martedì 14 gennaio 2020

GESU’ OSTIA



La Comunione spirituale

È una pratica che consente di unirsi con Gesù presente nell'Eucaristia quando, animati da un vivo desiderio, si è nell'impossibilità di riceverlo sotto forma di Sacramento.
L'autore de "L'Imitazione di Cristo" spiega: «Infatti questo invisibile ristoro dell'anima, che è la comunione spirituale, si ha ogni volta che si medita con devozione il mistero dell'incarnazione e della passione di Cristo, accendendosi di amore per lui. Chi si prepara soltanto perché è imminente il giorno festivo, o perché sospinto dall'abitudine, è molto spesso tutt'altro che pronto» (Lib. IV; cap. 10).
Madre Mectilde de Bar, alle sue figlie che si trovano nell'impossibilità della comunione sacramentale, consiglia: «[...] dobbiamo supplire, comunicandoci spiritualmente, cioè col desiderio, con l'amore, con l'unione e la partecipazione al Sacrificio, insieme al sacerdote. Ma dico di più: insieme a Gesù, poiché noi siamo parte del suo corpo, che Egli sacrifica nella santa Messa».
«Questa comunione spirituale - insegna Sant'Alfonso Maria de' Liguori - si può praticare più volte al giorno, quando si fa l'orazione, quando si fa la visita al SS. Sacramento, e specialmente quando si assiste alla Messa nel punto che si comunica il sacerdote». E, nella "Pratica di amar Gesù Cristo", riporta le parole della Beata Agata della Croce, che eseguiva tale esercizio per duecento volte al giorno: «Se il confessore non mi avesse insegnato questo modo di così comunicarmi più volte il giorno, io non mi sarei fidata di vivere».
La comunione spirituale, a differenza di quella sacramentale, si può ripetere tutte le volte che si vuole, e può sostituire - ma non con la stessa efficacia - la comunione sacramentale.
In merito, Padre Pio così risponde a una figlia spirituale: «Vi rammaricate che, per causa della malattia, siete costretta a rimanervi digiuna della santissima Eucaristia; ed in ciò vi comprendo e non vi do torto. Conviene rassegnarsi e non cessare di supplicar Gesù che venisse a visitarvi spiritualmente. La comunione spirituale, quando la sacramentale addiviene impossibile, supplisce in parte alla reale».
Quali benefici porta? «La Comunione spirituale - scrive il card. Elia Dalla Costa (1872-1961), arcivescovo di Firenze - non ci fa ricevere realmente Gesù, ma ci dà un aumento di grazia, una forza nuova per preservarci dal peccato e per avere una più intima unione con Gesù Cristo».

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