sabato 30 novembre 2019

ONORE AL CROCIFISSO



SANTA MARIA GORETTI (1890 + 1902).

Colpita da 14 pugnalate per non macchiare il giglio immacolato della sua verginità, Maria Goretti fu ricoverata nella clinica dei Fatebenefratelli in Nettuno (Roma), dove i medici tentarono di salvarla. La poverina non potè essere addormentata, e sopportò con eroismo non comune l'operazione di due ore. Tagli, cuciture, disinfezioni, finirono di crocifiggere quella carne innocente.
Vedendo la mamma, tentò di nascondere le sue sofferenze: «Mamma, disse, ora sto bene».
Ma poco dopo: «Mamma ho tanta sete! ». - Pazienza, figlia mia, tutto per Gesù!.
- Possibile, mamma, che non mi possa dare una goccia d'acqua?.
La Suora le presenta il Crocifisso; ella lo bacia se lo stringe al cuore: «Sì - ripete - tutto per Gesù, anche la morte! ».
E la morte si avvicina rapidamente.
L'arciprete di Nettuno, Don Temistocle Signori, per disporla al grande passo, le domandò: « Maria, vuoi perdonare all'assassino?».
La martire ebbe un brivido di terrore e di repulsione, ma, stringendo tra le mani il Crocifisso, disse: «Sì, per amore di Gesù, gli perdono... Dal cielo pregherò per il suo pentimento». E ricordando Gesù che aveva perdonato al ladro crocifisso, aggiunse: «Anch'io lo voglio in Paradiso con me».
La novella Agnese del secolo XX, intrecciando gigli e rose, il 6 luglio 1902, saliva radiante di gloria alle altezze dei cieli. 
(P. Aurelio Passionista: La B. Maria Goretti - Roma, 1947).
La natura dei Santi non era dissimile dalla nostra; anch'essi provarono naturalmente orrore al martirio o al perdonare i propri nemici. Ma qui entra il mistero della Grazia che non viene negata a chi in modo conveniente la cerca da Dio. Senza la Grazia, siamo vili, incapaci, e forse furibondi nel coprire la nostra debolezza col manto di mille apparenti ragioni. Con la Grazia, siamo forti, potenti, capaci di frenare e vincere le più impetuose passioni dell'animo, di perdonare l'assassino, di subire con lieto animo anche il martirio.

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