sabato 11 luglio 2020

EPISTOLARIO



Il direttore

Pedagogia.   Nell'impossibilità di analizzare in questo luogo tutte le  componenti della pedagogia di padre Pio, ricordiamo alcune massime, spigolate  dalle lettere:  
"Gesù si compiace comunicarsi alle anime semplici; sforziamoci di fare acquisto  di questa bella virtù, abbiamola in gran pregio. Gesù disse: "se non vi fate  come i fanciulli, non entrerete nel regno dei cieli" [...]. Sforziamoci di avere  una mente sempre pura nei suoi pensieri, sempre retta nelle idee, sempre santa  nelle sue intenzioni" (10 7 1915, da leggersi tutta la lettera). 
"Non vi è nulla che possa e che faccia disseccare il latte ed il miele della  carità, quanto il rammarico, le afflizioni le malinconie. Vivete quindi in una  santa gioia tra cotesti figli della patria; mostrate loro conforto spirituale,  buono e di un grazioso aspetto, affinché vi accorrano con allegrezza. Non dico,  mio caro padre, che voi siate adulatore, ma dolce, soave, amabile. Insomma,  amate con un amore cordiale, paterno e pastorale cotesti poveri sventurati del  secolo ed avrete fatto tutto; e sarete tutto a tutti, padre a ciascuno e  soccorrevole a tutti. Questa sola condizione è sufficiente" (15 12 1917).  

"Proponete sempre, o mio buon padre, di corrispondere generosamente [al  dolcissimo Signore], rendendovi degno di lui, cioè simile a lui, nelle  perfezioni adorabili ormai note nella Scrittura e nel Vangelo. Ma affinché  l'imitazione si dia, è necessaria la quotidiana riflessione sulla vita di Colui,  di cui ci si propone a modello. Dal riflettere nasce la stima dei suoi atti, e  dalla stima il desiderio ed il conforto della imitazione" (27 2 1918).  

"Chi teme di offendere Iddio non l'offende in verità, ed allora l'offende quando  cessa questo timore" (29 1 1919).  

"Riguardo al vostro spirito pregovi di star tranquillo e di non abbattervi per  le difficoltà che incontrate nella pratica della virtù. Vi basta la grazia che  vi viene somministrata dall'alto, perché la potenza di Dio arriva al suo fine  per mezzo della debolezza. Soprattutto vi stia a cuore la carità verso Dio,  verso il prossimo e verso voi stesso. Astenetevi dal giudicare chi che sia,  salvo il diritto che vi viene dal dovere. Così facendo serberete stima verso  tutti, vi addimostrerete degno figlio del Padre celeste che fa risplendere il  suo sole sopra del giusto e del peccatore" (2 4-1919).  
"Non vogliate ricusarvi in nessun modo e per nessun motivo dal far la carità a  chi che sia non solo, ma presentandosi delle favorevoli occasioni di offrirla  voi stesso. Tanto vuole il Signore e tanto dovete sforzarvi di fare" (15 2  1921).  
"Possibile, padre, che voi non siete mai contento sul conto vostro? Gesù vi  predilige tanto contro ogni stesso vostro demerito, vi fa scendere a fiumana le  grazie su di voi e voi vi lamentate. Sarebbe tempo di finirla e di incominciare  a persuadervi che siete molto debitore con nostro Signore e quindi meno lamenti  e più gratitudine e molto rendimento di grazie. Una sola cosa dovete dimandare a  nostro Signore: amarlo. E tutto il resto in ringraziarlo" (20 11 1921).  
"Gesù vuole affezionarle [le anime] a lui solo, perciò vuole spargere la loro  vita di spine" (13 2 1913). 

"Aggiungo ancora questo, di vegliare e stare sempre vigilante su voi stesso,  specie in ciò che riguarda il maledetto vizio della vanagloria, che è il tarlo,  la tignuola dell'anima devota. E tanto più bisogna vegliare su questo vizio in  quanto che esso è più facile ad aprirsi la strada ed entrare nell'anima  inosservato e per legittima conseguenza più difficile assai a conoscerlo. Stiamo  sempre all'erta e non ci deve sembrare mai troppo il combattere questo nemico  instancabile, il quale è sempre là alla porta di ogni nostra azione" (9 5 1915).

PADRE PIO DA PIETRELCINA 

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