Santa Caterina da Bologna
La via della croce
Iddio le ama di amore paterno e, per questo, le mette al più presto sulla via della croce per farle coeredi dei beni del Figlio, permettendo ai nemici infernali di assalirle nascostamente, sotto l'apparenza del bene. Il diavolo mette tanta angoscia nei loro cuori che, se non fosse per la vergogna, tornerebbero alla vita di prima, pentite di essere entrate in convento con tanto ardore; questo capita, soprattutto, a quelle che renderanno maggior frutto sulla via di Dio e tanto sono tormentate, che ad esse pare di non averlo trovato, come speravano, e dubitano di essere private di Lui, di ogni grazia e di ogni devozione. Infatti, prima di entrare in convento, con grande fervore desideravano lasciare parenti e amici, per amore di Dio: ma il nemico le tenta del contrario col dare tanta memoria, tenerezza e nostalgia degli affetti famigliari che, vegliando o dormendo, pare loro di non potere pensare ad altro; inoltre, esse desideravano fare molta penitenza: ma il nemico le tenta di sensualità e di golosità, sicché non osano neppure prendere il pane posto loro innanzi e tanto sono stimolate che, in poco tempo, perdono ogni gusto di devozione; così, entrano in uno stato di grande tristezza, che fa loro dire: - Veramente io ero migliore prima di venire qui e servivo meglio Dio e con più devozione, che non ora. - e in questo modo, sotto forma di bene, il nemico le combatte spingendole a tornare indietro.
Per nessun motivo la sposa di Cristo deve cadere in questi inganni; anzi, con forza e prontezza di spirito, deve forzare il suo libero arbitrio e dire a sé stessa: - Anche se il mio Signore Dio permettesse che io fossi tentata fino all'ultimo dei miei giorni, non consentirò mai e starò nei miei propositi sempre più forte. - e, dopo questo proponimento, andare alla orazione e pregare con tutto il cuore, così: - Signore mio Gesù Cristo dolcissimo, per la infinita carità che vi fece stare legato al crudele tormento della colonna e sopportare l'atroce flagellazione dai vostri nemici, vi prego, per la mia salute, di darmi tanta forza da vincere i miei nemici e, mediante la vostra grazia, sostenere con pazienza questa e ogni altra futura battaglia. - poi, al nome di Gesù, inginocchiarsi circa cento volte più o meno secondo che può invocandolo sempre a ogni genuflessione. Qualunque persona stia certissima di ricevere aiuto e conforto, se farà tale orazione con cuore sincero, secondo ciò che disse il santissimo frate Bernardino, di dolce memoria.
Bernardino io lo ritengo il Paolo del nostro patriarca San Francesco, dal momento che Cristo, quasi volesse specchiare la sua vita in lui, promise a uno dei suoi frati di fargli seguire l'esempio dell'apostolo Paolo, che mai non si saziava di pronunciare il nome di Gesù. È noto a tutti come e quanto San Bernardino abbia, ai nostri giorni, esaltato il nome di Gesù non solo nel suo predicare, ma anche estendendolo all'ordine da lui riformato; per questo, giustamente, lo si può chiamare il Paolo di Francesco.
Tornando all'argomento, se compiuta la predetta orazione, per divina volontà la tentazione non se ne andasse, subito, senza timore e senza vergogna, la sposa di Cristo vada dal suo padre o dalla sua madre spirituale e si confidi così: - Mi accuso di essere fortemente tentata di andarmene da questo monastero e di ciò mi dispiace molto; vi prego di aiutarmi e di mettermi in catene o in cella sotto chiave, finché non sia cessata questa battaglia e possa rimanere nel luogo ove Dio mi ha chiamata. - ma intenda bene, che lo deve fare solo se è condotta con forza al consenso; e Dio pietoso, nel vedere la violenza alla quale si dispone da sé stessa, comanderà ai diavoli di andarsene e la arricchirà di molte virtù e grazie in questa vita e la coronerà, nell'altra, di inenarrabile gloria. Di questo ne abbiamo un esempio e ve lo narrerò.
Un uomo, toccato dalla grazia divina, lasciò parenti e amici per andare, con grande fervore, in un monastero. Ma, dopo poco tempo, gli venne tanta nostalgia della famiglia che, al massimo grado tentato di ritornarvi, come ebbro del loro ricordo, correva in qua e in là per il monastero sgraffiando le mura con le unghie, quasi volesse arrampicarvisi. Nel vedere questo, i frati, mossi a compassione, provarono ogni cosa per aiutarlo, ma senza riuscirvi; finché, dopo tanti vani tentativi, pensarono di metterlo in ceppi. Dopo qualche tempo di quella penitenza, piacque all'altissimo Dio di comandare alla tentazione di andarsene e quell'uomo fu arricchito di tante e tali virtù, da essere stimato santo.
Chi sostiene con pazienza le tentazioni per amore di Dio, viene illuminato dalla sua grazia; sicché beati e più che beati sono quei religiosi sempre tentati e mai consenzienti, come è scritto nella Apocalisse: «Farò colonna nel mio tempio di colui che ha vinto.» e come disse il glorioso apostolo San Giacomo: «Beato l'uomo che sopporta la tentazione; poiché colui che è stato provato riceverà la corona della vita». S'ingannano coloro che vanno al servizio di Dio convinti di trovarvi dolcezza, soavità di spirito e pace mentale: non sono queste le cose che Dio richiede ai suoi servi fedeli, ma al contrario li invita alla battaglia e dice: «Chi vuole seguire me rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua.» e Lui stesso diede l'esempio quando discese dal Cielo non certo per riposare, ma ricevere per onore disprezzo, per riposo fatica, per ricchezza povertà, per sazietà fame e sete e per combattere tanta e tale guerra da morire, in poco tempo, sul campo di battaglia.
Dilettissime sorelle, la sposa che vuole congiungersi a Cristo suo sposo, deve conformarsi a Lui ed essere sempre pronta a sopportare ogni tormento corporale e mentale; ma, sempre, tenendo ben presente di non prendere iniziative personali senza il consenso della sua superiora, perché la virtù della vera obbedienza precede, per importanza, tutte le altre e conduce al Cielo chi la pratica. Essa è sempre sicura, se la religiosa manifesta le sue tentazioni a chi la deve guidare, perché la piaga nascosta non può essere medicata e curata; inoltre, quanto più la cosa che vuole fare le sembri buona, tanto più la esponga, per non essere indotta in errore sotto forma di bene, come è accaduto a quella della quale si parla e che fu ingannata dal nemico nelle sembianze di Cristo e della Vergine Maria.
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