produrre emorragie cutanee.  

I Prof. Pierre Janet, Farges, Poulain, e Dumas scrissero che è possibile il fenomeno della stigmatizzazione, ma questo non è spiegato dalla scienza e quindi non può derivare da forme isteriche.  

Per la storia è necessario che io ricordi, che un notissimo Padre, appartenente all'Ordine dei Minori, pubblicò nel 1924 collo pseudonimo di Prof. Dott. Vigo Olivieri, un libello contro Padre Pio, libello che reca offesa a tutti gli stigmatizzati ed alla Chiesa stessa, poiché affermò che il dottor Imbert Gourteyre aveva sprecato molto inchiostro sostenendo l'origine soprannaturale delle stigmate.  

Costui, cioè il Rev. Padre Agostino Gemelli, pronunciò un'altra eresia, quando volendo esaltare S. Francesco nel settimo centenario della sua nascita, affermò che l'Assisiate era il solo vero stigmatizzato, mentre in tutti gli altri, fatta riserva per la sola S. Caterina da Siena, il fenomeno delle stigmate è un prodotto di origine isterica.  

Fortunatamente il giornale «La Civiltà cattolica» nel gennaio del 1925, sostenne che quanto aveva scritto il dotto psicologo era inesatto e imprudente.  

Inesatto ed imprudente poiché la sua affermazione, che gli stigmatizzati sono degli isterici, va contro i deliberati dell'alto consesso delle Supreme Autorità della nostra Santa Chiesa, che elevò, dopo un lungo e minuzioso processo di canonizzazione più di 60 stigmatizzati sugli altari.  

Ora è inammissibile che tale Autorità abbia sbagliato; conoscendo il procedimento insospettabile con cui si arriva alla beatificazione prima e alla santità poi, è il dotto psicologo quello che ha sbagliato, pronunciando un giudizio a vanvera e antireligioso 

Se il Prof. Pierre Janet, poté, dopo lunghe e pazienti ricerche su isterici, confessare di aver atteso 22 anni senza mai essere riuscito a sorprendere nei suoi ammalati nervosi, un solo esempio di vere e sicure stigmate, se il D'Ales, ritiene che le stigmate naturali non siano mai state osservate, né sperimentalmente prodotte, come può invece affermare il contrario un dotto Padre dei minori cappuccini, lui che sopra tutto e in tutto deve vedere solamente Dio?  

Ben a ragione il prof. Murri, scienziato razionalista sì, ma anche profondo indagatore della psiche umana, Egli, che come dice nella sua prefazione, tenta di vedere le cose il più nitidamente possibile e che ammette che la medicina non può fare un passo, senza intoppare in una incertezza, pure affermando che «la tendenza dell'intelletto umano è di penetrare il più che si può nella visione delle cose», soggiunge:  

«Felix qui potuit rerum cognoscere causas».  

Il grande vegliardo, il cui giudizio è legge, dinnanzi a certi fenomeni, che neppure Lui sa spiegare, invece di azzardare cervelloticamente una ipotesi, si ferma, tace, pensa, forse volge il capo stanco, perché ha tanto pensato e studiato, verso l'alto, e intuisce che al di sopra degli uomini, al di sopra della scienza, specie se medica, che non dovrebbe essere chiamata scienza perché imperfetta, esiste un qualche cosa che è più forte, più potente, più grande di tutti... Dio.  

S. Agostino, nel «De Agone Christiano» L C. N. 25, dice:  

«Vi sono degli uomini così stolti e miseri che non credono che Dio onnipotente abbia potuto fare una cosa, perché essi non la possono fare e perché non l'hanno mai vista durante la loro vita».  

Il genio si rivela sempre anche se la nebbia lo invade, poiché Murri afferma che «per mio conto, se ci fosse davvero chi mi spiegasse razionalmente il fenomeno e non credesse gabellarmi una parola per una spiegazione, io mi dichiarerei tosto per lui e rinunzierei lietamente alla chimica. Chi dichiara come fa Gigant, che la fisica e la chimica non spiegano la psiche (nella quale negazione siamo tutti d'accordo), perché non ci rivela egli il segreto, che gli concede il privilegio di dare una spiegazione della coscienza? NOI NON SPIEGHIAMO NULLA. Il nostro modestissimo parere è puramente empirico. Sappiamo cioè, che i fenomeni normali della coscienza, coesistono coi fenomeni normali del cervello e che per converso, fenomeni cerebrali anormali si collegano con anormali condizioni della coscienza».  

Il prof. Murri non ha accennato al fenomeno, usando il termine «spirituale».  

Non era possibile che Egli, non sapendo spiegare un dato fenomeno, usasse altre parole all' infuori di quelle sempre usate.  

Il razionalista tace, non ammettendo il dogma, deve sorvolare su certi tasti, che il suo raziocinio non ammette, ma il suo silenzio è più chiaro della sua parola ... Dio ... Dio ... Tre lettere, ma tutto un poema infinito di dolcezza e di amore, tutto un inno alla vita intro e extra ispettiva, una spiegazione logica, anche per chi non ammette che il più crudo e nudo materialismo.  

Dio ... parola che tutti pronunciamo prima di morire, poiché il timore dell'al di là ci prende, che pronunciarono tanti Grandi, e che forse pronunciò pure anche il Carducci prima di morire, pur essendo assillato dagli amici atei e massoni a negarlo.  

Chi può imporre ad un «io» di rivolgere il pensiero prima di morire a Colui che tutto ci ha donato?  

Nessuno vede entro il nostro «io», nessuno vide quello che passò nella mente del grande Poeta, come nessuno potrà vedere quello che passerà nella mente del grande Vegliardo. Lui pure, ne son certo, prima di morire penserà a Colui, che per tanti anni «ha bestemmiato e pianto».  

E continuo dopo questa breve e necessaria parentesi.  

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