lunedì 17 febbraio 2020

ADAMO E LA SUA VITA NELL’UNITA’ DEL SUO CREATORE E PADRE



Nostro Signore in tutte le cose da Lui create accentrava il suo amore verso l’uomo. Sboccò d’amore nel creare l’uomo e il Fiat  lo faceva vivere ai riflessi del suo Creatore. (Volume 20 - Ottobre 29, 1926)

Stavo continuando il mio giro in tutta la Creazione, per seguire ciascun atto della Volontà Suprema, in ciascuna cosa creata ed il mio sempre amabile Gesù è uscito da dentro l’interno per accompagnarmi in tutto lo spazio della volta dei cieli e come giungevamo a ciascuna cosa creata, Gesù aveva dei sussulti di gioia e di amore e poi soffermandosi mi ha detto: “Figlia mia, Io creai il cielo ed accentrai il mio amore verso dell’uomo nel cielo e per dargli maggior diletto lo tempestai di stelle:  Io non amai il cielo ma l’uomo nel cielo, e per lui lo creai.  Come fu forte e grande il mio amore nello stendere sul capo dell’uomo questa volta azzurra, ornata di fulgidissime stelle, come un suo padiglione che né re, né imperatori ne possono aver l’eguale. Ma non Mi contentai di accentrare il mio amore nel cielo verso dell’uomo, che doveva servire, per puro diletto volendomi dilettare in amore con lui;  volli creare il sole, accentrando verso dell’uomo tanto amore nel sole, Io amavo l’uomo nel sole, non il sole, e perciò Io mettevo in esso, amore di necessità, perch’era necessario il sole per la terra, che doveva servire alle piante ed al benessere dell’uomo;  amore di fuoco che doveva riscaldarlo;  tutti gli effetti che produce questo pianeta che sono innumerevoli, miracolo continuo che sta nella volta dei cieli, e che scende colla sua luce a bene di tutti, tante specialità d’amore accentrai nel sole verso dell’uomo, per quanti beni ed effetti produce.  Oh! Se la creatura facesse almeno attenzione, al mio amore che gli porta il sole, come Mi sentirei felice e contraccambiato del gran amore che ho messo in questo mio relatore divino e portatore del mio amore, della mia luce.  Se la mia Suprema Volontà operava costituendosi vita in ogni cosa creata, per darsi anche per mezzo di Essa come vita alle umane generazioni, il mio Amore facendo la sua via nel mio Eterno Fiat Mi accentrava per amarlo.  Sicché in ogni cosa creata,  nel vento, nel mare, nel piccolo fiore, nell’uccellino che canta, in tutto Io accentravo il mio amore, affinché tutti gli portassero amore;  ma per sentire e comprendere e ricevere questo mio linguaggio d’amore, l’uomo doveva amarmi, altrimenti sarebbe stata tutta la Creazione come muta per lui e senza vita.
Ora dopo che il tutto creai formai la natura dell’uomo colle mie stesse mani creatrici  e come formai le ossa, stendevo i nervi, formai il cuore, così accentravo il mio Amore, e dopo che lo vestii di carne formando come la più bella statua che nessun altro artefice poteva mai fare lo guardai, lo amai tanto, che il mio Amore sboccò non potendo contenerlo ed alitandolo gli infusi la vita.  Ma non fummo contenti.  La Trinità Sacrosanta, dando in eccesso d’amore volle destarlo, dandogli intelletto, memoria e volontà  ed a secondo la sua capacità di creatura, lo arricchimmo di tutte le particelle del nostro Essere Divino.  Tutta la Divinità era tutta intenta ad amare ed a riversarsi nell’uomo;  fin dal primo istante della sua vita sentì tutta la forza del nostro Amore e dal fondo del suo cuore espresse colla sua voce l’amore al suo Creatore.  Oh, come Ci sentimmo felici nel sentire che l’opera nostra, la statua fatta da Noi, parlava, Ci amava, e con amore perfetto!  Era il riflesso del nostro Amore che usciva da lui;  quest’amore non era stato contaminato dalla sua volontà, perciò il suo amore era perfetto, perché possedeva la pienezza del nostro Amore.  Fin allora tutte le cose da Noi create, nessuna cosa Ci aveva detto che Ci amava;  ora nel sentire che l’uomo Ci amava, la nostra gioia, il nostro contento, fu tanto grande, che per compimento della nostra festa, lo costituimmo re di tutto l’universo e come il più bello gioiello delle nostre mani creatrici.  Com’era bello l’uomo, nei primi tempi della sua creazione!  Era il nostro riflesso, e questi riflessi gli davano tanta bellezza che rapiva il nostro Amore, e lo rendeva perfetto in tutti gli atti suoi.  Perfetta era la sua gloria che dava al suo Creatore, perfetta la sua adorazione, il suo amore, le sue opere;  la sua voce era tanto armoniosa che risuonava in tutta la Creazione, perché possedeva l’armonia divina, e di quel Fiat che gli aveva dato la vita.  Tutto era ordine in lui, perché il nostro Volere gli portava l’ordine del suo Creatore, lo rendeva felice, e lo faceva crescere a nostra somiglianza e secondo il nostro detto:  ‘Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza’.  Ogni suo atto fatto nell’unità della luce del Fiat Supremo era una tinta di bellezza divina che acquistava, ogni suo detto, era una nota armoniosa di più che suonava.  Tutto era amore in lui;  in tutto Ci decantava la nostra Gloria, la nostra Potenza e Sapienza infinita,  e tutto, cielo, sole e terra gli portavano gioie, felicità ed Amore di Colui che l’aveva creato.   
[…]   Solo la mia Volontà può ridarmi la mia statua bella come Io la feci,  perché Essa è la conservatrice di tutte le opere nostre, è il portatore di tutti i nostri riflessi in modo che l’anima vive dei nostri riflessi, i quali, se ama le somministra la perfezione dell’amore,  se opera opera la perfezione delle opere;  insomma tutto ciò che fa tutto è perfetto in lei e questa perfezione le dà tante tinte di tante bellezze da innamorare l’Artefice che la formò.  Ecco perciò amo tanto che il Fiat Supremo sia conosciuto e vi formi il suo Regno in mezzo alle umane generazioni per stabilire l’ordine tra Creatore e creatura per ritornare a mettere in comune i nostri beni con essa;  e solo la nostra Volontà tiene questo potere,  senza di Essa non ci può essere molto di bene, né la nostra statua può ritornarci bella come uscì dalle nostre mani creatrici”.

dagli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta

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