Da quasi quattro decenni il mondo cattolico sta assistendo ad una serie apparentemente inarrestabile di cambiamenti nella Chiesa. Presi in mezzo ad una sorta di strano spettacolo pirotecnico ecclesiale, i cattolici hanno visto non poche verità di fede venir dissolte una dopo l’altra, in modo più o meno indiretto, nei fuochi d’artificio escogitati da una Gerarchia e da un clero sempre più in vena di aggiornamento conciliare, aperti a tutte le correnti di pensiero e pronti, per questo, anche a barattare la Verità rivelata con il miraggio di un falso ecumenismo e di una falsa pace mondiale.
* Hanno assistito, per esempio, alla sovversione del Rito Romano della Messa, che è stato sostituito con un altro, quello attuale, talmente ambiguo ed “ecumenico” da essere stato dichiarato gradito dagli stessi protestanti: alcuni dei quali, d’altronde, avevano partecipato con i loro suggerimenti alla sua elaborazione.1
E poi, progressivamente e secondo un piano prestabilito, alle messe-kermesse con sottofondo di ballabili, all’introduzione della Comunione sulla mano con tutto il seguito di inevitabili sacrilegi, all’ascesa delle esponenti del gentil sesso sull’altare (in qualità di “chierichette”, almeno per ora).
* Hanno visto per la prima volta nella storia un Papa, Paolo VI consegnare con gesto più che eloquente il suo anello, simbolo della suprema autorità pontificia, all’impenitente eretico e scismatico “arcivescovo” anglicano di Canterbury2 ed invitarlo a benedire la folla e i numerosi Cardinali e Vescovi presenti nella Basilica romana di San Paolo fuori le Mura.
* Peggio ancora, hanno visto un Giovanni Paolo II invitare i rappresentanti delle principali false religioni del mondo ad Assisi (primo raduno del 1986) per un incontro di preghiera con tanto di khalumet della pace, di animisti tributanti offerte agli spiriti degli antenati, nonchè di buddisti proni ad incensare una statua del Budda posta sull’altare maggiore di una chiesa cattolica di quella città.
* Hanno sentito, allibiti, lo stesso Giovanni Paolo II dichiarare apertamente a protestanti e “ortodossi” la sua piena disponibilità a modificare il modo di esercizio del Primato papale secondo il loro desideri: una proposta di vero e proprio svuotamento pratico del dogma del Primato di giurisdizione, rinunciando ad esercitarlo di fatto (cfr. Enciclica “Ut unum sint”).
* Hanno visto l’allora Cardinale Ratzinger, Prefetto dell’ex Sant’Uffizio, approvare e firmare un documento della Commissione Teologica internazionale (“Il Cristianesimo e le religioni”) che nega di fatto il dogma di fede per cui “fuori della Chiesa non c’è alcuna salvezza” (cfr. Concilio Ecumenico Lateranense IV, Denz. 800), riducendolo ad una semplice “frase” di “carattere parenetico”3 ossia ad una semplice esortazione, per di più rivolta ai soli cattolici...
* Hanno sentito lo stesso Giovanni Paolo II affermare, incredibilmente, che “la dannazione rimane una reale possibilità, ma non ci è dato di conoscere… se e quali esseri umani vi siano effettivamente coinvolti”4, ossia che l’Inferno potrebbe anche essere vuoto, contraddicendo così le esplicite affermazioni della Sacra Scrittura in proposito.
* Hanno sentito, esterrefatti, il medesimo Giovanni Paolo II affermare placidamente: “…Proprio da questa apertura primordiale dell’uomo nei confronti di Dio nascono le diverse religioni. Non di rado, alla loro origine, troviamo dei fondatori, che hanno realizzato, con l’aiuto dello Spirito di Dio, una più profonda esperienza religiosa. Trasmessa agli altri, tale esperienza ha preso forma nelle dottrine, nei riti e nei precetti delle varie religioni”5, per cui, secondo Giovanni Paolo II, Buddha, Lao-Tse, Zoroastro, Maometto e compagni sarebbero stati dei veri profeti ispirati da Dio nel fondare le loro false religioni. Tesi, questa, già propagata dai modernisti i quali, appunto, come aveva denunciato Papa San Pio X, “non negano, concedono anzi, alcuni velatamente, altri apertissimamente, che tutte le religioni sono vere” in quanto opera “di uomini straordinari, che noi chiamiamo profeti e dei quali Cristo è il sommo” (Enciclica “Pascendi”).
* Hanno visto, e vedono purtroppo tuttora, una Gerarchia ecclesiastica tutta intenta, a partire dal Concilio Vaticano II, a diffondere con zelo quegli stessi falsi principi che per tre secoli erano stati il vessillo di battaglia dell’illuminismo e del naturalismo massonico contro la Chiesa, vale a dire:
a) il liberalismo, che sostiene la laicizzazione degli Stati un tempo cattolici (e secondo il quale lo Stato non avrebbe più alcun dovere di aderire ufficialmente a Cristo e alla Chiesa Cattolica, intesa come unica vera Religione e quindi come Religione di Stato), nonché la promulgazione del presunto diritto degli individui a non essere impediti di diffondere pubblicamente ogni ideologia e religione, anche la più perversa, escludendo per principio che lo Stato possa intervenire per proibirle.
Liberalismo sempre condannato dalla Chiesa, ma approvato e “benedetto” dal Concilio Vaticano II, soprattutto con la Dichiarazione Dignitatis humanae;
b) l’ecumenismo, ovvero il miraggio di una fratellanza tra gli uomini di diverse religioni e ideologie, intesa in senso naturalistico (sulla base cioè della semplice appartenenza alla stessa natura umana e di un vago deismo), così da dispensarli dall’obbligo della conversione alla Chiesa Cattolica. Quest’ultima, infatti, non è più ritenuta unica Arca di salvezza, giacché, secondo la propaganda intensiva di Papi, vescovi e preti conciliari, altrettanto salvifiche sarebbero le varie comunità eretiche e scismatiche, e anzi perfino le religioni non cristiane. Ecumenismo promosso dal Vaticano II, soprattutto con i documenti “Unitatis redintegratio” e “Nostra aetate”;
c) la democrazia antropocentrica, introdotta nella Chiesa nella prospettiva di dissolvere più o meno gradualmente l’ingombrante ed antiecumenico Primato papale di giurisdizione. Democrazia accettata per ora solo in parte con la cosiddetta collegialità episcopale del documento conciliare Lumen gentium (nel quale si operò il tentativo, allora solo parzialmente riuscito, di far del Papa un “primo tra pari” annientandone l’autorità suprema), collegialità che di fatto oggi “parlamentarizza” la Chiesa, democratizzandola mediante l’istituzione del Sinodo dei vescovi, delle Conferenze episcopali nazionali, dei vari Consigli - presbiterali, pastorali, ecc. - e poi con l’enorme decentramento di poteri operato col nuovo Codice di Diritto canonico in favore dei Vescovi. E, dulcis in fundo, - si fa per dire - con la già menzionata, incredibile proposta di abdicazione pratica avanzata da Giovanni Paolo II in persona nella “Ut unum sint”.
* Hanno assistito, per esempio, alla sovversione del Rito Romano della Messa, che è stato sostituito con un altro, quello attuale, talmente ambiguo ed “ecumenico” da essere stato dichiarato gradito dagli stessi protestanti: alcuni dei quali, d’altronde, avevano partecipato con i loro suggerimenti alla sua elaborazione.1
E poi, progressivamente e secondo un piano prestabilito, alle messe-kermesse con sottofondo di ballabili, all’introduzione della Comunione sulla mano con tutto il seguito di inevitabili sacrilegi, all’ascesa delle esponenti del gentil sesso sull’altare (in qualità di “chierichette”, almeno per ora).
* Hanno visto per la prima volta nella storia un Papa, Paolo VI consegnare con gesto più che eloquente il suo anello, simbolo della suprema autorità pontificia, all’impenitente eretico e scismatico “arcivescovo” anglicano di Canterbury2 ed invitarlo a benedire la folla e i numerosi Cardinali e Vescovi presenti nella Basilica romana di San Paolo fuori le Mura.
* Peggio ancora, hanno visto un Giovanni Paolo II invitare i rappresentanti delle principali false religioni del mondo ad Assisi (primo raduno del 1986) per un incontro di preghiera con tanto di khalumet della pace, di animisti tributanti offerte agli spiriti degli antenati, nonchè di buddisti proni ad incensare una statua del Budda posta sull’altare maggiore di una chiesa cattolica di quella città.
* Hanno sentito, allibiti, lo stesso Giovanni Paolo II dichiarare apertamente a protestanti e “ortodossi” la sua piena disponibilità a modificare il modo di esercizio del Primato papale secondo il loro desideri: una proposta di vero e proprio svuotamento pratico del dogma del Primato di giurisdizione, rinunciando ad esercitarlo di fatto (cfr. Enciclica “Ut unum sint”).
* Hanno visto l’allora Cardinale Ratzinger, Prefetto dell’ex Sant’Uffizio, approvare e firmare un documento della Commissione Teologica internazionale (“Il Cristianesimo e le religioni”) che nega di fatto il dogma di fede per cui “fuori della Chiesa non c’è alcuna salvezza” (cfr. Concilio Ecumenico Lateranense IV, Denz. 800), riducendolo ad una semplice “frase” di “carattere parenetico”3 ossia ad una semplice esortazione, per di più rivolta ai soli cattolici...
* Hanno sentito lo stesso Giovanni Paolo II affermare, incredibilmente, che “la dannazione rimane una reale possibilità, ma non ci è dato di conoscere… se e quali esseri umani vi siano effettivamente coinvolti”4, ossia che l’Inferno potrebbe anche essere vuoto, contraddicendo così le esplicite affermazioni della Sacra Scrittura in proposito.
* Hanno sentito, esterrefatti, il medesimo Giovanni Paolo II affermare placidamente: “…Proprio da questa apertura primordiale dell’uomo nei confronti di Dio nascono le diverse religioni. Non di rado, alla loro origine, troviamo dei fondatori, che hanno realizzato, con l’aiuto dello Spirito di Dio, una più profonda esperienza religiosa. Trasmessa agli altri, tale esperienza ha preso forma nelle dottrine, nei riti e nei precetti delle varie religioni”5, per cui, secondo Giovanni Paolo II, Buddha, Lao-Tse, Zoroastro, Maometto e compagni sarebbero stati dei veri profeti ispirati da Dio nel fondare le loro false religioni. Tesi, questa, già propagata dai modernisti i quali, appunto, come aveva denunciato Papa San Pio X, “non negano, concedono anzi, alcuni velatamente, altri apertissimamente, che tutte le religioni sono vere” in quanto opera “di uomini straordinari, che noi chiamiamo profeti e dei quali Cristo è il sommo” (Enciclica “Pascendi”).
* Hanno visto, e vedono purtroppo tuttora, una Gerarchia ecclesiastica tutta intenta, a partire dal Concilio Vaticano II, a diffondere con zelo quegli stessi falsi principi che per tre secoli erano stati il vessillo di battaglia dell’illuminismo e del naturalismo massonico contro la Chiesa, vale a dire:
a) il liberalismo, che sostiene la laicizzazione degli Stati un tempo cattolici (e secondo il quale lo Stato non avrebbe più alcun dovere di aderire ufficialmente a Cristo e alla Chiesa Cattolica, intesa come unica vera Religione e quindi come Religione di Stato), nonché la promulgazione del presunto diritto degli individui a non essere impediti di diffondere pubblicamente ogni ideologia e religione, anche la più perversa, escludendo per principio che lo Stato possa intervenire per proibirle.
Liberalismo sempre condannato dalla Chiesa, ma approvato e “benedetto” dal Concilio Vaticano II, soprattutto con la Dichiarazione Dignitatis humanae;
b) l’ecumenismo, ovvero il miraggio di una fratellanza tra gli uomini di diverse religioni e ideologie, intesa in senso naturalistico (sulla base cioè della semplice appartenenza alla stessa natura umana e di un vago deismo), così da dispensarli dall’obbligo della conversione alla Chiesa Cattolica. Quest’ultima, infatti, non è più ritenuta unica Arca di salvezza, giacché, secondo la propaganda intensiva di Papi, vescovi e preti conciliari, altrettanto salvifiche sarebbero le varie comunità eretiche e scismatiche, e anzi perfino le religioni non cristiane. Ecumenismo promosso dal Vaticano II, soprattutto con i documenti “Unitatis redintegratio” e “Nostra aetate”;
c) la democrazia antropocentrica, introdotta nella Chiesa nella prospettiva di dissolvere più o meno gradualmente l’ingombrante ed antiecumenico Primato papale di giurisdizione. Democrazia accettata per ora solo in parte con la cosiddetta collegialità episcopale del documento conciliare Lumen gentium (nel quale si operò il tentativo, allora solo parzialmente riuscito, di far del Papa un “primo tra pari” annientandone l’autorità suprema), collegialità che di fatto oggi “parlamentarizza” la Chiesa, democratizzandola mediante l’istituzione del Sinodo dei vescovi, delle Conferenze episcopali nazionali, dei vari Consigli - presbiterali, pastorali, ecc. - e poi con l’enorme decentramento di poteri operato col nuovo Codice di Diritto canonico in favore dei Vescovi. E, dulcis in fundo, - si fa per dire - con la già menzionata, incredibile proposta di abdicazione pratica avanzata da Giovanni Paolo II in persona nella “Ut unum sint”.
Sac. Andrea Mancinella
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