mercoledì 15 gennaio 2020

IL MISTERO DEL PURGATORIO


II
QUALI ANIME SOFFRONO DI PIÙ NEL PURGATORIO E QUALI DI MENO?

***
Ci sono anime che neppure in punto di morte ri¬conoscono che talvolta hanno fatto male: non lo  vogliono riconoscere, per non piegare il proprio or¬goglio.
Le anime che sono macchiate di peccati vera¬mente gravi e se ne pentono troppo poco, o non li  riconoscono abbastanza seriamente, giungono, dopo essere state salvate dalla misericordia di Dio,  nel Purgatorio di punizione.
Qui il buon Dio, con particolare severità, mostra loro ciò che hanno commesso. E qui non riesco a  parlare di punizione, ma solo di grazia amorosa: tutto ciò che vedo appare così pieno di misericordia.
Ci sono anche anime che a mala pena vengono salvate, poiché Dio nella sua misericordia è anche  longanime. Esse soffrono grave tormento, molto più lontane da queste divine consolazioni, e si  sen¬tono come nel profondo di un eterno abisso. Ep¬pure queste anime sono piene di gratitudine  verso l'amore misericordioso ed il Sangue Prezioso. Ma¬lizie così indurite hanno bisogno di un  energico Purgatorio: il rimprovero divino si posa sulle anime e le penetra bruciandole. Ci sono  situazioni diver¬se in quel benedetto luogo di purificazione, ine¬splicabili situazioni che io non  sono in grado di de¬scrivere.
Questi sono solo pochi accenni che io quasi non oso di esporre qui.
Ma l'entrata nel cielo di una povera anima è co¬sa indicibilmente bella. Così bella che non si può  contemplare senza lacrime.
Quanto più un'anima diventa povera, tanto più si avvicina alla luce divina. Quando il suo involucro  si spezza, allora l'anima viene come inghiottita dalla luce divina; diviene essa stessa come una  piccola luce, nella luce divina, minuscola scintilla della vita divina. E la piccola vita diviene  interamente la Sua vita, la piccola luce diviene interamente la Sua luce. In questa luce eterna, in  questa eterna pace è immessa allora la piccola anima. È l'amplesso di un amore infinitamente  tenero, meravigliosa festa di riconciliazione e di liberazione. Oh, il grazie del¬l'anima al suo  liberatore, il grazie per la sua Pas¬sione e la sua Morte e per il suo Sangue Prezioso, come è  commovente! II Salvatore e l'anima, am¬bedue così beati, ora, che si posseggono piena¬mente l'un  l'altro. Il cielo è a tal punto meraviglioso che persino chi è puro non è puro abbastanza per entrarvi. Questa patria è così pura e bella che davvero de¬ve esserci una speciale purificazione, perché l'anima divenga degna della sua maestà.
Se noi potessimo penetrare nel cielo con il nostro involucro di amor proprio, non potremmo essere  beati: non ci accorgeremmo neppure di essere in cielo.
Dio ha in ogni cosa le sue leggi e secondo le sue leggi dirige la nostra anima alla pura beatitudine  del cielo.
Contemplare lo spettacolo che si svolge nell'e¬ternità è conturbante! I libri non possono  abbrac¬ciare quello che l'anima qui abbraccia.
Dio ha mirabili vie per salvare le anime. Ci sono sentieri che conducono sopra tormenti d'inferno. Dio è buono: Egli non vuole abbandonare le sue anime.
Quanto spesso si pensa che un'anima sia per¬duta: ma Dio solo conosce come l'ha salvata: sono i  taciti prodigi dell'amore misericordioso dei quali Egli gioisce nel suo cuore divino. Gesù trattiene le  sue anime con i fili più tenui; ha tanto amore, tanto amore. Quale ferita deve essere per il Cuore di  Ge¬sù che un'anima voglia andare nell'inferno. Io in¬tuisco solo sommessamente questo dolore del  Salvatore; deve essere incomparabilmente tre¬mendo. Come deve avere patito il suo cuore sulla  Croce per noi anime, per strapparci dall'abisso!
L’amore di Dio è il Purgatorio attraverso cui dob¬biamo passare noi, povere anime. Possiamo conoscere questo amore di Dio, quale Purgatorio già su questa terra.
Quando l'uomo pensa all'amore di Dio che ci vie¬ne incontro dappertutto, allora diventa così povero, riconosce chiaramente che è ingrato e che sa ricambiare tanto poco questo amore. Niente fa  sof¬frire l'anima quanto il pensiero che il Redentore è così benigno e noi siamo figli cattivi che  nuova¬mente lo avrebbero crocifisso. Quando accogliamo i raggi del suo amore, dobbiamo  bruciarne e di¬ventare povere anime nel Purgatorio del suo amo¬re divino... Quanto più conosciamo Dio ed il suo amore, tanto più conosciamo anche noi stessi, e quanto più conosciamo  noi stessi, tanto più cono¬sciamo l'amore misericordioso. Quanto più ci avvi¬ciniamo all'amore  divino, tanto più esso ci annien¬ta: così diventiamo «povere» anime.
Sì, comprendo sempre di più che si può patire l'amore di Gesù.
Per questa via ho accettato che la mia anima fos¬se martirizzata, e che la bontà divina mi facesse  così povera.
Nella mia vita ho sofferto soprattutto per l'anni¬chilimento e la povertà. Perciò son diventata una  sola cosa con le povere anime e sono stata con¬solata dalla loro consolazione.
Mi rassomiglio ad una macchia oscura nel mez¬zo del sole dell'amore misericordioso.
Posso lamentarmi solo con Dio di quello che ho sofferto e ancora sempre soffro per questa unica  struggente nostalgia, di non negare nessun desi¬derio del suo amore, di accontentarlo in ogni cosa. Giorno e notte languivo in questo unico deside¬rio, ed esso è divenuto il grido della mia anima. La  mia anima grida e grida: ha sete di purezza, ed io non posso più riposare; persino nel sonno la mia  anima implora la sua conversione.
Dio, come posso capire il tormento delle povere anime! Quanto ho già sofferto per l'amore divino,  che mi ha così trafitto di contrizione; quanto ho già pianto e come mi sono dibattuta! AI Signore che  nel Santissimo Sacramento dell'Altare ci mostra tanto amore, noi dovremmo dare gioia. Ma io sono  così povera, così povera; tutta miseria e debolez¬za, e sento tanto male in me. Eppure vorrei esse¬re  buona, così buona che non il più piccolo desi¬derio del Redentore rimanesse inappagato. Vorrei  essere buona per amore del suo amore, solo per questo, perché gli voglio bene e non vorrei mai  of¬fendere il suo delicato amore. Il suo amore e la sua bontà mi struggono nel desiderio di far bene.  Tutti i miei desideri sono morti; una sola cosa desidero ancora: appagare i suoi sottili desideri.
Ho così paura di me stessa, così paura, così paura della mia presunzione, e del mio amor pro¬prio.  Devo fuggire da me, altrimenti non resisto più al mio io.
Quanto spesso invidio le povere anime nel Pur¬gatorio! Quanto spesso vorrei cambiarmi con loro!  Esse possono essere soltanto buone, non devo¬no più essere cattive. La minaccia che viene dalla  malizia della natura decaduta non pesa più su di loro. Le povere anime possono essere buone.  Spesso penso che il mio Paradiso sarà l'essere una buona volta sicura di poter essere buona. Non  penso più ad altra beatitudine, non penso più ad una mia personale felicità. Solo l'essere totalmente  buona, il poter conoscere ed appagare final¬mente tutti i desideri di Gesù, può ancora formare la  mia felicità, la mia gioia. Oh Dio, quale ardente desiderio brucia in me! Sarei così contenta se,  in¬vece che in Paradiso, potessi andare semplice¬mente nel Purgatorio per essere laggiù  eterna¬mente buona, retta come il Signore desidera. Que¬sto sarebbe il mio Paradiso. Solo i  desideri di Ge¬sù devono essere appagati: allora anche i miei si acquieteranno. Solo la beatitudine  di Gesù, la con¬solazione di Gesù, la gioia di Gesù sono il mio Pa¬radiso. Oh, se fossi nel  Purgatorio, dove si può dav¬vero essere totalmente buoni, come sarei felice!
Questa mia brama ardente dice al Redentore il mio amore. Non con molti atti e molte parole, solo  gli mostro il mio spasimo ed il mio desiderio... Niente in Cielo e sulla terra mi attira quanto que¬sto  unico pensiero che mi strugge in ogni momen¬to della mia vita: come sarà il mio Paradiso, quan¬do  saprò il mio Signore contento di me! Che cosa non farei per raggiungere questo... Volentieri rinuncerei per questo a tutte le gioie eterne. Scrivo queste parole tra le lacrime ed il mio cuore freme  di desiderio.

Quando verrà il momento, o mio Dio, in cui io Ti potrò donare un'anima pura e bella che ti appartenga tutta! Io sono come avviluppata da questo unico pensiero che è il battito della mia vita... O  Si¬gnore, io confido illimitatamente in Te, che Tu compia in me il Tuo desiderio... perché per Te  solo, o Si¬gnore, è tutto quello che io imploro.
Quando il peso del peccato originale mi avrà schiacciata e giungerà l'ultima ora della mia vita,  l'ultima durissima ora, sarà la prima ora lieve della mia vita. Splenderà nella mia anima la prima  tota¬le consolazione. Perché io bramo di morire, per di¬ventare buona. Io bramo di morire per sapere mor¬to il mio amor proprio, la mia natura peccatrice: per essere certa che non farò più del  male al mio Re¬dentore. Questo «io», che in vita non posso quasi più tollerare, quando sarò morta  non potrà più far del male al suo Signore. Io ho paura del mio «io». Ma confido in Te, o Gesù!  Come penso volentieri alla mia ultima ora: essa è già per me come un Pa¬radiso. Io riconoscerò il  richiamo del Redentore. Egli dirà: vieni, figlia del mio amore misericordioso, ora puoi essere buona. Sarà il momento in cui io riposerò per la prima volta nella mia vita. Mi inabisserò con lacrime di  gioia nel Cuore di Gesù. Già mentre scrivo di que¬sto sono inebriata di felicità: non posso pensare  ad alcuna altra felicità, che non sia quella di essere buona per amore del Signore, che ha un cuore  co¬sì tenero e che io amo così, che nulla mi atterrisce quanto la preoccupazione di fargli del male. Vorrei avere tanta cura del tenero cuore di Gesù, vorrei essere così delicata, fasciare le sue ferite e  non farle dolere... e invece sono ancora tanto roz¬za col mio dolce e tenero Salvatore, e grossolana  senza riguardo alcuno, e penso troppo più all'«io» che al «tu».
Oh, Signore, il mio cuore quasi sanguina di do¬lore e di amore e brucia in ardente desiderio! Oh,  Signore... Tu lo sai... Gesù...!
Ora mi sono inoltrata in un tema assolutamente diverso. Mi sono riposata un po' e torno indietro al  Purgatorio.
Le anime, che muoiono completamente riconci¬liate con Dio, ed hanno avuto confidenza grande  nell'amore misericordioso, spesso passano appe¬na accanto al Purgatorio sfiorandolo, ovvero lo attraversano. Queste anime, che sono state così coerenti e brave, possono spesso rimanere setti¬mane  e mesi nel passaggio dal Purgatorio al Pa¬radiso.
Gesù è loro particolarmente vicino ed esse gu¬stano già la felicità celeste. Gradatamente si  ele¬vano verso la luce divina. Perciò non soffrono mol¬to: attendono in una felice aspettativa e  insieme piene di pentimento, fino a che il pentimento sia to¬tale.
Capita talvolta che un'anima entri direttamente nel Cielo. Sono anime che anelavano al Cielo e che  già sulla terra avevano, in misura sufficiente, un pentimento fiducioso. Dobbiamo mantenerci in uno  spirito di pentimento, pensando che il Signore è morto per noi.
Un'anima pentita può diventare, per amore mi¬sericordioso, di un candore abbagliante, allora es¬sa  ha già fatto il suo Purgatorio. Gesù vuole solo la povertà, poi Egli ci dona il regno dei Cieli. Anime  che sulla terra altro non hanno amato che Gesù e le sue leggi, possono volare direttamente fra le  braccia di Dio nel Cielo. Esistono queste anime meravigliose, ma sono molto rare ed hanno già attraversato sulla terra il loro Purgatorio.
Infine, devo dire ancora qualche cosa che quasi non oso scrivere. Ma io scrivo queste note solo per  ubbidienza.
Il più tremendo Purgatorio lo hanno i preti che non sono stati fedeli e hanno dato cattivo esempio ed  hanno cagionato molto dolore al Signore. Se non hanno la grazia di soffrire molto prima della lo¬ro  morte e di pentirsi amaramente e totalmente, hanno un atroce Purgatorio. Avviene spesso che anche  i sacerdoti si convertano interamente e dia¬no ancora gioia a nostro Signore. Ma quando man¬cano  questa radicale conversione e coscienza, quando il cammino al cuore di Dio è ancora troppo lungo,  quando c'è solo una vaga preparazione al¬l'eternità, solo un debole riannodarsi all'amore  mi¬sericordioso: oh, quanto Nostro Signore ha da dire nel suo santo giudizio! Ma come sono felici  que¬sti sacerdoti, perché non si sono perduti! Ci sono sacerdoti che devono rimanere nel Purgatorio  fino alla fine dei tempi. Con nessuno è il buon Dio così severo, perché nessuno può peccare quanto  un sacerdote che dimentichi il suo dovere.
Ma con i sacerdoti solitari e distaccati dal mondo Dio è così buono, così amoroso, che essi presto,  presto giungono in Cielo. Anche con i sacerdoti pentiti, ai quali molto deve perdonare, Egli è tanto  buono: ma tutto deve essere espiato... Non posso descrivere quanto Dio è severo davanti al dovere  sacerdotale, e quanto severamente saranno giudi¬cati i sacerdoti...
Un sacerdote che ha una volontà interamente buona non deve avere mai timore: egli esperimen-terà  inattese ed inimmaginate tanta clemenza e bontà di Dio. Se un sacerdote ha inteso sempre agire  rettamente e non ha avuto attaccamenti pro¬fani, si troverà bene e così un sacerdote che abbia attinto la sua gioia solo in Gesù Sacramentato. Queste anime saranno semplicemente sciacquate dal  Sangue Prezioso, poi sollevate nel Cielo. Ma io non oso, quasi non posso guardare, quando vedo  tanti preti nelle più lontane profondità dei Purgato¬rio, quando vedo che hanno fatto tanto male al  buon Dio, stringendo legami col mondo e cogli uo¬mini, dimentichi della loro dignità. Mio Dio,  questi preti stanno tremanti davanti al loro Dio ed espiano una colpa terribile. Ma quando il  pentimento li ha trapassati, il Buon Dio diviene nuovamente be¬nigno e li riconduce alla patria...  Così amorosa¬mente...

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