Terzo ‘giorno’. La nascita del Sistema solare e della Terra
§ 74 I globi bianchi scorrevano sul video da sinistra a destra ed uscivano da quel lato. La visuale inquadra più da vicino una corrente di astri più prossima alla cornice destra. Un globo dalle dimensioni di un pompelmo passava più vicino, in primo piano. Era arrivato quasi alla metà del video, quando vidi sopraggiungere, sempre da sinistra, un altro globo luminoso, rosso e scintillante della stessa grandezza. Lo seguiva una scia luminosa e bianca, lunga e più espansa dalla parte posteriore come un triangolo. Era una stella cometa. Appena il globo caudato e rosso raggiunse l’altro di striscio, che si trovava a 5 o 6 centimetri dal lato destro del video, sparì la vista di ambedue entro un polverone nero che si diffuse alto nel cielo, tanto che potevo vedere alcune stelle solo nell’angolo in alto a sinistra.“Fuori programma? È un incidente? Uno sbaglio di traiettoria? Quello è un corpo estraneo di energia differente. Ci lasciano le penne tutti e due” pensai, vedendo il disordine. Una Voce femminile sommessa mi suggerì: – EGLI SA QUELLO CHE FA. –
“Allora era preordinato, non si tratta di evoluzione casuale” pensai.
Mi guardai attorno per riprendere contatto con la mia realtà. “Sono proprio io, qui? Chissà che questa visione sia data anche ad altri, così mi aiuteranno a ricordare”.
Una Voce sommessa mi disse: – LA TERRA. – Guardai nuovamente il quadro.
– Oooh! La Terra! – esclamai contento.
Il polverone era scomparso, il cielo sereno, una luce meridiana illuminava un globo biancastro opaco, come un macigno rotondo.
Lo vedevo grande come un pallone da calcio, o forse un po’ meno, presso l’angolo destro del video, in basso, a circa 4 cm di distanza dai due lati contigui.
– “Terra erat arida et vacua”, priva di acqua e di vegetazione – dissi con maggior verità di Armstrong quando mise piede sulla Luna.
Mentre osservavo la Terra arida, capivo come si era formata. Nel nuvolone c’erano tutti i 90 e più elementi naturali semplici che la compongono. Quelli radioattivi, più pesanti, si sono attratti fra loro per primi ed hanno formato il nucleo centrale aumentando così la forza di attrazione. Facendo giri su giri di circonvoluzione e di rotazione, quel nucleo si è ingrossato come un gomitolo, coprendosi di tanti strati rocciosi da formare la crosta terrestre. La polvere di calcio, di silicio, di magnesio, riscaldata dalla combustione interna, si è cementata formando i molti strati di roccia che, con spessore di 2.900 km, avvolgono la Terra.
§ 75 La Terra era senza rilievi e senza avvallamenti, tutta uniforme nella superficie. Pensavo ancora allo spessore della sua crosta rocciosa che vedevo secca.
C’era, nel Polo Nord, un cono bianco di ghiaccio (lo distinguevo dal riflesso) che, in rapporto al diametro della Terra, era alto sicuramente alcune migliaia di chilometri e, accanto al suo vertice, due nuvolette a forma semicircolare. Ghiacci d’acqua? Vapori di gas? Idrogeno e ossigeno? Ma di che cosa erano formati il ghiaccio e i vapori se non c’era ancora la fotosintesi delle piante? Di certo, in quel nuvolone che avevo visto, vi erano tutti gli elementi naturali terrestri, quindi anche i gas. Il globo terrestre mi sembrò oblungo come una pera o un limone invece che sciacciato ai poli. Forse per causa di quel ghiaccio.
Osservai, sotto, il Polo Sud. Non c’era un cono simmetrico al Polo Nord, ma vedevo il bordo di una crosta regolare e liscia di ghiaccio, una calotta uniforme, cioè senza prominenze. Non vedevo su quella superficie né corrugamenti né ombre per cui, pensando al versetto 9 del cap. 1 della Genesi che recita: “Disse ancora Dio: si radunino le acque che sono sotto il cielo in un sol luogo e apparisca l’Arida”, mi chiedevo:
“Come farà il Signore a separare l’Arida dall’acqua, se questa non c’è e non ci sono neppure i bacini per raccoglierla?”.
Lo spettacolo rimase fermo per circa un minuto. Facevo intanto le mie considerazioni.
Dagli scritti di Don Guido Bortoluzzi
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