Un'altra volta i monaci stavano sopraelevando una parete perché l'edificio lo esigeva e l'uomo di Dio se ne stava chiuso nella sua stanzetta, intento all'orazione. Gli si fece innanzi, beffardo, l'antico nemico e lo avvisò che stava per andare a fare una visitina ai monaci al lavoro.
Colla massima celerità l'uomo di Dio mandò di corsa uno dei suoi ad avvisare i monaci: "Fate attenzione, fratelli: sta arrivando proprio adesso il maligno!".Il messo non aveva neanche finito di parlare che il maligno spirito, rovesciando la parete in costruzione, aveva seppellito e schiacciato sotto le macerie un piccolo monaco, figlio di un impiegato di curia. Pieni tutti di grave costernazione e tristezza, non per la parete crollata ma per il monacello schiacciato, si affrettarono a dare con lagrime di profondo dolore la notizia al venerando Padre Benedetto.
"Andatelo a prendere e portatemelo qui!" ordinò il Padre. Ma non fu possibile trasportarlo se non sopra una coperta, perché i sassi della parete precipitata non solo gli avevano pestato la carne, ma anche schiacciate le ossa. L'uomo di Dio lo fece deporre nella sua stanzetta sopra la stuoia dov'egli soleva pregare; poi licenziato i fratelli chiuse la porta e si buttò in ginocchio a pregare con una insistenza come mai aveva fatto finora.
Ed ecco il miracolo! Entro la stessa ora egli rimandò al lavoro il fanciullo sano e robusto come prima, perché insieme agli altri monaci terminasse la costruzione della parete.
Con la morte di questo fanciullo l'antico nemico si era illuso di prendersi beffa di Benedetto!
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