lunedì 17 febbraio 2020

La vocazione per il lavoro nella Vigna



Chi si sente chiamato a prestare per Me il lavoro nella Vigna, deve considerare questo come  un lavoro urgente, anche se apparentemente gli procura uno svantaggio terreno, perché soltanto allora fornisce la dimostrazione, che è chiamato da Me, che si sente responsabile  nei Miei Confronti e che dà ascolto alle Mie Indicazioni interiori.

E la Mia istruzione non sarà mai di considerare con indifferenza il lavoro per Me ed il Mio Regno  e dare la precedenza al lavoro terreno, perché Io so quando è necessario che ai prossimi venga  portato del bene spirituale che serve per la salvezza della loro anima, e perché Io so che il mondo si  spinge sempre in avanti e che le anime sono continuamente in pericolo di cadere nel mondo.

Nella vita terrena soltanto una cosa è importante: di aiutare l’anima a salire in Alto. E per questo  ha bisogno della Mia Parola, un nutrimento che le dà la Forza per percorrere la sua salita. Io Stesso  non posso sempre provvedere i prossimi direttamente con il nutrimento per l’anima, lo devo fare  quasi sempre tramite i servitori volonterosi, che trovano prima la via ai cuori degli uomini.

Devono svolgere del lavoro nella Vigna, devono arare il campo come Miei fedeli servi e coltivarlo  e portare della buona semenza nel suolo, che dapprima hanno reso coltivabile. E questo lavoro è  davvero il più urgente, già per il fatto che non ho molti servi a Mia Disposizione e perché da ogni  singolo deve essere prestato molto lavoro, per poter comunque raccogliere un ricco frutto al tempo  della vendemmia.

Ma il lavoro da Vigna, il lavoro per Me ed il Mio Regno, viene solo raramente valutato in modo  giusto dai prossimi, perché a loro sembra importante solamente ciò che riporta un successo terreno, ed a loro manca quasi sempre la comprensione per un lavoro spirituale. Ma è così importante, che  Io benedico ogni fedele servo e che questa benedizione è visibile anche in modo terreno, che Io gli  fornisco ciò di cui ha bisogno per il suo cammino di vita terrena e non debba soffrire nessuna  miseria, perché Mi è un buon servo e perché da buon Padre di Casa provvedo davvero meglio per i  Miei che il mondo potesse mai provvedere ad un uomo. Perché i beni terreni non hanno nessuna  consistenza, e nessun uomo sa se il giorno successivo possa ancora gioire di questi beni.

Ma Io provvedo anche agli uomini in modo che la loro vita terrena sia assicurata, e perciò  distribuisco a loro inoltre dei beni che sono di consistenza e che non possono essere nemmeno tolti  all’uomo, quando decede da questa vita. Ed i Miei servi si devono accontentare di questa  assicurazione, ma devono sapere, che non si può fare a meno dei loro servizi, perché Io devo  servirMi di loro per via della libertà della volontà degli uomini. Devono soltanto sapere che una  grande miseria spirituale regna fra l’umanità, oppure: che grandi tratti di terreno sono incolti e  perciò sono necessari degli operai, che devono rendere coltivabile questo terreno su Incarico del  loro Signore.

Ed anche se gli uomini non possono avere nessuna comprensione per questo, che un uomo debba  mettere davanti a tutto un lavoro spirituale, ma questo dimostra la sua vocazione per il servizio per  Me ed il Mio Regno. Perché finché il lavoro spirituale non viene preposto ad ogni altra attività, non  si può parlare di una “vocazione”, che chi si “sente chiamato” da Me per la collaborazione, ha  accolto in sé il Mio diretto Discorso e questo gli basta anche di impegnarsi totalmente per questo  lavoro che Io ora gli assegno.

E non avrà da temere di non poter resistere in modo terreno, perché Io gli darò tutto in più come  ho promesso, perché Io Sono davvero un Signore, ed Io da Solo decido e concedo. Io mantengo  l’intera Creazione ed ogni creatura, e saprò mantenere anche colui che Mi si offre come fervente  collaboratore, per guidare la grande miseria spirituale. Ed anche questo lavoro verrà davvero  benedetto ed avrà l’effetto sulla Terra e nel Regno spirituale.

Amen.

Bertha Dudde 13 maggio 1957

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