Secondo le contemplazioni
della pia Suora STIGMATIZZATA
Anna Caterina Emmerick
Partenza di Maria Santissima per il tempio e il simbolismo dei profeti
Vidi alcuni parenti nella casa di Maria Santissima immersi nel sonno, era notte fonda. La santa Famiglia era già pronta per intraprendere il viaggio verso Gerusalemme. Vicino al focolare una lampada con numerose piccole luci illuminava la sala. Tutti si svegliarono e si posero lentamente in movimento. il giorno prima Gioacchino aveva già inviato per mezzo dei servi al tempio le bestie per il sacrificio. La spiegazione del racconto si riferiva tutta a Mosè. il fanciullo minore portava nelle mani il rotolo con lo scritto e lo faceva saltare di qua e di là come un giocattolo. Mai potrei descrivere la profonda e sincera simpatia che sentivo per quei fanciulli; erano ben diversi da tutti gli altri che si trovavano in quel luogo.
Senza poter stabilire veramente chi fossero costoro, la Veggente continuò a parlare con loro con un interesse ingenuo. Dopo un certo tempo, quando si sentì intimamente convinta, così si espresse:
"Ho compreso finalmente chi fossero quei ragazzi, essi non erano realmente presenti, ma erano simboli dei profeti. il maggiore portava il suo rotolo con estrema serietà. Mi mostrò quel passo del secondo libro di Mosè, quando questi vede nel roveto ardente il Signore, il quale gli ordina di levarsi i sandali. Il fanciullo mi spiegò come mai il roveto ardesse senza consumarsi e mi disse che similmente ardeva in Maria Santissima, era il fuoco dello Spirito Santo, che Lei portava innocentemente in sé, senza averne la minima coscienza. Il fanciullo-profeta mi parlò della prossima fusione della divinità con l'umanità. Il fuoco si riferiva a Dio, il roveto di spine agli uomini. Mi spiegò anche quale fosse il significato del levarsi i sandali di Mosè. Sebbene non mi rammento tutto, credo avesse detto che l'ora in cui "il velo" sarebbe caduto era prossima e con questa si sarebbe manifestato l'Essere superiore a Mosè e a tutti i profeti: Colui che avrebbe compiuto la Legge. L'altro fanciullo più semplice, che agitava il rotolo, simbolizzava la purezza e l'innocenza della Vergine Santissima ed il prossimo compimento della promessa divina.
A questo punto la Veggente, mentre era scossa dai dolori e dalle intime sofferenze, esclamo:
"Quanto è semplice e bello tutto ciò che mi riveli! Come distintamente tu ti manifesti a me! Eppure io non posso raccontare bene tutto quello che vedo, dimentico molto a causa delle dolorose e tristi vicende di questa vita terrena".
Verso la metà del novembre 1820, l'estatica parlando delle visioni che aveva avuto sulla presentazione di Maria Santissima al tempio, tornò a discorrere della comparsa di quei fanciulli, simboli dei profeti. La sera del 16 novembre, mentre la Emmerick dormiva, le fu posta vicino una cintura penitenziale, una larga fascia di cuoio con dei chiodi acuti. Questa cintura era stata fatta da una persona che usava grandi mortificazioni, però, mancando di una vera e illuminata direzione spirituale, passò all'esagerazione con la conseguenza che non riuscì più a portare lo strumento della penitenza. Quando la Veggente si svegliò, gettò via la cintura di mortificazione con queste parole:
"È irragionevole! Nei primi anni di gioventù ho portato una cintura di penitenza per mortificarmi, ma era fatta di piccoli pungiglioni di filo d'ottone. La persona che portava questa cintura avrà sofferto molte pene e poi alla fine non avrà potuto sopportarla più nemmeno un paio di minuti. Non possiamo assolutamente fare queste cose senza il permesso di una guida spirituale".
Il giorno dopo la Veggente così disse:
"Arrivai a Gerusalemme guidata dal mio Angelo custode, penso che fosse l'epoca degli antichi re Ebrei. Mentre peregrinavo alla ricerca della casa della Santa Madre Anna in Nazareth, incontrai i due fanciulli-profeti che facevano lo stesso cammino. Mostrai loro quella cintura di penitenza ed Elia-fanciullo mi disse: "Questo è uno strumento di penitenza che non è lecito adoperare. Io ho portato una cintura penitenziale, poi l'ho lasciata sul monte Carmelo ai Carmelitani che sono discendenti del mio Ordine. La cintura che ho usato però non era così severa e mi ha giovato". Mi mostrò quindi la sua cintura larga come il palmo di una mano, era segnata con linee e simboli che si riferivano alle lotte e mortificazioni con il sé medesimo, al numero dei giorni per portarla indicati secondo la struttura degli uomini. Giungemmo all'abitazione di Anna, ma non potei entrare, il mio Angelo custode mi disse che per farlo dovevo ritornare all'età di nove anni, cioè prima dell'epoca in cui avevo trascorso tre anni a curarmi dell'abbigliamento e a farmi apprezzare vanamente dagli altri. Mentre riflettevo sulle parole dell'Angelo mi sentii spiritualmente di avere nove anni. Mi vidi nella casa di Anna e Maria Santissima mentre mi veniva incontro una vispa fanciulla di tre anni della mia stessa statura. Non mi meravigliai di avere in questa visione della mia vita spirituale nove anni, come non si meravigliavano i due profeti di essere presenti con lo spirito di fanciulli in quel luogo."
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