Qui me invenerit, inveniet vitam…
1. O mio amorosissimo Salvatore, Sacramentato Gesù, che, per alettare gli uomini a cercarvi ed a trovarvi, promettete loro la vita temporale di grazia, e la eterna di gloria; io che ho già avuto la sorte di ritrovarmi in questo Altare, ora a Voi tutto mi dono e mi consacro per non separarmi mai più da Voi: inveni quam diligit anima mea; tenui Eum, nec, dimittam! No: non vi lascerò mai più. Addio creature; addio mondo; addio tutto!… Voi già scendeste dal cielo per tirarmi a Voi. Fu un tempo che vi cercai e non seppi trovarvi; ma adesso chi non vi saprà trovare, sapendosi che in quasi tutte le chiese state esposto sugli altari alla vita di tutti? Non altri che gli stolti e i disgraziati che non vi vogliono riconoscere. Io però vi ammiro, o mio buon Gesù; e col lume, e con la sicura scorta della fede vi credo realmente presente nella Ostia Sacrosanta; e per ciò mi prostro dinanzi a Voi per attestarvi la mia riconoscenza, e proferirmi tutto al vostro servizio senza pretensione a mercede o retribuzione, ma unicamente per amore. Ah, ditemi, chi vi ha spinto ad usare tanta deferenza di carità agli uomini? E che cosa siete venuto a fare? E che cosa pretendete da essi?…
2. Ah! Veni, mi rispondete, veni vocare peccatores, ut convertantur et vivant; ut vitam habeant, et abundantius habeant.
3. Se così è, io che sono il maggiore dei peccatori, debbo sperare d’essere dalla carità vostra preferito a tutti gli altri, e ridotto a vita di salute più fortunata e privilegiata.
4. Ah, fratelli peccatori, venite! Accostatevi a questo tabernacolo, al Cuore pietosissimo del Salvatore nostro, che vi desidera, v’invita, e vi aspetta. Uditelo, con quale tenerezza di amore vi chiama: Venite ad me omnes qui laboratis, et onerati estis; et Ego reficiam vos! Venite, videte, et gustate quam suavis est Dominus !… Provateci! Basterà che ve gli presentate con cuore contrito ed umiliato dicendogli: Signore, Voi siete il nostro Dio, tutto sollecito ed appassionato di salvarci: Deus noster, Deus salvos faciendi! Ecco; depositiamo nelle vostre mani le anime nostre, i nostri cuori: cor contritum et humiliatum non despicies. Appagate, saziate la brama che vi arde di sanarci, d’illuminarci, di stabilirci nella grazia e nell’amore vostro per salvarci, Siamo pentiti di avervi offeso: vi avevamo perduto: finalmente, mercè la bontà vostra, vi abbiamo ritrovato e non vi lascieremo mai più.
5. Ed ecco che Gesù, tutto ansioso e compiacente del nostro bene, v’invita a salire più in alto e più d’appresso a Lui. Vi ha apparecchiato un Banchetto Divino per ristorarvi; vi vuole alla sua mensa Divina: e, venite, ripiglia, venite, comedite panem meum, et bibite vinum quod miscui vobis! Panis est caro mea, et vinum sanguis meus. Anime care, volete conservarvi sane ed acquistare fervore e fortezza di vita spirituale?… Bene; se mangerete la mia carne e berrete il mio sangue con fede ed amore, vivrete in eterno! Qui manducat meam carnem, et bibit meum sanguinem, vivet in æternum.
6. Ah, Gesù mio, giacchè siete tanto buono; giacchè siete il Pane Divino che dà vita spirituale ai poveri moribondi di spirito: Ego sum Panis vivus, qui de cœlo descendi! Giacchè siete disceso dal cielo non solo per ridare loro salute e forza, ma per farli anco risorgere a nuova vita di grazia, deh, ridonate all’anima mia nuovi spiriti vitali, quegli spiriti che emanano dall’amorosissimo vostro Cuore! Ego sum resurrectio et vita: qui credit in me, etiam si mortuus fuerit, vivet! Io vi credo, o Signore, e credo alla potenza della vostra parola. Con questa fede, che pure è dono vostro, io depongo ed abbandono l’anima mia nel vostro seno a succhiare dall’amorosissimo Cuor Vostro lo spirito di vita e di amore, che n’assorbì Giovanni, il vostro Discepolo prediletto, quando nella mistica cena si abbandonò a riposo sul vostro petto: qui supra pectus Domini in cœna recubuit. E giacchè siete stato con me tanto buono, pietoso e clemente, che avete tratto l’anima mia dalla morte alla vita: quoniam eripuisti animam meam de morte: io non vi cerco più altro che di vivere della vita vostra. Io non voglio più distaccarmi da Voi. Voglio starvi sempre accanto; e se non sempre di persona, certamente di spirito e col cuore, ad amarvi ed a servirvi fino alla morte.
7. O quam suavis est, Domine, spiritus tuus! qui ut dulcedinem tuam in filios demonstrares, pane suavissimo de cœlo prestito, esurientes reples bonis! Deh, riempite del vostro soavissimo spirito anche l’anima mia, per il quale riprenda forza a superare tutte le debolezze umane, a vincere i rispetti mondani, e tutti quegli ostacoli che dai vostri e miei spirituali nemici le venissero frapposti per impedirle di corrispondere pienamente agli amorosi vostri desideri. Vincenti dabo manna absonditum; l’avete promesso Voi: Dunque datemi questa manna celeste che mi nutrisca l’anima, che la fortifichi e la renda vittoriosa in ogni cimento. Io mi glorierò, come l’Apostolo, nelle mie debolezze ed infermità, perchè per esse vedrò rivivere in me e trionfare la vostra virtù e potenza: gloriabor in infirmitatibus meis, ut inhabitet in me virtus Christi. Nelle debolezze, nelle infermità e nelle cadute la virtù vostra rendendomi forte e rialzandomi farà perfezionare la mia imperfetta: nam virtus in infirmitate perficitur. Allora vivrò tutto e solo per voi nel tempo e poi nella eternità: si quis manducaverit ex hoc Pane vivet in æternum. Così sia, Gesù mio, così sia!
8. Permettetemi intanto che ad imitazione di Giovanni resti il mio cuore a riposare sul vostro petto per godere dei palpiti amorosi del Cuor Vostro. Deh, che questi divini palpiti ripercuotansi nel cuor mio così fortemente, che vi lascino l’impronta del Vostro, e vi accendano quell’amore che Voi volete da me; amore che consumi tutto ciò che può e deve renderlo a Voi caro e piacente! Permettetemi!… ma che oso io mai?… Non posso sperare d’esservi oggetto di compiacenza come Giovanni, che meritò tanto favore per la sua illibata verginità. Io invece!… Ah, lo conosco: Domine, non sum dignus!… oh, almeno lasciate che come la Maddalena mi prostri ai vostri piedi! A questi piedi sacrosanti mi abbraccio e mi stringo, nè mai più li lascierò donec bene dixeris mihi! Sì: tenui Te, nec dimittam. Gesù mio per questi piedi ch’io bacio, e che tanto affaticarono in cerca di me, datemi il vostro amore; quell’amore che vi portò la Maddalena; sicchè possa udirvi a dirmi: Remittuntur peccata multa, quia dilexit multum. Amen! (recitare il Benedictus).
Francesco Spinelli
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