SPIEGARE LA BIBBIA SENZA GESÚ
Per gli ebrei la Bibbia è composta solo dai libri del Vecchio Testamento.
Per i cristiani ad essi vanno aggiunti i libri del Nuovo Testamento. Tutti sappiamo che la Bibbia è composta da 45 libri del Vecchio Testamento e da 27 libri del Nuovo Testamento. Ebrei e cristiani riconosciamo che la Bibbia è ispirata da Dio ed è quindi divina rivelazione.
1. È impossibile spiegare il Vecchio Testamento senza il Nuovo testamento
Il V.T. resta assolutamente inspiegabile senza il N.T.
Il N.T. completa e spiega il V.T. Senza il Nuovo, il V.T. resterebbe come una casa senza il tetto. Le prove di ciò si trovano quasi ad ogni pagina del V.T. Ne citiamo solo alcune.
Genesi 3,rs. Dio disse al serpente (il diavolo): « Maledetto sei tu, o serpente. Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe. Essa ti schiaccerà la testa, e tu le insidierai il calcagno ».
Questa donna non può che essere Maria, e la sua stirpe non può essere che Gesú e i cristiani.
Su quale altra donna e su quale altro suo figlio gli ebrei possono applicare tali parole?
Genesi 18,3. Appaiono tre persone ad Abramo. Abramo non dice loro: « Miei signori », ma « Mio Signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi ... ». Da tutto il contesto si vede chiaro che quei tre sono Dio; ma il dialogo tra Abramo e i tre si svolge tutto al singolare, ed Abramo prepara loro tre focacce, una per ciascuno. Qui abbiamo la prima manifestazione delle tre persone della SS. Trinità, che però formano un solo Dio, ma che solo col N.T. si rende evidente; mentre gli ebrei, negando la SS. Trinità, sono costretti a dire, contro ogni regola di grammatica, che era Dio accompagnato da due angeli.
Genesi 15 ,5 e 22,17. Dio promette ad Abramo una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come le sabbie del mare e che per essa saranno benedette tutte le nazioni della terra. Questa discendenza non può che essere quella formata dal N.T. ossia il popolo cristiano, che in una sola generazione supera abbondantemente il miliardo, mentre gli Ebrei sono appena io milioni. Infine, gli Ebrei sono causa quasi continua non di benedizioni, ma di conflitti, dai tempi di Nerone ad oggi.
Dice David: « Disse il Signore al mio Signore: "Siedi alla mia destra". Queste parole hanno compimento in Gesú. Gli ebrei non sanno a chi attribuirle; e Gesú, quando un giorno, citandole, disse loro: "Se è suo Signore, come mai è suo figlio?" Ma gli ebrei non ardirono rispondere ». (Mt. 22,45).
E ancora Dio dice: « Lo giurai una volta sulla mia santità; non mentirò a Davide giammai! Rimarrà in perpetuo la sua stirpe, il suo trono come il sole innanzi a me, come la luna che sta in perpetuo, testimonio veridico nelle nubi » (Ps 89). Queste parole si possono applicare solo in Gesú; altrimenti si dovrebbe dire che Dio ha sbagliato perché il regno di Salmo 119,1 Davide e d'Israele non è durato in eterno, ma era già finito ai tempi di Gesú.
Esodo 34. Dio rivela a Mosè l'Alleanza col popolo ebreo: « Ecco io stabilisco un'alleanza: in presenza di tutto il tuo popolo io farò meraviglie, quali non furono mai compiute in nessun paese e in nessuna nazione; tutto il popolo in mezzo al quale ti trovi vedrà l'opera del Signore, perché è terribile quanto io sto per fare con te »; gli promette di dargli la Palestina, di scacciare dinanzi a lui tutti i popoli che incontrerà e di dargli le buone annate e la pace.
Questa Alleanza resta incompleta e senza senso priva della Nuova Alleanza, di cui è figura, fatta da Gesú con tutti gli uomini nell'ultima cena, perché Dio, essendo Creatore e Padre di tutti gli uomini, non poteva creare tutti i privilegi per un piccolo popolo e trascurare o peggio aborrire e castigare tutto il resto dell'umanità. Egli infatti non ammette privilegi, né accettazione di doni (2 Cron. 19,7) e da vero Padre di tutti gli uomini, che provvede agli uccelli dell'aria e ai gigli dei campi, non vuole che alcuno di questi piccoli perisca (Mt.18,14), ma vuole che tutti gli uomini siano salvi e raggiungano la conoscenza della verità (1 Tim. 2,4).
L'alleanza di Dio col popolo ebreo e i grandiosi prodigi operati per fare ad esso raggiungere la Palestina acquistano un senso e una giustificazione soltanto con la nuova alleanza di Dio con tutti gli uomini, mediante la quale egli promette indistintamente a tutti, se osserveranno la sua legge e i precetti dati dal suo Figlio, mantenendosi sempre fedeli nel faticoso e doloroso cammino della vita, il necessario per vivere, la pace e il paradiso, di cui è simbolo la Terra Promessa.
2. È impossibile spiegare il Nuovo Testamento senza il Vecchio Testamento.
Per quale motivo tutti gli uomini sarebbero stati peccatori e avrebbero avuto bisogno della redenzione anche i bambini innocenti (Rom 3,23) senza il peccato originale che ha intaccato tutti i discendenti di Adamo?
In Abramo, che è disposto a sacrificare il suo Figlio per amore di Dio, Dio ci fa vedere il suo amore infinito che lo spinge a sacrificare il suo Figlio per amore degli uomini, cioè per salvarli.
In Isacco, che sale sul monte Moria portando la legna sulle spalle, sulla quale dovrà venire sacrificato, e che si lascia legare sopra la legna, Dio ci mostra il suo Figlio che sale sul monte Calvario, portando sulle spalle la croce, sulla quale si farà inchiodare. Isacco, che è la figura, viene liberato; Gesú, che è la realtà, viene sacrificato.
In Mosè, che libera il popolo ebreo dalla schiavitú del faraone e porta gli ebrei conservatisi fedeli alla Palestina, Dio ci mostra il suo Figlio che libera tutti gli uomini dalla schiavitú di Satana e porta con sé in paradiso tutti quelli mantenutisi buoni.
Nel serpente di bronzo innalzato da Mosè nel deserto perché venissero liberati dalla morte tutti quegli ebrei morsicati dai serpenti velenosi che l'avessero guardato, Dio ci mostra il suo Figlio crocifisso, innalzato sulla croce, che libera dalla morte eterna tutti gli uomini che si rivolgono a lui pentiti dei loro peccati. Senza Gesú crocifisso e senza questo significato, quel serpente di bronzo ordinato da Dio a Mosè resterebbe senza alcun significato, come gli amuleti dei maghi; né si spiegherebbe perché Dio non ha fatto altrettanto con tutti gli altri uomini morsi da serpenti o comunque avvelenati.
Nella manna mandata dal cielo per nutrire gli ebrei nel cammino lungo il deserto fino a farli giungere nella Palestina, Dio ci fa vedere il vero pane del cielo da lui mandato sulla terra, cioè il suo Figlio, che mediante la sua eucarestia nutre gli uomini lungo il cammino della vita e dà loro la grazia e la forza di giungere in paradiso.
Dice Davide: « Un branco di cani mi circonda, mi assedia una banda di malvagi; hanno forato le mie mani e i miei piedi, posso contare tutte le mie ossa. Essi mi guardano, mi osservano: si dividono le mie vesti, sulla mia tunica gettano le sorti » (PS 21,27). Queste parole di Davide si sono verificate tutte in Gesú crocifisso, cosí come la conclusione dello stesso salmo 21: « Ricorderanno e torneranno al Signore tutti i confini della terra, si prostreranno a lui tutte le famiglie dei popoli »: senza Gesú queste parole non hanno alcun senso.
Infine, se il Messia non fosse Gesú e se Isaia non profetasse la sua passione sul « Messia servo di Jahvè » non avrebbe nessun senso tutta la sua profezia sulla passione del servo di Jahvè, che minutamente descrive tutta là passione di Gesú.
«Il Signore Dio mi ha aperto l'orecchio ed io non ho resistito, non ho indietreggiato, presentai il mio dorso ai flagellatori, le mie guance agli strappi, non nascosi la mia faccia alle ignominie e agli sputi. Ma il Signore Dio mi ha aiutato, perciò non cedetti ai peso dell'ignominia; ridussi la mia faccia come selce, perché sapevo che non sarei rimasto confuso » (Is 5o,57).
« Chi crederà a ciò che abbiamo annunziato e la potenza del Signore a chi sarà rivelata? Egli è cresciuto davanti a lui come un germoglio; come una radice da un solo arido; senza grazia, senza beltà da attrarre lo sguardo, senza aspetto da doversene compiacere. Disprezzato, rifiuto dell'umanità, uomo dei dolori, assuefatto alla sofferenza, come uno davanti al quale ci si copre il volto, disprezzato, cosí che non lo abbiamo stimato. Veramente egli si è addossato i nostri mali, si è caricato dei nostri dolori. Noi lo credevamo trafitto, percosso da Dio e umiliato, mentre egli fu piagato per le nostre iniquità, fu calpestato per i nostri peccati. Il castigo, che è pace per noi, pesò su di lui e le sue piaghe ci hanno guariti » (Is 53,1-5).
Queste parole che espressamente si riferiscono al Messia, non possono riferirsi al Messia glorioso che aspettano gli ebrei; si possono riferire solo a Gesú in cui si sono pienamente attuate.
Innumerevoli altre sono le profezie bibliche del V.T. che si riferiscono a Gesú; ma, per finire, ne citiamo soltanto un'altra, quella di Malachia: «Poiché dall'oriente all'occidente grande è il mio nome fra le genti, e in ogni luogo è offerto incenso al mio nome e un'oblazione pura» (Ml 1,11).
Questa profezia per gli ebrei non si è mai avverata e non si potrà mai avverare perché mai faranno convertire all'ebraismo tutte le genti e perché essi non potevano offrire incenso e vittime a Dio in nessun luogo, all'infuori del Tempio di Gerusalemme, e perché ora non possono offrirli neanche nel Tempio di Gerusalemme, che è stato distrutto nell'anno 70 d.C. dalle truppe di Tito; esso non potrà mai venire ricostruito perché in quel luogo è stata costruita la moschea di Omar; se gli ebrei volessero distruggere la detta moschea si scatenerebbero contro di essi i 500.000 milioni di musulmani e li annienterebbero. Invece, tale profezia si attua pienamente in Gesú e nella sua Chiesa: infatti in tutti i luoghi della terra vengono costruite Chiese, viene celebrata la S. Messa e vengono offerti a Dio incenso e la vittima pura, Gesú, del cui sacrificio sulla croce la S. Messa è precisamente la rinnovazione.
Nessun commento:
Posta un commento