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LA RESURREZIONE DEI MORTI NEL NUOVO TESTAMENTO
La risurrezione del morti al centro della fede cristiana
La risurrezione dei morti è una verità difficile da accettare per la terribile esperienza che si prova quando si riapre una bara dopo pochi anni dalla sepoltura. Per questo l'apostolo Paolo, affermata la verità e datane la ragione, al fine di convincere maggiormente i fedeli, li porta a considerare le conseguenze che deriverebbero dal rifiuto di tale verità. Dopo aver asserito che la risurrezione di Gesù, testimoniata da numerose apparizioni agli Apostoli, a più di cinquecento fratelli in una sola volta e infine a lui stesso, Paolo continua: Ora se si predica che Gesù è risuscitato dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti? Se non esiste risurrezione dei morti, neanche Cristo è risuscitato! Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede... Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. Se noi poi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini. Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti. Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. Ciascuno, però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo; poi sarà la fine, quando egli consegnerà il Regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza. Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi. L 'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte (1 Cor. 15,12-25). Abbiamo riportato integralmente il testo dell'apostolo Paolo per le meravigliose verità che racchiude, e per la forza dialettica della sua argomentazione: a) la vitalità della predicazione e il valore della fede dipendono dalla risurrezione di Gesù, senza la quale l'edificio del suo Vangelo è vano e crolla; b) la risurrezione di Gesù e la nostra sono verità correlative e reversibili: negare la nostra risurrezione equivale negare quella di Gesù e viceversa; c) Gesù è la primizia dei risorti, primizia che richiede necessariamente l'intero raccolto: la risurrezione di tutti gli uomini, buoni e cattivi; d) la risurrezione dei morti è una verità correlativa a quella del peccato originale: Come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo, il nuovo Adamo. e) dopo il peccato, la morte è il più grande nemico di Dio, il Vivente per natura. Ebbene Gesù ha distrutto il peccato con la sua morte redentrice e ha distrutto la morte con la sua risurrezione, che egli, come primizia, estenderà a tutte le creature. Solo così si compirà la parola della Scrittura: La morte è stata ingoiata per la vittoria. Dov 'è, o morte, la tua vittoria? Dov 'è, o morte, il tuo pungiglione? (1 Cor. 15,54-55).
Anche l'Apocalisse, ultimo libro della rivelazione divina, conferma la risurrezione dei morti e il conseguente giudizio universale. Ecco le parole dell'apostolo Giovanni: Poi vidi i morti, piccoli e grandi, ritti davanti al trono. Furono aperti i libri. Fu aperto anche un altro libro: quello della vita. I morti vennero giudicati in base a ciò che era scritto in quei libri ciascuno secondo le sue opere. Il mare restituì i morti che esso custodiva e la morte e gli Inferi resero i morti da loro custoditi e ciascuno venne giudicato secondo le sue opere. Poi la morte e gli Inferi furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la seconda morte, lo stagno di fuoco (Ap. 20,12-14). Questa visione profetica di Giovanni è chiara nel suo contenuto e molto efficace. Essa attesta che la morte verrà distrutta per sempre e non avrà più potere sull'uomo e sul creato.
Del Padre francescano Pasquale Lorenzin
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