martedì 26 novembre 2019

TESORI DI RACCONTI



Il povero Giacomo.  

Alla porta di una chiesa di Parigi veniva da molti anni a sedere un vecchio conosciuto sotto il nome di Giacomo, che, mesto e melanconico in volto, chiedeva la limosina ai fedeli che entravano. Un giovane e ricco prete, che celebrava ogni mattina la Messa in quella chiesa, non mancava mai di dargli un po' di sussidio, ed un giorno nell'entrare, non vedendo il suo Giacomo, domandò dove abitasse. Saputolo, si recò ad un meschino casolare non lungi da quella chiesa, batté alla porta, ed una fioca voce rispose: “Avanti»! Il mendico era disteso sopra un pessimo letto col volto pallido, coll’occhio semispento .... Oh! come è buono gli disse il vecchio al vederlo, io non merito visite. - Perché no? Non sapete che è un'opera di misericordia il visitare gli infermi? E poi non ci conosciamo da un pezzo?  

- Ci conosciamo! Ah no, voi non mi conoscete bene, altrimenti ... - E perché? - 
Se mi conosceste, non mi guardereste nemmeno perché sono maledetto da Dio! - Per carità non mi dite simili spropositi: voi maledetto da Dio! Ma perché? 
- Sì, perché ho fatto troppo male! - Confessatevi, e Dio vi perdonerà.  

- Questo è impossibile. - Impossibile? non vi pentite delle vostre colpe? - Ah se mi pento! e piango da ben trent'anni, ma pure non posso avere pace ... 
Sentite: io ero al servizio di una ricca famiglia, quando scoppiò la sì famosa rivoluzione qua in Francia. I miei padroni erano eccellenti, il Conte, la Contessa, il figlio, le due figlie tutti buoni ... ed io li ho traditi ... Si erano nascosti per salvarsi dal furore dei rivoluzionari: io sapeva il luogo e li denunciai per avere le loro sostanze. Miserabile! quegli infelici furono tutti condannati a morte. Io li vidi mettere tutti sul carro, vidi cadere troncate le loro teste .... il solo Contino, perché ancor ragazzetto, fu risparmiato, ma chi sa più che sarà avvenuto di lui!  

– Come si chiamava quel figlio? interrogò il sacerdote, e l’infermo, mettendo un profondo sospiro, rispose:  

- Aveva nome Paolino. Poveretto! mi pare ancor di vederlo con quei capelli biondi piangere e strillare quando fu diviso dai genitori e dalle sorelle ....  

- Mentre il vecchio parlava, il sacerdote inginocchiato accanto al letto si sentiva assalito da forte tremito e lagrimava. Quando si alzò, era pallido come la morte, la sua vece tremava, le mani stringevano convulse la destra del vecchio.  

- Avete ancora, gli domandò, qualche memoria dei vostri padroni?  

- Se ne ho? Quel Crocifisso che pende dal muro era quello del Conte, questa crocetta d'oro che porto al collo era della Contessa.  

- Il sacerdote ognora più commosso e tremante si accosta al malato e gli dice: 
- La misericordia di Dio è senza confini, abbiate fiducia e confessatevi.  

- Il vecchio si confessò, ed il sacerdote, impartitagli l'assoluzione, nell'atto di partire, disse: - Vi ha perdonato il Signore, vi perdono anche io. Sappiate che quelli che faceste uccidere erano mio padre, mia madre, le mie sorelle. Io sono Paolino.  

- Giacomo a quelle parole divenne livido, contraffatto ... cercò di balbettare qualche motto, ma l'accento morì sul labbro. Il sacerdote si avvicinò di nuovo .... Giacomo era spirato!  

Ecco il modo nel quale si osserva il precetto di perdonare a chi ha fatto del male! Ecco una bella risposta ai nemici del Sacerdozio Cattolico!  

DON ANTONIO ZACCARIA 

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