Il Mistero dell’Iniquità
Il governo degli Stati uniti è simile a quello della Russia
Non si può non sospettare, tuttavia, l’esistenza di ulteriori e occulti motivi dietro alle critiche americane nei confronti della ‘democrazia manovrata’ in Russia. Questo perché i maestri della ‘democrazia manovrata’ sono proprio gli Stati Uniti d’America, che da sempre usano mezzi di coercizione brutali e identici a quelli applicati dal governo Russo contro candidati scomodi dell’opposizione, come ad esempio Robert Kennedy, George Wallace o Martin Luther King, e talvolta persino contro presidenti ‘insubordinati’ come John F. Kennedy e Richard Nixon. L’Unione Europea ha minacciato sanzioni economiche contro la Russia, a causa delle sue “tattiche aggressive in Europa Orientale, le violazioni dei diritti umani e l’abuso del sistema giudiziario a fini politici.” La fonte dalla quale l’Unione Europea ha tratto questa posizione è Washington. Durante una conferenza sulla sicurezza internazionale, tenutasi a Monaco il 9 febbraio 2004, il Senatore degli Stati Uniti John McCain ha affermato che: “il comportamento antidemocratico e le minacce alla sovranità e alla libertà dei suoi vicini, non gioveranno alla Russia, ma anzi la escluderanno dal gruppo delle democrazie Occidentali.”
Senza voler mettere in dubbio le ragioni del Senatore McCain, che potrebbero anche essere del tutto oneste, non dobbiamo mai scordarci che chi determina la politica estera degli Stati Uniti, ai suoi più alti livelli, non si preoccupa affatto del benessere dei vicini della Russia e non ha alcun interesse verso i diritti umani, la democrazia, la sovranità, la libertà, il benessere dei paesi confinanti con la Russia o di quello di qualsiasi altra nazione, inclusi gli Stati Uniti stessi. Ai vertici della struttura di comando degli Stati Uniti ci sono dei massoni, come dichiarò il Pontefice Supremo della Massoneria Mondiale Albert Pike, che aspirano a “governare sui padroni del mondo”385 spingendo la politica estera Americana verso la creazione di un imperialismo ateo e fascista, e cioè il Nuovo Ordine Mondiale.
L’11 settembre 1990, il presidente e massone George Bush annunciò al mondo l’intenzione di creare un Nuovo Ordine Mondiale, che non è altro se non il Governo Mondiale massonico, al centro degli obiettivi dichiarati della Massoneria sin dal 1730. Il Nuovo Ordine Mondiale è raffigurato simbolicamente nell’emblema ufficiale dell’Ordine degli Illuminati, ed è presente sulla banconota da un dollaro degli Stati Uniti. È nell’altra faccia del Grande Sigillo degli Stati Uniti. Su quell’emblema ufficiale del governo degli Stati Uniti si può vedere la piramide, alla base della quale si legge, scritta in numeri Romani, la data 1776. Fu infatti in quella data, come testimonia padre Augustin Barruel,386 che fu annunciato nelle logge Massoniche di tutto il mondo che presto avrebbe avuto inizio la grande rivoluzione.
Sopra la piramide è raffigurato il dio sole degli antichi Egizi, identificato da Albert Pike come Baal, il dio dei Cananei e dei massoni (e quindi il dio di Bush). Baal è la forma abbreviata di Beelzebul (“il principe del mondo”), che Gesù Cristo definì il principe di questo mondo. Questa “divinità” è rappresentata con “l’occhio che tutto vede”, dalla quale si propagano molteplici raggi di “luce massonica” – si tratta dei ‘mille punti di luce’ di cui parlò George Bush durante il discorso, nel quale annunciava la creazione del Nuovo Ordine Mondiale. Nel testo che ho appena citato (“Morale e Dogmi del Rito Scozzese antico e accettato della Massoneria”), Albert Pike spiega chi è la fonte di questa luce Massonica, cioè il “dio” della Massoneria: “Lucifero il portatore di luce!...non dubitare.”
La setta Massonica dell’Ordine degli Illuminati fu fondata dal massone Adam Weishaupt il 1 maggio 1776, nella festività di Beltaine (un giorno di festa pagano dedicato al “dio” Baal, venerato dai massoni). Dopo la Rivoluzione Americana, che ebbe inizio nel 1776, i massoni Illuminati inserirono il proprio emblema demoniaco nel Grande Sigillo degli Stati Uniti, facendo così nascere ufficialmente “l’imperialismo Americano”. Sin d’allora, la politica estera Americana è stata in mano alla Massoneria, con lo scopo di creare un governo mondiale massonico, cioè il Nuovo Ordine Mondiale. “Non sorprende”, afferma Padre Adler nel suo libro Die Söhne der Finsternis che ho già citato, che “già nel 1730 si potesse leggere in un libro intitolato “Il Segreto della Massoneria” e pubblicato a Bruxelles, quest’affermazione fondamentale, che spiega l’intero programma della Massoneria: ‘Lo scopo finale della Massoneria è la creazione di una Repubblica mondiale’.”387 È a questo scopo che gli Stati Uniti hanno costruito il proprio impero neo-coloniale, prima in America Latina e successivamente, dopo la Seconda Guerra Mondiale, in Asia Orientale.
Gli Stati Uniti entrarono nella Prima Guerra Mondiale evidente con l’obiettivo dichiarato di rendere il mondo “più sicuro per la democrazia”, come dichiarò il presidente Woodrow Wilson. George W. Bush, decenni più tardi, avrebbe affermato di voler introdurre ‘la democrazia’ in Medio Oriente – una delle giustificazioni più risibili dietro alle operazioni di conquista dell’Afghanistan e dell’Iraq (operazioni che l’amministrazione Obama sta allargando al Pakistan, e che presto potrebbero essere portate addirittura in Iran). In Iran, a partire della prima amministrazione di George W. Bush, si sono susseguite molteplici operazioni segrete, organizzate dalla CIA e dalle Forze Speciali Americane. Ricordiamoci quel che ha detto Sergei Markov, in merito ai tre gruppi dirigenti che operano attualmente in Russia, e cioè che “ciascuno comprende la democrazia a modo suo,” perché questo principio si applica alla perfezione anche ai leader politici Americani.
Per i leader politici massoni, e per quelli influenzati da quest’ultimi, il concetto di “democrazia” è strettamente legato a quello di Repubblica Mondiale massonica in un Nuovo Ordine Mondiale. Anche se l’attuale “democrazia” americana è una forma più sottile di quella “democrazia manovrata” che si può riscontrare nella Russia post-Sovietica, non c’è dubbio che essa si trasformerà alla fine in un’istituzione totalitaria. La “democrazia” americana, pertanto, è destinata a diventare “democratica” proprio come la Repubblica Democratica Tedesca o come tutti quegli stati totalitari che si auto-definiscono “repubbliche democratiche” (come ad esempio la Corea del Nord). In questo contesto è facile comprendere perché il governo degli Stati Uniti, per decenni, abbia sostenuto, mantenuto e imposto brutali dittature in svariati paesi del mondo, al fine di portarvi “la democrazia” e proteggerli dal “comunismo”.
Christopher Story spiega che “come l’Unione Sovietica, che continua la sua esistenza sotto copertura, anche gli Stati Uniti sono intrinsecamente e storicamente una potenza rivoluzionaria. Hanno adottato un espansionismo aggressivo e arrogante, e una politica di rivoluzione globale che sta diventando una minaccia alla pace mondiale, quasi come il comportamento predatorio ed espansionista dell’Unione Sovietica di Breznev.”388 Usando il pretesto della “provocazione dell’11 settembre,” continua Story, “… gli Stati Uniti si sono impegnati in un una nuova forma imperialistica di Lebensraum globale.”389 L’agenda imperialistica di George W. Bush (e di Barack Obama) non è stata creata da questi ultimi, ma fu formulata prima che Bush diventasse presidente. “Un progetto segreto per il dominio globale da parte degli Stati Uniti,” riporta Neil Mackay, “rivela che il gabinetto del presidente Bush, ancor prima che quest’ultimo salisse al potere nel gennaio 2001, stava pianificando un attacco premeditato contro l’Iraq, per assicurarsi il ‘cambio di regime’.”390 Mackay afferma che quel “progetto”, svelato dal
Sunday Herald Scozzese, era stato concepito “per la creazione di una ‘pax globale Americana’”. Questo documento, intitolato Rebuilding America’s Defenses: Strategies, Forces and Resources for a New Century [“Ricostruire le difese dell’America: strategie, forze e risorse per un nuovo secolo”], è stato preparato nel settembre 2000 dall’organizzazione PNAC (Project for the New American Century), sotto la guida di Dick Cheney, Donald 391Rumsfeld, Paul Wolfowitz e altri.
“Il documento del PNAC,” continua Mackay, “delinea ‘il progetto per il mantenimento del predominio globale da parte degli Stati Uniti, impedendo il sorgere di una grande potenza rivale, e rimodellando l’ordine internazionale in linea con i principi e gli interessi americani’.” Il documento, come “missione principale”, prevede che gli Stati Uniti “combattano e vincano in modo decisivo una serie di guerre simultanee, in svariati teatri strategicamente fondamentali”. “Il rapporto,” prosegue l’autore, “ritiene che gli Stati Uniti ‘debbano scoraggiare le nazioni più industrializzate dallo sfidare la sua supremazia e persino dal voler aspirare ad avere un ruolo di primo piano a livello regionale o mondiale’.” Per questo motivo, è chiaro che “le guerre in Iraq e Afghanistan,” come spiega Michel Chossudovsky, economista canadese e professore emerito presso l’Università di Ottawa, “fanno parte di un progetto militare più vasto, che è stato lanciato alla fine della Guerra Fredda”.392 “In altre parole,” prosegue Chossudovsky, “lo scopo di queste guerre portate dagli Stati Uniti è la ri-colonizzazione di una vasta regione, che si estende dai Balcani fino all’Asia Centrale.”393
Il crollo teorico dell’Unione Sovietica sembrò essere il momento ideale per costruire il proprio impero. “Con la caduta dell’Unione Sovietica nel 1991”, scrive Norm Dixon, un giornalista del The Green Left Weekly, “i governanti degli Stati Uniti speravano che il ‘Secolo Americano’ fosse nuovamente all’orizzonte. George Bush padre aveva indicato la vittoria degli Stati Uniti sull’Iraq nella Guerra del Golfo del 1990-1991 come la ‘fine della Sindrome del Vietnam’ e aveva dichiarato che Washington avrebbe d’ora in avanti inseguito l’obiettivo di un ‘Nuovo Ordine Mondiale’.”394 L’importanza dell’Iraq è fondamentale per la creazione del Nuovo Ordine Mondiale. Senza un forte sostegno estero, la dinastia Saudita cadrà presto. La lunga storia di relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Arabia Saudita è ormai giunta ad una fase terminale.395 Per questo, un diplomatico americano “ha confidato al quotidiano Sunday Herald Scozzese che un Iraq riabilitato sarebbe l’unica alternativa ragionevole, a lungo termine, rispetto all’Arabia Saudita. Non si tratta solo di cambiare cavallo in corsa, perché il cambio di regime a Baghdad, attualmente in corso da parte degli Stati Uniti, è per questi ultimi una necessità strategica.”
Nel settembre 2003 il principe ereditario Saudita Abdullah Bin Abdul Aziz Al-Saud si è recato in visita a Mosca per tre giorni. Alexander Shumilin ha fatto notare come la Russia consideri l’Arabia Saudita un “appetibile partner strategico.” Secondo Shumilin, poiché le relazioni con gli Stati Uniti si sono raffreddate, “a causa delle accuse americane secondo le quali i sauditi sponsorizzerebbero il terrorismo internazionale, l’arrivo a Mosca del leader de facto dell’Arabia Saudita è stato considerato da molti una riprova del riallineamento dei sauditi [nei confronti della Russia].”396
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Padre Paul Kramer
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