domenica 13 marzo 2022

Scrivo, ma tremo, e non so io stessa quel che dico; l’ubbidienza vuole che scriva qualche cosa (su) come mi preparo e come ringrazio Gesù benedetto nella S. Comunione.

 


“Scrivo per ubbidire, ma mi sento crepare il cuore per lo sforzo che metto; ma viva l’ubbidienza, viva la Volontà di Dio. Scrivo, ma tremo, e non so io stessa quel che dico; l’ubbidienza  vuole che scriva qualche cosa (su) come mi preparo e come ringrazio Gesù benedetto nella S.  Comunione. Io non so dire niente, perché il mio dolce Gesù, vedendo la mia incapacità e che  non sono buona a niente, fa tutto da Sé: Lui prepara l’anima mia e Lui stesso Mi somministra il  ringraziamento, ed io Lo seguo. Ora, il modo di Gesù è sempre immenso, ed io insieme con  Gesù mi sento immensa e come se sapessi fare qualche cosa; ma se Gesù si ritira, io rimango  sempre la stupida che sono, l’ignorantella, la cattivella, ed (è) appunto per questo che Gesù mi  vuol bene, perché ignorantella e (per)ché niente sono e niente posso, sapendo che a qualunque  costo Lo voglio ricevere. 

Per non farsi un disonore nel venire a me, ma anzi sommo onore, prepara Lui stesso la mia  povera anima, mi dà le sue stesse cose, i suoi meriti, i suoi abbigliamenti, le sue opere, i suoi  desideri, insomma tutto Sé stesso; se occorre, anche ciò che hanno fatto i Santi, perché tutto è  suo; se occorre, ciò che ha fatto la Mamma SS., e anch’io dico a tutti: “Gesù, fatti onore nel venire in me; Mamma Regina mia, Santi, Angeli tutti, io sono povera, povera: tutto ciò che è vostro  mettetelo nel mio cuore, non per me, ma per onore di Gesù”..., e mi sento che tutto il Cielo concorre a prepararmi. E dopo ciò Gesù discende in me... Mi pare di vederlo tutto compiaciuto,  vedendosi onorato delle sue stesse cose, e delle volte mi dice: “Brava, brava la figlia mia!  Quanto ne sono contento, quanto me ne compiaccio! Dovunque guardo, in te trovo cose degne di  Me; tutto ciò che è mio è tuo. Quante cose belle Mi hai fatto trovare!” 

Io, sapendo che sono povera, povera, che niente ho fatto e niente è mio, me la rido del  contento di Gesù e dico: meno male che Gesù pensa in questo modo; basta che (sia) venuto, e  ciò mi basta. Fa niente che mi sono servita della stessa roba sua; i poveri devono ricevere dai  ricchi. 

Ora, è vero che rimane in me qualche barlume di qua, un altro di là, del modo che Gesù  tiene nella Comunione, ma questi barlumi non so riunirli insieme e formarne un preparamento  e un ringraziamento... Mi manca la capacità; mi pare che mi preparo in Gesù stesso e Lo  ringrazio con Gesù stesso”. (Vol. 9°, 10.04.1910). 

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