domenica 18 luglio 2021

TRATTATO DI DEMONOLOGIA

 


Germana liberata definitivamente con un secondo esorcismo 25 aprile 1907


In diverse occasioni, durante le crisi, il demonio aveva detto che se ne sarebbe andato, sì, ma che  sarebbe tornato un’altra volta e che la sua seconda presenza sarebbe stata più pesante e spaventosa  della prima. La triste profezia si avverò quattro o cinque mesi più tardi, all’inizio del 1907, quando  la povera Germana si vide ridotta alla condizione dell’anno precedente. Fu necessario pertanto un  nuovo esorcismo e questa volta, in assenza del padre Erasmo che era stato richiamato in Europa, fu  presieduto dallo stesso vescovo missionario del Natal, Monsignor Enrico Delalle. La cerimonia fu  fissata il 24 aprile nella chiesa della missione di San Michele.

Il primo giorno il vescovo, assistito da altri tre sacerdoti, fece l’esorcismo dalle 8 alle 12, e dalle 14  alle 20, ma senza ottenere nulla. Il diavolo evidentemente non aveva nessuna intenzione di  andarsene:

— Ho avuto da Dio, che io odio, il permesso di parlare e di tutto palesare. Finché questo tempo non è passato non me ne vado e voi non potete far nulla per obbligarmi a partire.

Il secondo giorno, 25 aprile, l’esorcismo fu ripreso. Dopo un’ora e mezza l’ossessa si elevò dal  suolo e il demonio cominciò a prendersi gioco del vescovo:

— E allora, signor vescovo, che cos’hai da star lì a bocca aperta? Cerca di fare anche tu come me. E scoppiò in una grossolana risata mentre il vescovo e i sacerdoti che lo assistevano grondavano di  sudore. Poi l’ossessa ripiombò a terra ancora legata mani e piedi.

Il vescovo riprese le preghiere con rinnovato fervore. Si raccomandò a san Michele arcangelo e alla  Vergine Immacolata per un’ora intera, e finalmente vide che la sua preghiera, e la preghiera di tutti  gli astanti, era stata esaudita. La bestia satanica, con un ultimo guizzo di rabbia furiosa e un’ultima  spaventosa imprecazione, finalmente se ne andò dalla giovane che rimase per qualche istante come  priva di vita. Germana fu risollevata, sciolta dai suoi legami e fatta inginocchiare davanti all’altare.  E facile immaginare la gioia, la commozione, la gratitudine con cui il vescovo e gli altri, e la stessa  graziata, cantarono il Magnificat e il Te Deum di ringraziamento.

Germana visse ancora 6 anni dopo la sua liberazione, restando nella missione e edificando tutti con  l’esempio di una vita veramente cristiana. Morì tisica, facendo una morte santa, il 14 marzo 1913  all’età di 24 anni, festa dell’Addolorata, il venerdì di Passione.

Paolo Calliari

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