Con quanto si è detto nel paragrafo precedente si collegano le brame insaziabili di grandi sofferenze. Con esse l'anima desidera ripagare in qualche modo i dolori del Dio crocifisso e cooperare con lui alla salvezza delle anime. Il dolore redentore è una delle componenti della missione di padre Pio affidatagli da Dio. Ed egli è pienamente consapevole che la sua vita deve essere una via crucis, e desidera percorrere generosamente questa via dolorosa abbracciato alla croce, dalla quale non vuol discostarsi mai e sulla quale vuol morire:
"So che soffrite di non avermi vicino per aiutarmi; ma godete, padre mio, perché sono contento più che mai nel soffrire, e se non ascoltassi che la voce del cuore, chiederei a Gesù che mi desse tutte le tristezze degli uomini; ma io non lo fo, perché temo di essere troppo egoista, bramando per me la parte migliore: il dolore. Nel dolore Gesù è più vicino; egli guarda, è lui che viene a mendicare pene, lacrime...; ei ne ha bisogno per le anime" (2 4 1912).
"Soffro e soffro assai, ma grazie al buon Gesù, sento ancora un altro po' di forza; e di che cosa non è capace la creatura aiutata da Gesù? Io non bramo punto di essere alleggerita la croce, poiché soffrire con Gesù mi è caro; nel contemplare la croce sulle spalle di Gesù mi sento sempre più fortificato ed esulto di una santa gioia. Sento però nel mio cuore il grave bisogno di gridare sempre più forte a Gesù col dottore della grazia: Da quod iubes, et iube quod vis [...]. Non dimenticate che sono egoista in fatto di sofferenze; voglio soffrire solo e che, mentre sono impaziente di andarmene con Gesù, mi rimprovererei se cercassi anche per un'ora sola di essere lasciato senza croce, o peggio ancora se altri entrassero in mezzo a rapirmela" (20 9 1912; cf. anche 6 5 1913).
"Quanto è dolce, padre, il nome di croce! Qui appié della croce di Gesù le anime si rivestono di luce, s'infiammano di amore; qui mettono le ali per elevarsi ai voli più eccelsi. Sia dessa croce anche per noi sempre il letto del nostro riposo, la scuola di perfezione, l'amata nostra eredità. A tal fine badiamo di non separare la croce dall'amore a Gesù: altrimenti quella senza di questo diverrebbe un peso insopportabile alla nostra debolezza. La Vergine Addolorata ci ottenga dal suo santissimo Figliuolo di farci penetrare sempre più nel mistero della croce ed inebriarci con lei dei patimenti di Gesù. La più certa prova dell'amore consiste nel patire per l'amato, e dopo che il Figliuolo di Dio pati per puro amore tanti dolori, non resta alcun dubbio che la croce portata per lui diviene amabile quanto l'amore" (1 7 1915; cf. anche 8 11 1916; 15 12 1917; 6 3 1917; 15 8 1917).
PADRE PIO DA PIETRELCINA
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