lunedì 25 novembre 2019

IL CURATO D'ARS SAN GIOVANNI MARIA BATTISTA VIANNEY



Un piccolo pastore sotto il Terrore (1793-1794).  

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Ma erano prossimi i giorni della persecuzione sanguinosa. Tutti i sacerdoti che avevano rifiutato il giuramento erano esposti al pericolo di essere arrestati e giustiziati entro ventiquattro ore, senza possibilità di appello; coloro che avessero denunciato tali preti, avrebbero un compenso di cento franchi, e coloro che li avessero visitati avrebbero subito la pena della deportazione, a tenore delle leggi 24 aprile, 17 settembre, e 20 ottobre 1793. Malgrado queste minacce terrificanti, vi furono preti fedeli, che rimasero nelle vicinanze di Dardilly e che ricevettero ospitalità e rifugio nella casa Vianney, ove qualcuno celebrò anche la Santa Messa 9. Fu un miracolo se  il generoso benefattore, già in sospetto presso qualche giacobino, non pagò con la vita la sua santa audacia 10. La maggior parte di questi confessori della fede ricevettero asilo in Lione e nei sobborghi.  
Dei messi sicuri, mandati da Ecully, in determinati giorni visitavano le famiglie cattoliche, indicando ove la notte seguente sarebbero stati celebrati i divini misteri; i Vianney partivano alla sera silenziosamente, viaggiando nelle tenebre, ed il piccolo Giovanni Maria era felice di correre a questa festa, nonostante le sue deboli forze. «I suoi fratelli e le sue sorelle qualche volta trovavano la distanza esagerata, e si lamentavano, ma la pia madre poteva sempre incoraggiarli col nobile esempio del fratello e diceva: Fate come Giovanni Maria che ha sempre fretta» 11.  
Giunti al luogo stabilito, venivano ricevuti in una camera appena rischiarata da qualche raggio di luce, nella quale, vicino ad una tavola rustica, stava in preghiera uno sconosciuto che portava in fronte i segni di molto patire, ma che aveva nel suo sorriso qualche cosa di celeste. Era questi che colle braccia aperte si faceva ad incontrare i nuovi venuti, per poi ritirarsi nell'angolo remoto, ove venivano scambiate angosciose confidenze. Separato da una semplice tenda, il buon prete, con voce molto bassa) dava consigli, incoraggiamenti ed infine congedava i visitatori con l'assoluzione. Là, in quel ritrovo silenzioso che sembrava ancora più adombrato di mistero, si presentavano anche sposi a domandare che venisse benedetta la loro unione. Da ultimo era celebrata la S. Messa, supremo desiderio di tutti, grandi e piccoli. Il prete preparava sull'altare la pietra sacra portata da lui stesso, il Messale, il calice e molte particole, perché ben sapeva che in quella notte non sarebbe stato solo a comunicarsi. Vestitosi in fretta dei suoi paramenti increspati e consumati, davanti all'altare, fra un silenzio profondo, iniziava il rito religioso: «Salirò all'altare di Dio». Quale fervore nella sua voce, ma anche quale raccoglimento e quale profonda emozione  in tutti coloro che assistevano! Ben presto al mormorio sommesso delle parole sacre si univa il rumore dei singhiozzi: si sarebbe detto che fosse una Messa delle Catacombe prima della prigione e del martirio.  
E come si commosse in questi momenti solenni, in questi minuti indimenticabili l'anima del piccolo Vianney! Se ne stava inginocchiato tra sua madre e le sue sorelle e pregava come pregano gli Angeli: quando sentiva piangere, piangeva anche lui, commosso per la commozione degli altri. Poi, con un'attenzione ben superiore alla sua età, pure senza comprendere tutto, ascoltava le istruzioni che con voce grave venivano date dal sacerdote, divenuto un povero proscritto, che metteva a rischio la sua vita per la salvezza e l'amore delle anime.  
O forse non ha sentito la chiamata divina in queste riunioni notturne?  
Il Terrore raggiunse il colmo nel 1793, quando a Lione scorreva il sangue, e sulla Place des Terreaux la ghigliottina lavorava sempre. Allorché si seppe che la lista dei proscritti, presentata dal console Chalier, portava non meno di ventimila abitanti di Lione, nacque una rivolta popolare, che diretta, da Précy, portò sul patibolo lo stesso proconsole, lasciando rinascere fra i cattolici l'alba di migliori speranze; ed ecco invece che un'armata della Convenzione, al comando di Couthon e di Dubois-Crancé, pone lo stato d'assedio. Dall'8 agosto al 9 ottobre, l'energia di Précy assicurò la resistenza, ma infine si fu costretti a cedere, causa la carestia.  
Certo, un bambino di sette anni non poteva comprendere questi avvenimenti in tutta la loro portata: a lui però era giunto il rumore delle battaglie combattute in prossimità dei campi paterni. Dubois-Crancé si era stabilito con le sue truppe intorno a Limonest, ad alcuni chilometri al nord di Dardilly, ed i soldati della rivoluzione attraversavano con frequenza il villaggio 12. Ma più che dal rumore della guerra il fanciullo era inquieto per l'ostinato silenzio delle campane.  
La chiesa era ormai chiusa e sulle strade non si vedevano che i resti delle cappelle abbattute, o delle croci rovinate da uomini venuti da Lione. Anche nelle case private entrava l'odio alle cose sacre ed era stato necessario nascondere bene i crocifissi, le immagini di pietà e le piccole statue 13. Vi era insomma una cosa sola che non si era riusciti ad abbattere: il santuario dei cuori, almeno in coloro che erano cristiani ferventi. Giovanni Maria non aveva potuto separarsi dalla sua Santa Vergine, la voleva sempre con sé, con infinite precauzioni, e la portava anche nel campo, ben nascosta in una tasca del suo piccolo vestito.  

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Canonico FRANCESCO TROCHU 

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