giovedì 20 febbraio 2020

TRATTATO DI DEMONOLOGIA



I DUE FRATELLI TEOBALDO E JOSEF BURNER
Illfurt, Alsazia, 1864-1869

***
Uso di lingue ignote e xenoglossia

La lingua parlata in Alsazia, e quindi anche a Illfurt, nel 1864 era il tedesco, o piuttosto un dialetto  locale tedesco, e nella famiglia Burner non si conosceva altro linguaggio, neppure il francese  parlato nella vicina Lorena e nelle altre regioni della Francia.

Eppure i due fanciulli, iniziati i fenomeni diabolici, parlavano correntemente e correttamente altre  lingue mai imparate a scuola, il francese, l’inglese, il latino, i dialetti di Francia e di Spagna e  rispondevano senza difficoltà alle domande loro rivolte in quelle lingue. Talvolta Teobaldo sosteneva conversazioni in perfetto francese per giornate intere senza stancarsi.

Due studenti stranieri erano venuti un giorno a trovare i ragazzi parlando con loro in un dialetto  simile allo spagnolo, sconosciuto al Signor Tresch lì presente. I ragazzi risposero a tutte le  domande, che avevano capito benissimo, in perfetto francese. Alla domanda se sapessero donde venivano i due studenti, i ragazzi risposero, questa volta in tedesco: «Non occorre che ve lo  diciamo, altrimenti correreste subito a dirlo alle cornacchie (cioè ai preti)».

Conoscenza di cose lontane e occulte

Secondo il rituale romano — come si è detto nella prima parte dei questo lavoro — i tre segni certi  di possessione diabolica sono: «Parlare una lingua ignota adoperandone parecchie parole e capire chi le parla; scoprire cose lontane occulte; dar prova di forze superiori  a1l’et e alla condizione della persona».

Nei due piccoli pazienti di Illfurt si trovano tutti e tre questi segni per cui la diagnosi del loro male  non dovrebbe essere difficile.

Abbiamo accennato al primo segno, la xenoglossia. Ricordiamo alcuni aspetti del secondo, la  scoperta e la conoscenza di cose lontane e occulte, impossibile e inspiegabile coi soli mezzi  naturali.

Le occasioni in cui i due ragazzi fecero vedere di conoscere il pensiero altrui, o fatti lontani, o  oggetti nascosti, in una parola tutto ciò che sarebbe sfuggito a una investigazione e conoscenza  normale, erano moltissime. Di alcune abbiamo già parlato, ma ce ne sono altre molto numerose. Nel 1868 erano state incaricate due suore del convento di Niederbroon, suor Methula e suor Severa,  di venire a Illfurt per assistere i due ragazzi. Al primo incontro in casa Burner essi che non avevano  mai visto le due religiose e non avevano saputo neppure del loro arrivo, le chiamarono subito per  nome dando loro familiarmente del tu e dicendo anche il nome dei fratelli di suor Severa, le loro occupazioni e altri segreti di famiglia. A un tratto Josef disse a suor Severa: «Mi faresti un gran  piacere se mi regali quella boccetta azzurra che tieni in fondo alla valigia». La valigia era ancora  alla stazione e fu mandata subito a prendere. Il sindaco Tresch chiese alla suora se la bottiglia  azzurra esistesse davvero: «Sì, rispose la suora, tengo una bottiglietta di etere per mio uso  personale».

Un giorno, mentre molte persone si trovavano nella sua camera, Teobaldo fece mostra di tirare  come le corde di una campana a morte. «Per chi suoni?» gli fu chiesto. «Per Gregorio Kunegel». La figlia del Kunegel era presente:

«Bugiardo — gli disse — mio padre sta benissimo e lavora da muratore nella fabbrica del  seminario». «Va bene replicò Teobaldo — ma è caduto e se non credi va a vedere». La ragazza volò  alla fabbrica e dovè costatare che il padre effettivamente era caduto da un’impalcatura ed era morto all’istante proprio nel momento in cui Teobaldo parlava.

Un’altra volta disse a una delle due suore infermiere:

«Tu, ragliatrice, con le tue cacherelle appese alla coda di gatto (il rosario) non passerai più neppure  tre notti e non ti sentirò più nella camera vicina». Nessuno aveva mai fino allora parlato di trasferire la suora, ma la sera dello stesso giorno arrivò la lettera della provinciale con l’ordine alla suora di  tornare a Mtihlhausen entro 48 ore.

Non era infrequente il caso che i bambini ricordassero fatti del passato, anche di cent’anni prima,  sconosciuti ai presenti con dati così precisi e particolari così minuti e con tale sicurezza da far  pensare che essi stessi vi fossero stati presenti. Altre volte confessavano ad alta voce i peccati e i  difetti occulti dei visitatori presenti rimproverando le loro ipocrisie e falsità tanto che essi se ne  scappavano sgomenti e infuriati. A un ubriacone inveterato dissero un giorno: Beone che non sei  altro! Non hai sentito il calottino (il prete) che ti ha detto di non sbronzarti? Sei tu, tu solo, la causa  della malattia di tua figlia e del tuo bestiame».

Teobaldo predisse anche la morte imminente di persone, che poi si avverò puntualmente. Il passato  e il futuro sembrava non avessero misteri per i due piccoli indemoniati e la gente di Illfurt si  convinse presto che nulla poteva restare loro nascosto.

Casi di levitazione o telecinesi

La levitazione consiste nell’elevazione spontanea dal suolo, nel mantenimento e spostamento  nell’aria del corpo umano senza appoggio alcuno e senza causa naturale visibile. Può avvenire  miracolosamente, come avviene realmente nei mistici, e allora si chiama estasi ascensionale o volo  mistico, e può avvenire negli indemoniati a opera del demonio e allora prende il nome tecnico di  telecinesi, o movimento da lontano. In questo secondo caso è talvolta difficile distinguere la causa  perché il fatto esteriormente si presenta uguale alla levitazione mistica e avviene talvolta anche in  persone sante e di provata virtù. L’unico criterio da tenere presente sono gli effetti che il fenomeno produce nell’anima. Il diavolo, col permesso di Dio, può arrivare anche a sospendere la legge di  gravità e produrre la evitazione del corpo e simulare altri miracoli per meglio ingannare l’uomo.

 Casi di telecinesi e levitazione si riscontrano spesso anche nei due indemoniati di Illfurt. Il Sutter  racconta che talvolta si videro i due fanciulli sollevati in aria da mani invisibili con le seggiole su  cui erano seduti. I fanciulli venivano poi scaraventati in un angolo mentre le seggiole volavano dalla parte opposta.

Anche la mamma dei ragazzi una volta dovette subire la stessa sorte. Mentre stava seduta accanto ai suoi figli si vide alzata in aria e cadendo non risentì nessun male. I fanciulli si arrampicavano sugli  alberi come gatti e si appendevano ai rami più leggeri senza timore di romperli o di cadere. Talvolta  mani invisibili strappavano le tende delle finestre e queste si spalancavano con una rapidità  vertiginosa pur essendo solidamente fissate e chiuse. Altre volte le tavole, le sedie e altri mobili  erano improvvisamente rovesciati e trascinati per la stanza e tutta la casa era scossa come sotto la  forza del terremoto.

Il poliziotto Werner da principio si era dimostrato scettico sulla presunta possessione diabolica dei  ragazzi, ma dopo aver esaminato bene i fatti e soprattutto dopo averne fatto l’esperienza personale,  ne rimase pienamente convinto e alla fine stese un’ampia relazione di quanto aveva veduto e provato, conservata negli archivi parrochiali di Illfurt. Ecco un episodio narrato dal Werner: «In un  pomeriggio del febbraio 1869 stavo presso i fanciulli. C’era poca gente in casa e da qualche giorno  essi erano calmi e tranquilli perché — dicevano — è carnevale e Lucifero ha da fare nelle sale da  ballo. Mamma Burner approfittò di quei momento di calma per rifare i letti. Li fece sedere in  camicia, ciascuno su una sedia accanto alla stufa. Allora mi ritirai e mi fermai sul pianerottolo a  scambiare qualche parola col signor Frindel, capo stazione, che era appena arrivato. Tutto a un tratto sentimmo un forte fracasso che veniva dalla stanza dei ragazzi. Ci precipitammo e vedemmo Teobado sollevato in aria a 30-40 centimetri sopra la sedia. Rimase parecchi minuti in quella  posizione per poi ridiscendere lentamente. La nostra impressione era vivissima. I genitori e altri  testimoni mi dissero che fatti del genere erano già avvenuti parecchie volte».

***
Paolo Calliari

Nessun commento:

Posta un commento