Vita n. 2
La vita di Antonio
di Atanasio, vescovo di Alessandria
6. Alla fine, quando il drago non riuscì nemmeno a rovesciare così Antonio, ma si vide spingere fuori dal suo cuore, digrignando i denti, come è scritto, e come se fosse fuori di sé, apparve ad Antonio come un ragazzo nero, prendendo una forma visibile [17a] secondo il colore della sua mente. E, per così dire, si strinse a lui, non lo tempestò più di pensieri, perché astuto com'era, era stato battuto, ma alla fine parlò con voce umana e disse: "Molti ho ingannato, molti ho abbattuto; ma ora, attaccando te e le tue fatiche come ho fatto con molti altri, mi sono dimostrato debole". Quando Antonio chiese: "Chi sei tu che parli così con me?", rispose con voce lamentosa: "Io sono l'amico della prostituzione e ho preso su di me gli incitamenti che portano ad essa contro i giovani. Sono chiamato lo spirito della lussuria. Quanti ho ingannato chi voleva vivere sobriamente, quanti sono i casti che ho persuaso con i miei incitamenti! Io sono colui per il quale anche il profeta rimprovera coloro che sono caduti, dicendo [17b]: "Siete stati indotti in errore dallo spirito di prostituzione". Poiché per mezzo di me sono stati presi in trappola. Io sono colui che ti ha così spesso turbato e che è stato così spesso abbattuto da te". Ma Antonio, dopo aver reso grazie al Signore, con buon coraggio gli disse: "Tu sei molto spregevole, perché hai il cuore nero e sei debole come un bambino. D'ora in poi non avrò più problemi da te [18], "perché il Signore è il mio aiuto e io guarderò i miei nemici dall'alto in basso"". Avendo sentito questo, il nero fuggì subito, rabbrividendo a quelle parole e temendo di avvicinarsi ancora all'uomo.
7. Questa fu la prima lotta di Antonio contro il diavolo, o piuttosto questa vittoria fu l'opera del Salvatore in Antonio [19], "che ha condannato il peccato nella carne affinché l'ordine della legge si compia in noi che non camminiamo secondo la carne ma secondo lo spirito". Ma Antonio, sebbene il maligno fosse caduto, non allentò più le sue cure e non lo disprezzò; né il nemico, come se fosse stato vinto, si mise a tendergli trappole. Poiché di nuovo si aggirava come un leone cercando qualche occasione contro di lui. Ma Antonio, avendo imparato dalle Scritture che gli stratagemmi [20] del diavolo sono molti, continuò con zelo la disciplina, ritenendo che se il diavolo non fosse riuscito a ingannare il suo cuore con il piacere corporeo, avrebbe cercato di intrappolarlo con altri mezzi. Perché il demonio ama il peccato. Perciò sempre più reprimeva il corpo e lo teneva in soggezione [1], per timore che, avendo vinto da una parte, fosse trascinato giù dall'altra. Perciò progettò di abituarsi a un modo di vivere più severo. E molti si meravigliavano, ma lui stesso sopportava facilmente il lavoro; perché l'ansia dell'anima, per il lungo tempo che aveva dimorato in lui, aveva fatto nascere in lui una buona abitudine, così che non prendendo che poca iniziazione da altri, dimostrava grande zelo in questa materia. Vegliava a tal punto che spesso continuava l'intera notte senza dormire; e questo non una volta, ma spesso, con grande meraviglia degli altri. Mangiava una volta al giorno, dopo il tramonto, a volte una volta in due giorni, e spesso anche in quattro. Il suo cibo era pane e sale, la sua bevanda, solo acqua. Della carne e del vino è superfluo parlare, dato che non si trovavano cose del genere presso gli altri uomini seri. Una stuoia di giunco gli serviva per dormire, ma per la maggior parte del tempo giaceva sulla nuda terra. Non volle ungersi con l'olio, dicendo che si addiceva ai giovani di essere seriamente allenati e di non cercare ciò che avrebbe innervosito il corpo; ma dovevano abituarlo al lavoro, memori delle parole dell'Apostolo [2], "quando sono debole, allora sono forte". Perché", disse, "la fibra dell'anima è allora sana quando i piaceri del corpo sono diminuiti". Ed era giunto a questa conclusione davvero meravigliosa: "che il progresso nella virtù e il ritiro dal mondo per amore di essa non devono essere misurati dal tempo, ma dal desiderio e dalla fissità del proposito". Per lo meno non pensava al passato, ma giorno per giorno, come se fosse all'inizio della sua disciplina, applicava maggiori pares per progredire, ripetendo spesso a se stesso il detto di Paolo [3]: 'Dimenticando le cose che stanno dietro e protendendosi verso quelle che stanno davanti'. Era anche memore delle parole dette dal profeta Elia [4]: "Il Signore vive alla cui presenza mi trovo oggi". Infatti osservò che dicendo "oggi" il profeta non calcolava il tempo trascorso; ma ogni giorno, come se fosse sempre all'inizio, si sforzava di rendersi idoneo a comparire davanti a Dio, essendo puro di cuore e sempre pronto a sottomettersi al suo consiglio, e a Lui solo. E diceva a se stesso che dalla vita del grande Elia l'eremita doveva vedere la propria come in uno specchio.
8. Così, stringendo la presa su se stesso, Antonio si recò alle tombe, che si trovavano a una certa distanza dal villaggio; e dopo aver chiesto a uno dei suoi conoscenti di portargli del pane a intervalli di molti giorni, entrò in una delle tombe e, avendo l'altro chiuso la porta, rimase solo all'interno. E quando il nemico non riuscì a sopportarlo, ma temeva addirittura che in breve tempo Antonio avrebbe riempito il deserto con la disciplina, venendo una notte con una moltitudine di demoni, lo tagliò talmente a strisce che giaceva a terra senza parole per l'eccessivo dolore. Infatti affermò che la tortura era stata così eccessiva che nessun colpo inflitto dall'uomo avrebbe mai potuto causargli un simile tormento. Ma per la Provvidenza di Dio - poiché il Signore non trascura mai coloro che sperano in Lui - il giorno dopo venne un suo conoscente a portargli i pani. E avendo aperto la porta e vedendolo disteso a terra come morto, lo sollevò e lo portò alla chiesa del villaggio, e lo depose a terra. E molti dei suoi parenti e degli abitanti del villaggio sedevano attorno ad Antonio come attorno a un cadavere. Ma verso mezzanotte tornò in sé e si alzò, e quando li vide tutti addormentati e il suo compagno solo a guardare, gli fece cenno con la testa di avvicinarsi e gli chiese di portarlo di nuovo alle tombe senza svegliare nessuno.
***
di Girolamo [c.341 - 420. Biblista e Dottore della Chiesa].
Nessun commento:
Posta un commento