I - I DUE FRATELLI TEOBALDO E JOSEF BURNER
Illfurt, Alsazia, 1864-1869
Documentazione
Le vicende dei due fratelli Burner hanno avuto un’abbondante documentazione contemporanea firmata dalle persone più vicine ai due piccoli pazienti, testimoni oculari e in parte protagonisti delle vicende stesse, che ci hanno lasciato, indipendentemente l’uno dall’altro, una testimonianza dettagliata di quanto avevano veduto e constatato. Ne citiamo i principali:
— il parroco di Illfurt, rev. Karl Brey, prete molto stimato dai suoi parrocchiani, morto in concetto di santità, che ha lasciato una relazione dei fatti nell’archivio parrocchiale di Illfurt;
— signor Ignazio Spies, deputato al Parlamento, sindaco di Schlettstadt (paese vicino a Illfurt);
— professor Lachemann, spesso presente all’esorcismo;
— Signor Tresch, sindaco di Illfurt;
— il poliziotto Werner;
— Monsignor Raess, vescovo di Strasburgo, da cui dipendeva Illfurt;
— il suo Vicario generale Mons. Rapp;
— il decano Schnautzer;
— l’esorcista padre Souquart gesuita;
tutti uomini di competenza, di capacità e di virtù che
danno piena garanzia di veridicità alla loro testimonianza.
Dopo la liberazione dei due fanciulli, che sarà ottenuta, come si dirà, per l’intervento della Madonna Immacolata, fu innalzata a Illfurt una statua dell’Immacolata che si conserva ancora oggi, ai piedi della quale fu posta un’iscrizione latina che ricorda il fatto.
Tutti questi documenti sono stati raccolti e ordinati dal parroco P. Sutter nell’opera: Satans Macht und Wirken (potere e opera di satana), Gròbenzell 1927, che ha avuto in Germania sette edizioni ed è stata tradotta in francese, inglese, spagnolo, portoghese, ungherese, brasiliano, indiano, polacco, croato, sloveno, statunitense, italiano (col titolo: Il diavolo, le sue parole, i suoi atti nei due indemoniati di Illfurt, Alsazia, secondo i documenti storici, Torino 1935).
Molti articoli di giornali tedeschi e esteri del tempo si sono interessati del caso. Monsignor Corrado Balducci, che prende in esame il caso in diverse sue opere, scrive:
«Sull'autenticità del racconto non si può ragionevolmente dubitare, gli stessi increduli del tempo sono ricorsi alle ipotesi più strane, ma non hanno negato i fenomeni» (C. Balducci, La possessione diabolica, Roma 1974, 71; ID., Il diavolo, Casale Monferrato, 1988, 218).
Illfurt è un villaggio agricolo di circa 1200 abitanti presso Miìhlhausen — in francese Moulhouse
— in Alsazia, a quel tempo incorporata alla Germania e oggi alla Francia, in diocesi di Strasburgo.
La lingua parlata dagli abitanti era a quel tempo il tedesco e oggi il tedesco e il francese.
Seguendo l’ampia relazione del Sutter riferiamo qui in forma sintetica alcuni aspetti di questa possessione diabolica, non tutti quelli purtroppo che meriterebbero di essere presi in considerazione, anche per non uscire dai limiti che ci siamo proposti in queste pagine.
1. La famiglia Burner
La famiglia Burner era povera ma molto religiosa e molto stimata in paese. Il padre, Giuseppe, era venditore ambulante e girava per i paesi vicini vendendo miccia e fiammiferi ad uso domestico. La mamma, Anna Maria Folzer, casalinga, si occupava dei cinque figli ancora in tenera età. Due di essi, Teobaldo e Josef sono i protagonisti della nostra storia. Teobaldo, nato il 21 agosto 1855, e Josef, nato il 29 aprile 1857, erano rispettivamente di 9 e 7 anni nel 1864 quando ebbero inizio gli strani fenomeni di cui intendiamo parlare. Gli anni della prima infanzia non presentano nessun fatto di rilievo. I due fratelli non godettero mai di una florida salute, tuttavia non accusarono neppure malattie specifiche. Ammessi alla scuola elementare, non si distinsero mai per intelligenza e per applicazione, ottenendo però sempre una votazione normale.
Nell’autunno 1864 tutti e due furono colpiti da una strana malattia di cui il medico di Altkirch, dottor Levy, non riuscì mai a determinare la diagnosi, come neppure gli altri medici chiamati da lui a consulto. Le cure e i rimedi somministrati non ebbero nessun effetto, Teobaldo anzi divenne in breve tempo talmente magro che sembrava uno scheletro.
2. I fenomeni strani aumentano
Un anno dopo, il 25 settembre 1865, i fenomeni strani invece di diminuire, aumentarono spaventosamente. Ecco che cosa scrive il Sutter: «Coricati sul dorso, si voltavano e rivoltavano con rapidità vertiginosa, come una trottola, oppure si sfogavano a battere senza posa, e con forza sorprendente, il letto e gli altri mobili, chiamando questa operazione “dreschen”, battere il grano, senza mai accusare la minima stanchezza per quanto lunga fosse la battitura».
Altre volte furono presi da convulsioni e da scosse che li lasciavano senza fiato per ore. Altre volte erano presi da una fame da lupi che nessuna quantità di cibo poteva saziare. Una volta, ad esempio, uno di loro divorò fino all’ultima tutte le mele contenute in un grande paniere. Il ventre gonfiava loro a dismisura e sembrava loro che una palla rotolasse nel loro stomaco, o che una bestia vivente vi si dibattesse. Le loro gambe a volte si intrecciavano tra loro che nessuna forza umana riusciva a separarle. A Teobaldo apparivano visioni di fantasmi spaventosi. Uno di essi egli lo chiamava Maestro. Aveva un becco d’anitra, artigli da gatto, piedi di cavallo, il corpo tutto coperto di piume sudicie e puzzolenti. Il fantasma si lanciava sul fanciullo minacciando di strangolarlo. Il fanciullo gli si lanciava contro per difendersi e gli strappava a manciate le piume che rimetteva agli astanti sbalorditi, i quali vedevano le piume ma non il fantasma.
Tutto ciò avveniva in pieno giorno davanti a molti testimoni appartenenti a diverse classi sociali, tra cui persone serissime, non facili a credere a illusioni e a trucchi. Le piume emanavano un fetore insopportabile e, cosa strana, gettate sul fuoco non bruciavano.
A volte le piume avevano un’altra origine, venivano dal corpo stesso dei due fanciulli. Dopo aver accusato pruriti e punture su tutto il corpo, senza che se ne potesse indovinare la causa, dai loro vestiti usciva una tale quantità di piume e di fuco da coprire il pavimento della stanza e per quanto i genitori si affrettassero a cambiare i vestiti e la biancheria, le piume non cessavano di apparire.
Talvolta il corpo dei due ragazzi si gonfiava fin quasi a scoppiare ed essi vomitavano in quantìtà schiuma, piume e fuco mentre i loro vestiti si ricoprivano di quelle stesse piume che appestavano tutta la casa.
Nella loro stanza i ragazzi erano presi talvolta da ondate di calore insopportabile anche d’inverno.
Una voce — quella del demonio — gridava beffarda: «lo sono un buon fuochista, vero? Se venite a casa mia non vi farò patire il freddo!».
Talvolta i due ragazzi restavano calmi e tranquilli per ore intere, poi, improvvisamente e senza motivo, diventavano nervosi, eccitati, cominciavano a gesticolare, a urlare e a strepitare senza posa.
La loro voce era maschile, rauca, cavernosa, profonda, mentre le loro labbra restavano chiuse: segno evidente che non erano essi a parlare, ma un essere, o diversi esseri invisibili che agivano in loro. Per ore e ore gridavano: «Pasta, gnocchi, mangiare!». I familiari non sapevano più che cosa fare. Finalmente il papa ebbe l’idea di dire loro: «Continuate a gridare, ragazzi, gridate più forte a onore e gloria di Dio!». Dopo la prima e la seconda volta il gridare diminuì sempre più e alla terza cessò del tutto. Altre volte bastava dire: «Gridate più forte in onore della Santissima Trinità» perché il grido cessasse immediatamente.
Paolo Calliari
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