sabato 9 novembre 2019

ADAMO E LA SUA VITA NELL’UNITA’ DEL SUO CREATORE E PADRE



La Creazione forma la gloria muta di Dio. Nel creare l’uomo fu un giuoco d’azzardo, ma fallito, e di questo gioco il Creatore si deve rifare. (Volume 19 - Marzo 9, 1926)

[…]   “Tutta la Creazione dice:  ‘Gloria, adorazione verso il nostro Creatore, amore verso le creature’.  Sicché la Creazione è una gloria, un’adorazione muta per Noi, perché non le fu concessa nessuna libertà, né di crescere né di decrescere;  l’uscimmo fuori di Noi ma la restammo in Noi, cioè dentro della nostra Volontà a decantare, sebbene muta, la nostra Potenza, Bellezza, Magnificenza e Gloria;  sicché siamo Noi stessi che ci decantiamo la nostra Potenza, la nostra Gloria, l’infinito Amore nostro, Potenza, Bontà, Armonia e Bellezza.  La Creazione nulla Ci dà da per sé stessa, sebbene essendo essa lo sbocco di tutto il nostro Essere Divino, serve di specchio all’uomo come guardare e conoscere il suo Creatore, e le dà lezioni sublimi di ordine, d’armonie, di santità e d’amore.  Si può dire che lo stesso Creatore, atteggiandosi a Maestro Divino, dà tante lezioni per quante cose creò, dalla più grande alla più piccola opera che uscì dalle sue mani creatrici.
Non fu così nel creare l’uomo.  Il nostro Amore fu tanto per lui, che sorpassò tutto l’amore che avemmo nella Creazione.  Perciò lo dotammo di ragione, di memoria e di volontà, e mettendo la nostra Volontà come al banco nella sua perché la moltiplicasse, la centuplicasse, non per Noi che non avevamo bisogno, ma per suo bene, affinché non restasse come le altre cose create, mute ed in quel punto come Noi le uscimmo, ma che crescesse sempre, sempre in gloria, in ricchezze, in amore ed in somiglianza col suo Creatore.  E per fare che lui potesse trovare tutti gli aiuti possibili ed immaginabili, le demmo a sua disposizione la nostra Volontà, affinché operasse con la nostra stessa potenza il bene, la crescenza, la somiglianza che voleva acquistare col suo Creatore.
Il nostro Amore nel creare l’uomo volle fare un giuoco d’azzardo, mettendo le cose nostre nella piccola cerchia della volontà umana come al banco: la nostra Bellezza, Sapienza, Santità, Amore, eccetera, e la nostra Volontà che doveva farsi guida ed attrice del suo operato, affinché non solo lo facesse crescere a nostra somiglianza, ma le desse la forma d’un piccolo dio.  Perciò il nostro dolore fu grande nel vederci respingere questi grandi beni dalla creatura, ed il nostro giuoco d’azzardo per allora andò fallito, ma per quanto fallito, era sempre un giuoco divino che poteva e doveva rifarsi del suo fallimento.  Perciò, dopo tanti anni volle di nuovo il mio Amore giocare d’azzardo, e fu con la mia Mamma Immacolata.  In Lei il nostro giuoco non andò fallito, ebbe il suo pieno effetto, e perciò tutto le demmo e tutto a Lei affidammo  […]
(E qui, Gesù, rivolto espressamente a Luisa, continua:) 
Ora, tu devi sapere che il nostro Amore anche con te vuol fare questo giuoco d’azzardo, affinché tu, unita con la Mamma Celeste, Ci faccia vincere nel giuoco col farci rifare del fallimento che Ci procurò il primo uomo, Adamo;  onde la nostra Volontà rifatta nelle sue vincite può mettere di nuovo in campo i suoi beni che con tanto amore vuol dare alle creature;  e […] farò risorgere il Sole della mia Volontà, perché faccia la sua via in mezzo alle creature.  […] ”.

dagli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta

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