venerdì 14 gennaio 2022

IL PAPA E LA CHIESA - I VESCOVI E I SACERDOTI

 


RELIGIOSA DELLA VISITAZIONE  SANTA MARIA DI CHAMBERY


ZELO APOSTOLICO

Una cosa colpisce particolarmente chi ha vissuto con Suor Maria-Marta, è certo non è sfuggita al lettore, ed è - col soprannaturale profuso ad ogni istante di questa ammirabile esistenza - lo spirito apostolico che l'anima e la sostiene. 

Niente di gretto nella pietà della nostra Sorella, e niente d'egoismo nelle sue preghiere. Essa si sente membro del corpo mistico di Gesù, da cui non si separa giammai.  

Il suo apostolato non si limita a identificarsi con la sua Comunità e il suo Istituto: essa non fa che una cosa sola con la Chiesa intera.   

Investendola di una missione di preghiera universale, N. Signore dona alla sua umile Sposa lumi che essa traduce in pratica in modo tanto semplice quanto sublime: Essa s'immola in unione al suo Divin Maestro, prega in unione con Lui concentrando tutta la sua preghiera d'intercessione, nell'offerta assidua dei meriti del Salvatore.  

Così l'abbiamo intraveduta nei capitoli concernenti le Sante Piaghe. Ci resta ora a considerarla più da vicino in quest'opera d'immolazione e di preghiera alla quale nulla rimane estraneo. 


IL PAPA E LA CHIESA - I VESCOVI E I SACERDOTI 

Per mezzo dell'offerta quotidiana (1) tutta la vita di Suor M. Marta era consacrata alla grande causa di Dio: la causa della Chiesa: Pastori e Fedeli. 

Nostro Signore rinnova sovente alla sua serva la promessa del trionfo della Santa Chiesa per mezzo delle Sante Piaghe e della Vergine Immacolata:   

“Figlia mia, devi compier bene la tua miss ione, che è di offrire le mie divine Piaghe al mio Eterno Padre, perché da queste deve venire il trionfo della mia Chiesa, il quale passerà per le mani della mia Madre Immacolata”.   

Ma fin da principio il Divin Maestro previene ogni illusione, come ogni equivoco. Non si tratta del trionfo materiale, visibile universale, che sognano certe anime!... Sotto la barca di Pietro i flutti non si piegheranno mai con perfetta docilità, anzi, talora, si potrà tremare davanti al furor della loro agitazione... Lottare, lottare sempre, è una condizione della vita della Chiesa: “Non si capisce che cosa si chiede domandando il suo trionfo.... La mia Chiesa non avrà mai trionfo visibile”. (2)   

Tuttavia, attraverso le lotte e le angosce, continua a compiersi nella Chiesa e, per mezzo della Chiesa, l'opera di N. Signore Gesù Cristo: la salvezza del mondo. L'opera di N. S. Gesù Cristo si compie tanto meglio quanto più la preghiera - che ha il suo posto nel piano divino - implora i soccorsi del Cielo. 

E si comprende che il Cielo si lascia particolarmente piegare quando Lo si invoca nel nome delle Piaghe Redentrici. Gesù insiste spesso su questo punto: “Bisogna che tu attinga senza posa da queste Sorgenti per il trionfo della mia Chiesa”. 

In tempi di gravi perturbazioni, Suor M. Marta chiedeva instantemente a N. Signore di prendere sotto la protezione delle Sue Sante Piaghe il Sommo Pontefice. Il Salvatore degnò gradire questa preghiera, e fece vedere alla nostra Sorella che la grazia sovrabbondava sul Santo Padre Pio IX e che le preghiere fatte dalla Comunità, vi contribuivano grandemente: “Dalle mie Piaghe si spande su di Lui una grazia speciale”.  

Un altro giorno, in cui essa pregava per la Chiesa e la conversione dei suoi nemici, Gesù le disse: “Quanto mi è gradita questa preghiera!... Tutti coloro che veramente mi appartengono chiedono la conversione dei nemici della mia Chiesa”.   

Le SS. Vergine teneva lo stesso linguaggio raccomandando alla sua figlia di pregare per i grandi interessi del Papato e per l'Augusto Pontefice di Roma. 

Il 6 ottobre 1867 (festa della Madonna del Rosario), questa buona Madre le disse: “Voglio insegnarti una giaculatoria e tu mi farai grandissimo piacere dicendola per i bisogni della Santa Chiesa: Nostra Signora del Rosario, proteggete il Santo Padre... Nostra Signora del Rosario, convertite i nemici della Chiesa, e del Santo Padre”.  

In ciascun giorno di questo mese, la fortunata Sorella ricevé la visita della Regina del Cielo, la quale le faceva vedere quante grazie scendevano sul mondo per mezzo delle Sante Piaghe di Gesù e della sua materna intercessione.   

Dal 1867 alla morte di Pio IX, ma specialmente durante il Concilio Vaticano, stupisce il veder fino a qual punto la vita di Suor M. Marta venne associata a quella della Chiesa. La nostra umile Conversa, seguiva, per dir così, a distanza, i grandi avvenimenti di cui Roma subiva allora il contraccolpo. Essa partecipava alle angosce del Santo Pontefice. Sulla richiesta di N. Signore moltiplicava penitenze e preghiere e apprendeva dal Divin Maestro che “Sua Santità si manterrebbe sulla Santa Sede, ma nella tribolazione”.   

Il 26 aprile 1869, durante le invocazioni alle Sante Piaghe, che la Comunità faceva ogni giorno per i bisogni della  

Chiesa, Gesù Crocefisso si fece vedere alla sua Sposa. Il Sangue Divino scorreva in grande abbondanza dalle Sacre Piaghe: “Questo è per il mio Vicario Pio IX”, Egli disse. E il Sangue del Salvatore continuava a scorrere, ed Egli soggiungeva: “Questo, per i miei Ministri!.... per tutti, anche per quelli che non mi domandano la luce.”   

“Satana sta per muovere gli assalti più furiosi per tentare di annientare la Chiesa.”   

“Parecchie luci perderanno lo splendore e molti di coloro che sembran colonne, cadranno”. 

Ai primi del dicembre 1869 N. Signore ripete ancora: “ Figliuola mia, bisogna pregare per il Concilio.... Bisogna raddoppiare di fervore, giacché è dal Concilio che deve emanare la luce”.   

A questo tempo, il cilicio che la nostra cara Sorella portava notte e giorno, le si faceva talvolta così doloroso, che essa provava pena gravissima a sopportarlo. Gesù permetteva questo soprappiù di sofferenza perché le circostanze dell'ora critica esigevano sacrifici più eroici.  

Nel marzo 1870, il Divin Maestro annunziava: “I Padri del Concilio non sanno quando finirà... nessun può prevederlo”.   

Dal Sommo Pontefice, Suor M. Marta non separa i Vescovi, collaboratori del Papa e suoi fratelli in Gesù Cristo. E tra i Vescovi, quello della Diocesi diviene oggetto particolarissimo della sua figliale sollecitudine. Essa si sente obbligata a dedicarsi a Lui più che ad alcun altro. Nostro Signore gliene fa un dovere.  

Sarebbe interessante seguirla sotto questo rapporto. Ci si permetta di citare solamente una vera consegna religiosa data dal Pastore Sovrano per uno dei nostri venerati Pontefici. “Io voglio, dice Gesù, che quest'anima brilli in Cielo come una stella. Io non la ritirerò da questo mondo, che quando, con le vostre preghiere, le vostre sofferenze e, specialmente, con le vostre invocazioni delle SS. Piaghe, le avrete ottenuto questa splendida bellezza!”   

Qualche giorno dopo, Maria SS. le soggiungeva: “Essendo Egli Arcivescovo, la perfezione di quest'anima dev'essere completa. Essendo “vostro” Arcivescovo, la Comunità deve adornarlo. Per questo occorrono preghiere, Comunioni, sofferenze. Voi dovete coprirlo delle Palme che Egli deve portare in Cielo”.  

Insieme all'Episcopato, tutto il Clero secolare e regolare beneficava di questo apostolato che Gesù richiedeva alla sua Sposa.   

Per sostenere lo slancio delle sue immolazioni, N. Signore la illuminava vivamente sulla sublimità delle funzioni del Sacerdote, - la grandezza del suo ministero, - i pericoli e le difficoltà che lo circondano, - la necessità di una perfezione maggiore e, per conseguenza, di soccorsi più potenti: “I Sacerdoti e i Religiosi hanno ricevuto da Dio un grande onore nella grazia della loro vocazione. Essi devono renderne gloria a Dio santificandosi e aiutando la santificazione degli altri.” 

Colui che ammaestra gli altri, se non pratica ciò che insegna, è molto più colpevole e soffre maggiormente in Purgatorio.” 

“Nel caso opposto la ricompensa è incomparabilmente maggiore”.   

Alla sera della festa dei Morti (2 novembre 1869), Suor M. Marta vide svolgersi una meravigliosa teoria d'anime salenti al Cielo..... Essa poteva contemplarle, ma non avvicinarle. Due si staccarono da questa lunga processione e le vennero incontro. Erano due anime di Sacerdoti! La loro bellezza era superiore ad ogni umano concetto... Le dissero: “Noi abbiamo trovato la vera felicità, la vera gloria, la vera ricchezza!...” 

Il Celeste Direttore, faceva comprendere alla sua Discepola la grandezza di questa Divina potenza accordata ai successori degli Apostoli, di rimettere i peccati in Suo Nome e in virtù del Suo preziosissimo Sangue. La nostra Sorella Lo vedeva cadere su di lei al momento dell'assoluzione: “Io innaffio il mio giardino” le disse una volta il Salvatore. 

In una visione, che la colmò di gioia, la Vergine Maria le si mostrò come la potente protettrice e la custode delle anime consacrate. 

Suor M. Marta fu trasportata in luogo abbagliante di luce e di candore: “Figlia mia, le disse l'Immacolata, questo è il mio dominio, qui è la mia abitazione”. Sotto i piedi di Maria si agitava un mostro spaventoso con le fauci spalancate, da cui sortivano mille strumenti aguzzi e taglienti. Una voce disse: “Questo è per i Sacerdoti e i Religiosi”. La buona Conversa non capì, dapprima, il significato di questa visione. Il domani Gesù le spiegò che quegli orribili strumenti “rappresentavano le varie tentazioni, con le quali il demonio cerca di ferire, ingannare, far cadere le anime consacrate”. Che queste anime si rivolgano a Maria; il suo piede verginale schiaccia sempre la testa del serpente. 


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