Vittima: 1° dicembre 1910
Lettera a Padre Agostino del 20 settembre 1912 riferendosi a Gesù: "Egli si sceglie delle anime e tra queste, contro ogni mio demerito, ha scelto anche la mia per essere aiutato nel grande negozio dell'umana salvezza. E quanto più queste anime soffrono senza alcun conforto tanto più si alleggeriscono i dolori del buon Gesù." (Epist. I, 304)
La vita di Padre Pio si concentrò sin dalla più tenera età sull'adempimento di: Due Comandamenti: "Ama Dio" (Matteo 12,30) "Ama il prossimo." (Matteo 12, 31)
Nel corso della sua vita Padre Pio spinse l'offerta fino al limite umanamente possibile: "Sono divorato dall'amore di Dio e dall'amore del prossimo.... fiamme divoratrici che il cuore mi bruciano senza alcuna tregua."(Epist. I, 1247)
Dalla fusione di amare Dio e il prossimo al massimo grado ne scaturisce la decisione di offrirsi come: Vittima
La chiamata:
Gesù (dalla lettera di Padre Pio a Padre Agostino il 12 marzo 1912): "Figlio mio, ho bisogno delle vittime per calmare l'ira giusta e divina del Padre mio; rinnovami il sacrificio di tutto te stesso e fallo senza riservatezza alcuna." (Epist. I, 343)
Offerta:
Lettera a Padre Benedetto il 29 novembre 1910: "Padre, vengo a chiederle un permesso. Da parecchio tempo sento in me un bisogno di offrirmi al Signore vittima per i poveri peccatori e per le anime purganti. A me pare che lo voglia proprio Gesù. Sono sicuro che ella non troverà difficoltà nell'accordarmi questo permesso. " (Epistolario I, 206)
Conferma dell'offerta:
Dalla lettera di Padre Benedetto a Padre Pio il 1° dicembre 1910: "Fà pure l'offerta di cui mi parli che sarà accettissima al Signore." (Epistolario I, 207)
Accettazione dell'offerta:
26 agosto 1912: "Oh che bella cosa divenire vittima d'amore." (Epistolario I, 300)
5 novembre 1912: "Gesù mi ha fatto comprendere purtroppo tutto il significato di vittima. Bisogna giungere al consummatum est ed all'in manus tuas. Gesu' vuole che io soffra senza alcun conforto." (Epistolario I, 311)
18 novembre 1912: "Gesù', la sua diletta Madre, l'Angiolino con gli altri mi vanno incoraggiando, non tralasciando di ripetermi che la vittima per dirsi tale bisogna che versi tutto il suo sangue." (Epistolario I, 314-5)
13 febbraio 1913: ""Gesù mi va ripetendo non temere, io ti farò soffrire, ma te ne darò anche la forza. Desidero che l'anima tua con quotidiano ed occulto martirio sia purificata e provata. Niente prevarrà contro coloro che gemono sotto la croce per amor mio e che io mi sono adoperato per proteggerli." (Epistolario I, 339)
Gesù: "Figlio mio, l'amore si conosce nel dolore, lo sentirai acuto nello spirito, e più acuto ancora lo sentirai nel corpo." (Epist. I, 328)
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