martedì 4 gennaio 2022

AUTORI CONTEMPORANEI DELLA SS TRINITA’

 


Conchita (1862-1937)


«Contemplo gli abissi della Trinità»

«Nella chiarezza di queste luci che tengono la mia anima come assorbita da Dio, in un istante contemplo gli abissi e gli splendori della Trinità, in un modo tutto speciale, profondo, inspiegabile: talora la sua unità, la sua essenza o la sua eternità, talora la generazione eterna del Verbo e il piano della redenzione, talora i suoi attributi, la sua felicità, le sue perfezioni infinite. Scopro in essa una sola Essenza nella moltitudine delle sue perfezioni. Altre volte, la vedo come un prisma, come un cristallo nel quale si riflettono tutti i colori della luce, con questa differenza che la Santissima Trinità non è un riflesso ma la Luce stessa. Oh, quali meraviglie esperimenta la mia anima in questi abissi di luce o piuttosto su queste vette divine, mentre il mio pensiero non coglie che un minuscolo punto dell'incomprensibile!

In altre circostanze, la vedo come un oceano immenso di grazie: mille fiumi sgorgano da questo oceano e ritornano a perdersi in esso. La vedo come la grazia da cui sgorgano tutte le grazie. Contemplo anche la Trinità come una fonte limpida dai mille getti di acqua abbaglianti che, dopo aver incantato la stessa Sorgente e rapito tutti gli spettatori, vanno di nuovo a perdersi in essa e a confondersi con le acque della Fonte stessa. Contemplo così le perfezioni della Santissima Trinità, le sue grazie, la sua bellezza, i suoi splendori che sgorgano da essa senza mai uscirne, e tornano in essa senza più rivenirne, perennemente rapita dai suoi incanti. Ma lasciamo andare queste metafore: non c'è né sorgente, né prisma, né oceano, ma tutto questo e tutti i valori riuniti senza passato né futuro. Sì, la Trinità è viva. Essa si muove, essa è felice nella sua propria vita, nel suo Essere e nella sua eterna felicità.

Oh, quanto è grande la Santissima Trinità! Com'è bella la sua unità sostanziale! Il Signore mi ha fatto vedere come ci sono tre Persone, ma divine, che costituiscono una sola essenza, una stessa sostanza, una sola divinità, perché non ci possono essere più dèi, ma una sola divinità, forma e sostanza eterna di tutte le perfezioni» (D. 19 luglio 1906).


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