COME DIO SI ABBASSI IN QUESTO MISTERO
Dal trono delle vostre grandezze, o Verbo divino, Voi scendete in un abbassamento ineffabile. Dal punto più alto del cielo scendete nel più infimo della terra. Dal
cielo empireo Voi fissate il vostro sguardo sopra una piccola borgata, sopra un Nazaret nascosto all’universo e, uscendo in certo quel modo di Voi stesso; dal seno del Padre scendete nel seno della Vergine.
Qui non create, ma siete creato, o meglio siete creatore e creato tutt'assieme; non formate, ma siete formato; non date, ma ricevete; non operate, ma patite; non siete regnante,
ma schiavo e dal primo istante schiavo nei vincoli della vostra infanzia.
Oh meraviglia! Oh amore! Oh grandezza! Oh bassezza! Oh grandezza in bassezza! Oh bassezza in grandezza!
Non è forse un abbassamento, o Verbo increato, che vi degnate di entrare in un essere, creato per congiungerlo così da vicino, unirlo ed associarlo alla vostra propria
persona? Non è forse ancora un abbassarvi, scegliere per questo mistèro non la più alta ma la più infima delle creature intelligenti, non l'angelo che sta in cielo, ma l'uomo che sta in
terra? Non è forse un abbassarvi, prendere ed unire alla vostra persona, non soltanto l'anima dell'uomo, che ne è la parte più nobile, ma l'anima e il corpo, e il corpo in tutte le sue parti?
È vero che il Creatore non isdegna nulla di quanto ha creato, non disprezza nulla nell'uomo fuorché il peccato, quel peccato che l'uomo pur troppo non vuole
disprezzare per l'onore e l'amore del Suo Dio; ma non è forse per Voi un abbassarvi, prendere non già un corpo [83] nuovamente formato dalle proprie mani di Dio, come quello di Adamo, vale a dire, un
corpo puro e santo non soltanto nel suo stato presente ma anche nella sua origine, bensì un corpo derivato dal corpo del vecchio Adamo e portante la sembianza del peccato, e imprimere il carattere della grazia e della
sapienza divina in quella medesima carne che porta il carattere del peccato?
Non è forse ancora per Voi un abbassamento e un grande abbassamento che questo corpo, ricevendo il dono singolare ed ineffabile della Santità divina e personale; non
riceva anche il privilegio della gloria e nell'immortalità?
Non è forse per Voi un abbassamento che questo corpo rimanga esposto a tutti gli stati e a tutte le basse condizioni della nostra natura, soggetto alle nostre miserie ed
infermità sino alla morte medesima, onde noi troviamo vita nella vostra morte, forza nella vostra debolezza, grazia nelle vostre umiliazioni, favori nei rigori da Voi sopportati, gloria nella vostra Croce?
Oh grandezza discesa nella bassezza! Oh grandezza suprema in estrema bassezza!
Ma questi abbassamenti, Dio li rialza e li eleva, in tal modo che li rende divini ed adorabili, e che sono adorati dal cielo e dalla terra e persino dall'inferno; poiché
il demonio adorerà il presepio e tremerà al gemito del tenero bambino che in quello vagirà. Tutti questi stati umili ed abietti che Gesù assume per nostro amore sono esistenti e stabiliti dentro
l'Essere divino; sono sorretti dalla sussistenza del Verbo. In tal modo, come la grandezza è umiliata nella bassezza, così la bassezza trovasi elevata nella grandezza suprema e deificata nella Divinità.
[84]
CARD. PIETRO DE BÉRULLE
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