Esortazione all'uomo caduto nel peccato a risorgere.
"Alzati, alzati, svegliati, tu che sei intorpidito dal torpore della misera voluttà! Torna alla vita, tu che sei caduto davanti ai tuoi nemici con una spada mortale! L'apostolo Paolo si avvicina. Ascoltatelo gridare, bussare alla vostra porta, scuotere la vostra coscienza, chiamarvi con queste parole: "Alzatevi, (0184D) voi che dormite, risorgete dai morti e Cristo vi risusciterà". (Efesini 5) Voi che avete sentito che Cristo risuscita i morti, perché mettete in discussione la vostra stessa risurrezione? Ascoltate le sue stesse parole: "Chi crede in me, anche se fosse morto, vivrà". (Vangelo di Giovanni, 11) Se la vita vivificante vi cerca per raddrizzarvi, perché sopportate ancora di gemere nella vostra morte? Attenti, perché l'abisso della disperazione non vi inghiotta! Lasciate che il vostro spirito assuma con fiducia dalla pietà divina che, nonostante la grandezza del crimine, non si indurirà necessariamente nell'impenitenza. Perché la disperazione non è dei peccatori, ma degli empi. No, non è la grandezza dei crimini che porta l'anima alla disperazione, ma l'empietà. Se il diavolo ha avuto il potere di farvi precipitare nell'abisso di questo vizio, (0185A) quanto più la virtù di Cristo potrà richiamarvi (173) alla cima da cui siete caduti? (Sal 40) L'asino del vostro corpo è caduto nel fango sotto il peso del carico. La penitenza è ciò che lo sprona. È la mano dello Spirito che lo libera virilmente. Questo Sansone, dotato di una forza prodigiosa, rivelò il segreto del suo cuore a una donna che lo aveva sedotto, per sua sfortuna. Non solo perse le sette trecce che alimentavano la sua forza, ma cadde anche preda della straniera e gli vennero cavati gli occhi. Dopo un po' di tempo, però, i suoi capelli ricrebbero, chiese umilmente aiuto al suo Signore, fece crollare il tempio di Dagon e uccise più nemici di quanti ne avesse fatti prima (Giudici 16).
Se, dunque, la vostra carne immorale vi inganna convincendovi a cedere alla voluttà, se vi priva dei sette doni dello Spirito Santo, se spegne la luce del cuore piuttosto che quella degli occhi, non scoraggiatevi, non cedete alla disperazione, raccogliete tutte le vostre forze, impegnatevi virilmente e osate tentare di abbattere le roccaforti. Così, per la misericordia di Dio, riuscirete a trionfare sui vostri nemici.
I Filistei avevano certamente il potere di tagliare le trecce di Sansone, ma non di sradicarlo. Infatti, anche se i nemici sono stati in grado di spegnere i doni dello Spirito Santo per un certo periodo, non hanno mai trionfato a tal punto da rendere inefficace e irrecuperabile il rimedio della riconciliazione divina. Perché, vi chiedo, dovreste disperare della grande misericordia del Signore, che rimproverò persino un faraone per non essersi rifugiato nel rimedio della penitenza dopo il peccato? Ascoltate cosa dice il Signore: "Ho paralizzato le braccia del faraone, il re d'Egitto, ed egli non ha pregato perché lo rimettessi in salute e gli dessi (9185C) la forza di appannare la sua spada". Dopo aver fatto un idolo, dopo aver ucciso criminalmente Naboth, egli si è in parte umiliato davanti a Dio e in parte ha beneficiato della sua misericordia. Le Scritture lo testimoniano. Dopo aver ascoltato la terribile minaccia di Dio, si stracciò le vesti, si coprì la carne con un asciugacapelli, digiunò, dormì su un terreno duro e camminò a capo chino. Che cosa accadde dopo? "Una parola del Signore fu data a Elia il Tebita: "Non hai visto che Achab si è umiliato davanti a me? Poiché si è umiliato per amor mio, non porterò sventura durante la sua vita". (Se dunque Dio non ha disprezzato la penitenza di chi sapeva che non avrebbe perseverato, perché sfidare la generosità della misericordia divina, se ci si sforza instancabilmente di perseverare? Combattete costantemente contro la carne! Rimanete sempre armati contro la rabbia importuna dell'impurità! Se la fiamma della lussuria arde nelle vostre ossa, che il ricordo del fuoco perpetuo la spenga immediatamente! Se un perfido tentatore vi presenta l'immagine della lussuria carnale, fate in modo che la vostra mente diriga immediatamente lo sguardo verso le tombe dei morti! E prendete l'abitudine di stare sempre in guardia da tutto ciò che è morbido al tatto e bello alla vista.
Ripensateci! Il virus ora puzza in modo intollerabile, il pus genera vermi e li nutre, tutto ciò che si vede è polvere e cenere. È vero. Ma la carne era piacevole da vedere e ora, in tutto il suo verde, è stata soggiogata da queste passioni. Guardiamo i nervi tesi (0186A), i denti scoperti, la deformità delle membra, l'armonia dell'insieme dissipata (174) È così che l'impostura estrae dal cuore umano il mostro di un'immagine confusa e informe. Pensate al terribile rovescio di fortuna che vi attende: il dolore che segue la gioia di un istante, quando il seme viene espulso, durerà per migliaia di anni. Pensate a quanto è miserabile che, per un solo arto il cui desiderio di voluttà è ora soddisfatto, tutto il corpo più tardi, insieme all'anima, sarà tormentato in fornaci di fuoco inestinguibile. Respingete i mali che vi assalgono con gli scudi impenetrabili di questi pensieri. Distruggete i mali del passato con la penitenza. Che il digiuno (0186B) spezzi l'orgoglio della carne! Lasciate che l'anima sia ingrassata dalle ricche prelibatezze della preghiera continua! In questo modo, l'anima presiederà e vincolerà la carne, soggetta ai freni della disciplina, e, con i passi di un fervente desiderio, tenderà ogni giorno più rapidamente verso la Gerusalemme celeste".
San Pier Damiani
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