martedì 6 ottobre 2020

LA VITA DELLA MADONNA


 

Secondo le contemplazioni della pia Suora STIGMATIZZATA 

Anna Caterina Emmerick 


L'Annunciazione dell'arcangelo Gabriele 

Anna aveva disposto per la Sacra Famiglia la piccola casetta di Nazareth di sua  proprietà; quando Giuseppe si assentava la Vergine dimorava con sua madre. Stanotte,  durante la meditazione, cercai la Santa Vergine, allora il mio spirito fu subito  trasportato dall'Angelo custode in casa di sua madre Anna. Ne riconobbi ogni angolo,  ma non vidi alcuno: né Maria e nemmeno Giuseppe. Vidi però Anna attraversare un  bosco per recarsi a casa di Maria. La casa di Giuseppe era più piccola di quella di  Anna, davanti c'era un piccolo cortile quadrato. Anna salutò la figlia e le diede un  fagotto; forse era la prima volta che incontrava sua figlia dopo le nozze. Dopo aver  conversato per molto tempo di faccende domestiche, vidi Anna accomiatarsi da Maria.  La Vergine accompagnò sua madre per un lungo tratto di cammino. In un'altra visione  vidi Giuseppe in viaggio, mentre nella casa erano rimaste con la Santa Vergine due  fanciulle, la madre Anna e una sua parente vedova. Credo che le due ragazze fossero  consorelle del tempio. Le vidi mettere in ordine la casa, quindi si riunirono nel cortile  e conversarono amichevolmente. Verso l'imbrunire si sedettero intorno ad un tavolo  rotondo, pregarono e mangiarono delle erbe. Dopo la cena ognuna si ritirò nella  propria stanza, solo Anna fece prima un giro per la casa per controllare se tutto era a  posto. La stanzetta di Maria si trovava accanto al focolare e vi si entrava dalla cucina.  La Vergine vi entrò ed indossò una lunga veste di lana, poi si preparò alla preghiera  coprendosi il capo con un lungo velo color giallo pallido. Si era tolta il velo nero che si  abbassava sul volto quando parlava agli uomini. La fantesca entrò con un lumicino e  accese un candeliere che pendeva dal soffitto; poi si ritirò. Allora vidi Maria prendere  un basso tavolino a tre gambe coperto da un tappeto azzurro e rosso, sul quale si trovava un rotolo di pergamena. La Vergine collocò il tavolino fra il letto e la porta, a  sinistra della stanza, dove al suolo era steso un tappeto con un cuscinetto di forma  rotonda, sul quale si genuflesse. La Madonna, dopo essersi calata il velo sul candido  viso e congiunte le mani sul petto, senza incrociare le dita, pregò per lungo tempo e  con fervore con lo sguardo rivolto al Cielo. Ella chiese a Dio che la sua preghiera  potesse accelerare il tempo della venuta del Redentore. Allora penetrò dall'alto una  luce fortissima che andò diritta al suo fianco destro, in linea obliqua. Ne fui io stessa  abbagliata, tanto che caddi sul pavimento vicino all'ingresso. In mezzo a quei raggi di  luce intensa, vidi librare la figura dell'arcangelo Gabriele dinanzi alla Santissima  Vergine. Di fronte a tanta luce magnifica, Maria era rimasta impietrita. Il Santo  Gabriele era un giovinetto lucente dalla lunga chioma. Lievemente parlò alla Vergine  muovendo le braccia ed emettendo le parole dalle labbra come lettere infuocate. Maria  aveva rivolto timidamente a destra il capo velato e non osava guardare l'Angelo.  Gabriele continuava a parlare, ed allora la Vergine Beata, quasi come se ubbidisse ad  un comando, alzò il viso e gli rispose. L'Angelo parlò di nuovo, e questa volta Maria  alzò interamente il velo, e fissandolo in volto ripetè le sante parole: "Ecco l'ancella del  Signore; sia fatto di me secondo la tua parola". Dopo aver pronunciato queste parole  ben chiare, la Vergine Santa rimase assorta in profonda estasi. Non vedeva più la luce  della lampada, né il soffitto della camera, poiché la stanza era inondata da un torrente  di luce. In quell'occasione sembrò che il Cielo si fosse aperto, e quando Maria levò lo  sguardo in alto vide una striscia luminosa popolata da Angeli, all'estremità di  quell'oceano di luce si mostrava la Santa ed adorabile Trinità nella forma di una  fiamma triangolare le cui irradiazioni si compenetravano reciprocamente. Quando la  Vergine pronunciò le parole: "Avvenga di me secondo la tua parola!" vidi scendere un  alato messaggero, era lo Spirito Santo, non in forma di colomba, come viene  ordinariamente dipinto, ma la sua testa aveva tratti umani aureolati da una luce  soprannaturale. Due ali rilucenti gli si spiegavano a destra e a sinistra, dalle mani e dal  petto gli uscivano tre torrenti di luce diretti al petto e al fianco destro dell'Annunziata,  dove tornavano a riunirsi. La Vergine, trasfusa di luce, era divenuta quasi trasparente;  sembrava che la sua carne si dileguasse a quella luce potente come la notte  all'approssimarsi del sole. Lo splendore tanto e talmente la compenetrava, che nulla  più in lei era oscuro e velato, la sua figura splendeva adesso in ogni sua forma. Appena l'Arcangelo si ritirò anche la luce scomparve, quasi che il Cielo l'avesse  riassorbita. In questo momento vidi cadere sulla Vergine un'infinità di rose bianche,  ciascuna accompagnata da una foglia verde. Mentre contemplavo questa visione  meravigliosa, provai contemporaneamente una sensazione orrenda e di agitazione,  come se qualcuno mi stesse per tendere un'insidia. Vidi un orribile serpente strisciare  sui gradini di accesso e giungere vicino alla porta della stanza della Santa Vergine. Era  avanzato fino al terzo gradino quando la luce riempì la Santa Vergine. Il serpente era  un vero mostro alto all'incirca come un fanciullo; il corpo era piatto e largo sul petto,  aveva due corte zanne. I colori più orribili concorrevano a sfigurano, mi ricordava il  serpente del Paradiso terrestre. Allora, quando l'Angelo uscì dalla camera della  Vergine, dinanzi alla porta calpestò il serpente che mandò sibili spaventosi.  Rabbrividii dall'orrore. Poi vidi comparire tre spiriti che, calpestandolo e battendolo,  lo spinsero fuori dall'abitazione. Vidi Maria, rimasta in tranquilla solitudine, rapita in  estasi profonda che nelle sue preghiere adorava la presenza del promesso Salvatore. A  Gerusalemme le donne dovevano rimanere nell'atrio e non potevano entrare nel  tempio, nel santuario solo i sacerdoti potevano accedere; ma a Nazareth la Vergine  Santissima stessa era divenuta il tempio che ospitava il Santo dei Santi, in lei cresceva  il Sacerdote supremo del mondo. Tutto mi apparve pieno d'amore e di grandezza, tutto  così semplice e naturale! In quel momento vidi glorificare le parole di Davide nel suo  quarantacinquesimo salmo: "Il Signore ha santificato la sua capanna: Dio è nel suo  interno né alcuno potrà turbarla". Era mezzanotte quando Anna, svegliata da uno  strano movimento della natura, vide una nube luminosa sulla sua casa. Così turbata si  alzò, e svegliate le altre donne, si recò nella stanza di Maria. Appena videro la Vergine  inginocchiata e assorta in devota preghiera, le donne si ritirarono rispettosamente.  Maria Santissima si avvicinò all'altare accostato alla parete e calò il rotolo dove vi era  raffigurata un'immagine maschile velata, simile a quella che avevo veduto nella casa  di Anna. Accèsa la torcia assicurata alla parete, la Beata Vergine pregò con fervore  dinanzi a questo simbolo. All'alba si coricò. Su un alto leggio vidi delle pergamene. Fu  grande il mio spavento quando vidi di nuovo l'orribile serpente strisciare verso di me,  quasi cercasse un rifugio fra le pieghe del mio abito. il mio Angelo custode mi  sottrasse subito al pericolo e mi allontanò dalla bestia. Vidi i tre spiriti che comparvero  e batterono un'altra volta il mostro che emetteva tremendi sibili. Rabbrividisco ancora  al solo pensiero. La Santa Vergine adesso sapeva che avrebbe partorito il futuro  Messia. Non aveva compreso però ancora a fondo il simbolismo del trono di David e  che questo Figlio non era di questo mondo. Come non aveva capito le parole di  Gabriele, secondo le quali la casa di Giacobbe su cui suo Figlio avrebbe regnato  nell'eternità simbolizzava la Chiesa e la comunione dell'umanità rigenerata. Maria era  il puro Vaso della grazia promesso da Dio ai suoi progenitori, destinata a partorire il  Messia. Tutti i suoi devoti antenati, quei santi figli di Dio, avevano contribuito ad  accelerare la sua venuta e quindi quella di Cristo, Redentore dell'umanità peccatrice.  Lei sola in quest'epoca costituiva il puro oro di tutta la terra, il sangue immacolato  dell'umanità intera. La venuta della Madre dell'Eterno piena di grazia era stata prevista  fin dall'inizio dei tempi. Nelle solennità dedicate a Maria Santissima, la Chiesa fa  parlare la Santa Vergine per bocca della divina Sapienza, nei proverbi di Salomone (Pr  8,22-36): 

     La Sapienza creatrice dell'Universo "Il Signore mi ha creato all'inizio della sua  attività, prima di ogni sua opera, fin d'allora. Dall'eternità sono stata costituita, fin  dal principio, dagli inizi della terra. Quando non esistevano gli abissi, io fui  generata; quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d'acqua; prima che  fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io sono stata generata. Quando  ancora non aveva fatto la terra e i campi, né le prime zolle del mondo; quando egli  fissava i cieli, io ero là; quando tracciava un cerchio sull'abisso; quando  condensava le nubi in alto, quando fissava le sorgenti dell'abisso; quando stabiliva  al mare i suoi limiti, sicché le acque non ne oltrepassassero la spiaggia; quando  disponeva le fondamenta della terra, allora io ero con lui come architetto ed ero la  sua delizia ogni giorno, dilettandomi davanti a lui in ogni istante; dilettandomi sul  globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell'uomo. Ora, figli, ascoltatemi: 

beati quelli che seguono le mie vie! Ascoltate l'esortazione e siate saggi, non  trascuratela! Beato l'uomo che mi ascolta, vegliando ogni giorno alle mie porte, per  custodire attentamente la soglia. Infatti, chi trova me trova la vita, e ottiene favore  dal Signore; ma chi pecca contro di me, danneggia se stesso; quanti mi odiano  amano la morte". In principio, prima che Dio creasse cosa alcuna io ero presso di  Lui. Io esisto fino all'eternità e dall'origine dei tempi e fui prima che fosse la terra.  Non esistevano ancora gli abissi ed io ero già, le sorgenti non scaturivano ancora,  né i monti ancor si appoggiavano con la loro mole grave sulla terra, e neppure  erano sorte le colline, ed io già esistevo. Non era ancor creata la terra, né i fiumi, e  neppure i poli del circolo terrestre. Io ero presente quando Iddio creava i cieli,  quando con leggi geometriche segnava le orbite dello spazio, quando assicurava il  firmamento, de-terminava il livello delle fonti, poneva confini al mare e dettava  leggi alle acque in modo che le onde non oltrepassassero i limiti assegnati. Ed io ero  presente quando Lui poneva le fondamenta della terra; con Lui io dis ponevo tutte  le cose. Mia gioia era stare sempre alla sua presenza; mi dilettavo con l'Universo: la  mia allegrezza è abitare con i figli degli uomini. Uditemi dunque, figli miei! Felici  sono coloro che osservano le mie vie. Ascoltate ai miei insegnamenti, e siate saggi:  non rigetta te le mie ammonizioni! Felice chi mi ascolta e veglia ogni giorno alle  mie porte, vigilando alla soglia di casa mia; perché chi trova me trova la vita, e  ottiene il favore del Signore; chi invece mi perde danneggia se stesso, e chi mi odia,  ha scelto la morte".  

Quando Gesù Cristo assunse le sembianza umane, la Santa Vergine contava poco più  di  quattordici anni.

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