domenica 15 ottobre 2023

Il suicidio di Alterare la fede nella liturgia

 


La Chiesa post-conciliare: Una questione di scisma


Protestanti romani

Cogliendo appieno questa assurdità dottrinale che è il risultato finale dell'ossessione della Roma modernista per il Vaticano II, il vescovo Salvador Lazo,195 con la sua caratteristica arguzia, una volta commentò: "Dici che sono scismatico? Ma tu sei un eretico! Che cosa è peggio: essere uno scismatico o essere un eretico e quindi anche uno scismatico?".

Sono coloro che professano gli insegnamenti eterodossi del VaticanoII che, come è stato dimostrato sopra, si sono allontanati dalla dottrina della Fede cattolica e sono, nell'ordine oggettivo, caduti nell'eresia. Allo stesso modo, come ho già dimostrato in precedenza, sono coloro che aderiscono al Novus Ordo e rifiutano il Rito Romano tradizionale ad essere caduti nello scisma. La Chiesa conciliare196 non è una Chiesa cattolica rinnovata, ma piuttosto una Chiesa riformata197 - una Chiesa che, attraverso le dottrine eretiche conciliari e la liturgia scismatica riformata, ha subito un'evoluzione trasformistica... una metamorfosi che ha realizzato il sogno dei Riformatori del XVI secolo: Roma protestante.

Padre Hubert Jedin, uno dei maggiori storici dell'epoca moderna, già nel 1968 aveva sottolineato che nella Chiesa è in atto una nuova Riforma protestante:

Sappiamo che oggi il processo interno di scisma, la formazione di una "Confessione" (denominazione), non è durato anni, ma decenni. Melantone e Calvino si sono dichiarati "cattolici" fino alla fine della loro vita, mentre gli aderenti alla vecchia fede venivano calunniati come "papisti "*.

I fedeli si aggrapparono a lungo alla Messa e ai loro santi, e i regolamenti ecclesiastici introdotti dai magistrati luterani si appropriarono di molte usanze cattoliche, persino delle processioni e dei pellegrinaggi. La maggior parte dei semplici fedeli non capì mai che la "Riforma" non era una riforma della Chiesa, ma la costruzione di una nuova Chiesa su basi diverse. In retrospettiva si deve quindi sostenere che lo scisma della Chiesa non è riuscito a nulla, se non all'illusione di non esistere. L'illusione era diffusa a Roma e nell'episcopato tedesco, tra molti teologi, tra la maggioranza degli ecclesiastici e tra il popolo.

I parallelismi tra oggi e allora sono evidenti.  La crisi attuale della Chiesa è nella sua essenza più intima, come nel XVI secolo, una questione di incertezza e di disorientamento nella fede.198

La Chiesa conciliare di Roma, tuttavia, non ha ancora formalizzato la sua rottura con il cattolicesimo, in quanto non ha formalmente imposto ai fedeli la sua eterodossia conciliare sotto pena di anatema, né ha formalmente imposto la celebrazione dei suoi nuovi riti scismatici. Per la grazia dell'infallibilità conferita alla Chiesa da Cristo e preservata dalla presenza frenante dello Spirito Santo, né il Concilio né i Sommi Pontefici post-conciliari hanno formalmente imposto i loro errori alla Chiesa universale. Le condanne formali da parte dei papi delle dottrine professate in seguito dal Vaticano II, insieme alle definizioni e alle professioni di fede solenni che contraddicono le novità dottrinali del Vaticano II, rendono chiaro che nessun cattolico può in coscienza aderire o professare gli errori del Vaticano II, poiché gli errori del Concilio costituiscono veramente un abominio che ha reso la Chiesa desolata.199

Di Padre Paul L. Kramer


Nessun commento:

Posta un commento