Secondo ‘giorno’. La nascita dell’Universo
§ 71 Dopo uno o due secondi notai, a 5 cm dalla cornice verticale alla mia destra, un punto piccolissimo e ‘fermo’, luminoso di luce bianca intensa, fulgidissima, abbagliante. Al primo apparire di quel puntino mi ero meravigliato di essere capace di vederlo tanto era piccolo. Mi tolsi gli occhiali. Lo vedevo lo stesso. Non potevo paragonarlo al punto luminoso e tanto più grande che rimaneva per qualche istante sullo schermo nel mio televisore cge, quando lo spegnevo.
– Ende21 – dissi, ma non era la fine. Era ancora il principio. Il “fiat lux”.
§ 72 Quel puntino bianco restava immobile e friggeva, nel senso che produceva intorno a sè altri puntini bianchi e luminosi, uguali, che gli roteavano attorno allontanandosi a spirale. Era un gruppetto di qualche millimetro che ora cresceva a un cm, due, tre... Quei puntini allontanandosi si ingrandivano e proseguivano, rimanendo in ordine fra loro come i raggi di una sfera. Continuavo a vedere moltiplicarsi quei puntini bianchi intorno al primo e iniziare la loro traiettoria. Era meraviglioso poter vedere cose così piccole! Il mio posto di osservazione era stato lentamente distanziato fino a otto, dieci metri. Quei puntini formavano ora un gruppo di un metro. I più vicini al centro erano piccoli, mentre quelli periferici ora erano della grandezza di una palla da tennis da tavolo. Quello iniziale non si consuma, ma resta al suo posto al centro del gruppo, mentre i puntini
21 Ende (= ‘fine’, in tedesco)
che si staccano non si spengono, anzi crescono di volume fino a diventare dei globi.
Vedo che ogni globo, raggiunta una certa grandezza e una proporzionata distanza dagli altri, si sdoppia in due uguali che, ingrandendosi, girano in cerchi sempre più grandi e che, raggiunta la dimensione prefissata, si dividono a loro volta in altri due che si ingrossano, tutti rotondi e luminosi, roteanti e moltiplicantisi in ragione geometrica. Era come se si alimentassero dalle faville dell’ambiente. Reazione a catena?
Tutto il creato “in vista dell’Uomo”
§ 73 – FUOCHI DI FESTA – sentii con il consueto tono di voce.
Al sentir queste parole fui per un attimo disorientato e vedendo quello spettacolo che andava allontanandosi esclamai:
– Fuochi artificiali? Prima della nascita della Donna? Ma non sono stati i Cinesi i primi...? (e volevo dire: a inventare la polvere pirica?). – Fui interrotto da queste parole:
– PRIMA DELL’UOMO. – E dopo qualche secondo:
– MOLTO. – Ancora una breve pausa, poi: – PER L’UOMO. –
Intesi dapprima quel “per” in senso limitativo anziché finale, per cui soggiunsi:
– Lo so, Signore, che per Voi non c’è né il molto né il poco, perché non siete limitato nel tempo e nello spazio. – Egli proseguì:
– SAI QUANTO? –
– Lo so, Signore, – risposi presuntuoso e ricordandomi dei dati ottenuti dagli astronomi americani con il telescopio del Monte Palomar, e dei calcoli successivi.
– Da otto a dodici miliardi di anni fa. – risposi. – DI PIÙ – – Quattordici? – – DI PIÙ – – Sedici? – Trattandosi di miliardi non osavo alzare il numero più che tanto. Era il doppio della prima ipotesi.
– DI PIÙ, MOLTO DI PIÙ. ‘IN VISTA DELL’UOMO’. DI TUTTI GLI UOMINI, PERCHÉ VEDESSERO E CAPISSERO. –
Compresi allora che le parole “molto” e “per l’uomo” andavano distaccate, e quel “per” aveva senso finale. Non osai insistere perché precisasse. Il tempo è cosa molto secondaria rispetto alla finalità del Creato che è l’Uomo.
Frattanto, sul quadro visivo, scorgevo i globi bianchi sullo sfondo nero, ma ora non erano più abbaglianti. Erano molto numerosi ed uscivano dalla cornice in tutte le direzioni. Il cielo sereno, e non poteva non essere che sereno, era già trapunto di stelle.
Sentii a quel punto delle voci sommesse:
– COELI NARRANT GLORIAM DEI. GLORIA AL PADRE, AL FIGLIO E ALLO SPIRITO SANTO, COME ERA “IN PRINCIPIO”. –
Intesi quel “in principio” come ‘all’inizio’, ‘al tempo della creazione dell’Umanità’quando l’Uomo e la Donna, e i loro discendenti legittimi perché geneticamente puri, erano dotati dello Spirito di Dio e non Lo avevano ancora perduto a causa delle conseguenze del ‘peccato originale’. Dovevano restare la Gloria di Dio perché la Gloria di Dio è l’Uomo ‘che vive’ (in Dio) e vive solo quando ha la Vita dello Spirito.
– Siete stato bravo, Signore, a fare tante cose così belle e grandi per noi così piccoli e meschini e ingrati! Ma l’astronomia non è il mio forte, non ricordo più neppure la posizione delle costellazioni. Fatemi vedere le cose più vicine, qui sulla Terra, quell’Uomo, quegli animali, la Bambina che sta per essere partorita. –
Dagli scritti di Don Guido Bortoluzzi
Nessun commento:
Posta un commento