giovedì 3 febbraio 2022

VI PRESENTO L'AMORE

 


AMARE ANCHE GLI EBREI?


L'albero e l'innesto.

La fede cristiana si può paragonare a un innesto che cresce sull'albero della religione  ebraica. I cristiani quindi non possono odiare quel popolo, dalla cui radice venne la  salvezza del mondo, S. Paolo, nella lettera ai Romani, così parla degli Ebrei che la  comunità romana era tentata di accusare per aver rifiutato il Cristo : « Se le primizie  cristiane sono sante, santa è pure la pianta; e se santa è la radice, santi sono anche i  rami. Se poi alcuni rami sono stati stroncati e tu, che prima eri ulivo selvatico  (pagano) sei stato innestato al loro posto e sei diventato partecipe della radice e della  linfa, non voler vantarti contro quei rami. Se ti vien voglia quindi di vantarti, ricorda  che non tu porti la radice ma la radice porta te. Tu però dirai: — quei rami furono  stroncati, affinché io fossi innestato. E' vero, rispondo; ma ricorda che essi sono stati  stroncati, perché non vogliono credere e allora bada anche tu a star saldo nella fede.  Non levarti, dunque, in superbia, ma sta' vigilante, perché se Dio non perdonò ai rami  naturali, tanto meno perdonerà a te ». (11, 16-21).

Per un cattolico essere antisemita è essere anticattolico. Pio XI, commentando le  parole che si trovano nel Canone della Messa II sacrificio del nostro patriarca  Abramo, dice: «notate che Abramo è chiamato nostro antenato, per cui  l'antisemitismo è incompatibile con quella sublime realtà che è espressa in questo  passo. L'antisemitismo non può trovare accoglienza tra i cristiani. Noi tutti siamo  spiritualmente semiti».

Fra le molte menzogne sparse contro gli Ebrei, grande parte nella campagna contro i  semiti ebbe il libro inventato e falsificato : I protocolli degli anziani dì Sion. In quel  libello, perfidamente inventato dal russo Sergio Nilio, a sua volta copiato dal libro del  Francese Maurizio Joli: Dialoghi in inferno, pubblicato nel 1865, Napoleone è  presentato come il primo che pensò a dominare il mondo, per ispirazione degli Ebrei. Che cosa sarebbe stata la religione cristiana, senza quel Gesù che venne dal mondo  Ebraico?

Che sarebbe stata la Chiesa, senza quei dodici Ebrei che furono gli apostoli del  Messia?

Cosa sarebbe il Cristianesimo senza il sottosuolo di Abramo, di Isacco, di Mosè e di  Giovanni Battista e di tutti quei profeti che annunziarono il Messia?

Cristo Signore stesso disse: «Non pensate che io sia venuto per abolire la legge e i  profeti. Non sono venuto per abolire, ma per portare a compimento. Vi dico in verità che, finché dura il cielo e la terra, non una vocale e non un segno ortografico passerà,  senza avere il suo pieno svolgimento » (S. Matteo, 5, 17-18).

L'apostolo Filippo disse a Natanaele: «Abbiamo trovato colui di cui parla Mosè nella  legge e di cui scrissero i profeti: Gesù, Figlio di Giuseppe di Nazareth ». (S. Giovanni,  1, 45).

La promessa del Salvatore fu fatta agli Ebrei e non ai pagani.

— Ma gli Ebrei sono odiati da tutti — potrebbero dire taluni cristiani.

— Ma i veri cristiani, se sono tali, devono essere anch'essi odiati dal mondo,  secondo la parola dei Maestro: «Vi ho tolti fuori del mondo e per questo il mondo vi  odia» (S. Giovanni, 15,19).

— Ma gli Ebrei sono nostri nemici.

— Supposto che siano tali, un cristiano deve amarli, secondo la parola del Maestro:  «Amate i vostri nemici. Fate del bene a quelli che vi odiano. Pregate per coloro che vi  perseguitano e vi calunniano. Così facendo potete essere figli del Padre vostro che è  nei cieli, il quale fa sorgere il sole sopra i buoni e i cattivi, manda la pioggia sopra i  giusti e gli ingiusti. » (S. Matteo, 5, 44-45).

Durante l'ultima guerra, nessun popolo sofferse quanto soffrirono gli Ebrei. Di dodici  milioni che erano, sei milioni furono uccisi barbaramente con le forme più crudeli.  Qual cristiano potrà disprezzare coloro che, attraverso tanti tormenti si sono fatti  simili al divino Maestro, assai più e assai meglio che mediante il loro criticismo,  spesse volte violento?

Il Redentore nella parabola del buon Samaritano, presenta questo caritatevole  viaggiatore che ama efficacemente colui che sapeva essere suo nemico. Io non posso  quindi odiare colui che Cristo Signore mi ha comandato di amare.

Come i Cristiani possono sperare che gli Ebrei accettino la loro religione, se essi non  agiscono come cristiani? Odiare gli Ebrei è fare il massimo male al Cristianesimo,  appunto perché, ogni odio è anticristiano.

Se i cristiani amano la Terra Santa che fu santificata dai piedi del Salvatore, devono  anche amare quel popolo da cui venne il Salvatore stesso. Il 25 settembre 1928, il  dicastero romano chiamato Santo Ufficio affermò: «La Chiesa Cattolica prega  abitualmente per il popolo ebreo che conservò la legge divina fino a Cristo... La sede  apostolica, ispirata a questo amore, ha sempre protetto gli Ebrei contro l'ingiusta  oppressione e quindi essa disapprova in modo speciale tutto ciò che si raccoglie  intorno al cosiddetto antisemitismo ».

Il Divino Maestro non ha escluso gli Ebrei quando annunciò quella regola che poi  prese il nome di regola d'oro: «Tutto quello che voi volete che gli altri facciano a voi,  voi fatelo a loro. Qui si compendia tutta la legge e tutti i profeti ». (San Matteo, 7,  12).

Il tentativo di distruggere il cristianesimo non è venuto dagli Ebrei. Coloro che più si  sono lanciati contro la divinità del Cristo, mediante il ridicolo e la calunnia, fino al  punto di negarne l'esistenza, non furono Ebrei: Voltaire, Rousseau, Hume, Kant,  Hegel, Schlaiermacher, Schopenhauer, Feurbach, Strauss, Neitzche, Buchner, Haekel,  Drews, e i mille di minor importanza. L'antisemitismo, quindi è anticristiano. La  Germania che eliminò tanti milioni di Ebrei non si è fatta con questo più cristiana. Vengono a questo proposito le parole che il grande Shakespeare mette in bocca all'Ebreo Shylock, mercante di Venezia, perseguitato dai Cristiani: «Sì: io sono un  giudeo. Un giudeo non ha forse gli occhi? Un giudeo non ha le mani, gli organi vitali,  la corporatura, i sensi, gli affetti, le passioni, non è egli nutrito dallo stesso cibo,  ferito dalle stesse spade; soggetto alle stesse malattie, guarito dalle stesse medicine,  scaldato dalla stessa estate e colpito dal freddo dello stesso inverno, come ogni  cristiano? ».

FULTON J. SHEEN

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