mercoledì 27 novembre 2019

“IL VICARIO” DI HOCHHUTH E IL VERO PIO XII



«Chi vuole che la stella della pace
spunti e si fermi 
sulla società umana... 
promuova il riconoscimento 
e la diffusione della verità che insegna 
– anche nel campo terreno – 
come il senso profondo 
e l’ultima morale 
e universale legittimità 
del “regnare” è il “servire”».

(Pio XII)


«In Italia, la “Verità” 
si può dire solo se si è in tanti.
Perché in Italia aver torto non è 
pericoloso. Basta averlo in coro, cioè 
insieme a tutti gli altri.
I pericoli grossi li corre solo chi nel coro 
fa stecca, anche se la fa per dire 
una verità, che poi i fatti convalidano.
La legge di questo Paese 
è quella del Gregge.
Tutto si può fare, sia l’errore 
che il riconoscimento dell’errore, 
purché tutti insieme.
Per l’isolato non c’è scampo.
In ogni epoca e sotto qualunque regime
egli è e rimarrà sempre il nemico 
(delle pecore) numero uno».

(Indro Montanelli)


Scrissi questo libro, già nel 1964, in risposta all’empio dramma del tedesco Rolf Hochhuth, che fu un vero insulto  a Pio XII e all’anima cristiana e, di fronte alla figura di un Papa così grande, questo fu solo un gesto da povero untorello!
Quest’opera teatrale di Hochhuth, “Il Vicario”, che fu rappresentata a Berlino, il 20 febbraio 1963, sul palcoscenico di Kurfurstendamm, si imperniava sul presunto “silenzio” di Pio XII di fronte ai crimini nazisti e alla deportazione degli ebrei nei campi di concentramento.
Alla pubblicazione di questo mio libro, il dibattito violentissimo che scoppiò nel nostro Parlamento Italiano, a seguito della rappresentazione de “Il Vicario”, cessò di colpo!
Il “silenzio” diplomatico, di Pio XII, come lo stesso Papa già nel 1943 ne aveva spiegato i motivi al Collegio cardinalizio, per l’impossibilità di far valere i diritti umani elementari alle Autorità naziste, più che un “silenzio” fu un “urlo”proprio per l’azione continua ed ef ficace che Egli condusse, salvando oltre 400.000 ebrei.

Ma fu un “urlo” di una “voce nel deserto di fronte alla delinquenza nazista”; un “urlo” che fu  persino riconosciuto, e soprattutto, dagli stessi capi ebrei, con dichiarazioni pubbliche, personali e di gruppo, come riportai dettagliatamente nella  mia opera.
Ma allora, perché tanto accanimento con calunnie e manifestazioni di piazza, in Italia e all’estero? E come mai non si fecero conoscere i retroscena diabolici delle tante manifestazioni volgari e infamanti dirette alla persona dell’angelico Papa Pacelli?

Fu solo nel 2007 che Ion Michai Pacepa, ex generale e dirigente dei “Servizi segreti” rumeni, rivelò, sulla rivista newyorchese “National Review”, di aver manipolato per anni, su ordine del Kgb, l’immagine di Pacelli presso l’opinione pubblica internazionale, e affermò che la documentazione per scrivere “Il Vicario” fu fornita a Hochhuth dal generale del Kgb, Ivan Agayants, nell’ambito di una campagna di disinformazione, chiamata in codice “Posizione 12”che era stata approvata da Nikita Krusciov con l’intento di screditare moralmente il Papa, facendolo apparire come un gelido simpatizzante dei nazisti e un silenzioso testimone dell’Olocausto. 
Secondo Pacepa, la documentazione era stata sottratta da due spie rumene, accreditate come Religiosi e infiltrate negli archivi vaticani con la complicità del cardinale Casaroli, allora addetto della Segreteria di Stato della Santa Sede, chiamato a questo uf ficio dal Papa Giovanni XXIII!

Hochhuth, con la sua mediocrità e al soldo del Kgb, con il suo lavoro teatrale de “Il Vicario”, si prestò a screditare moralmente un grande Pontefice che aveva condannato sia i crimini nazisti sia quelli del comunismo sovietico!

sac. Luigi Villa

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