mercoledì 22 dicembre 2021

Commento all‟Apocalisse

 


SUL CAPITOLO QUINTO DELL’APOCALISSE 


Il libro dai sette sigilli e l‟acclamazione di Cristo fatta alla sua apertura 

Vers. 1 

E vidi nella destra di Colui che sedeva sul trono un libro scritto dentro e fuori, sigillato con sette sigilli. 

§. I. 

Che cosa è il Libro dai sette sigilli, scritto dentro e fuori? 

Cap. V. v. 1-4. 

 

I. Dopo aver decritta la natura, l‟intrinseca costituzione e la maestà della Chiesa cattolica, di conseguenza ormai San Giovanni, nella sua qualità di intimo segretario del Regno di Cristo sulla terra, palesa il libro dei segreti di Dio e le sue disposizioni riguardo alla sua Chiesa fino alla fine del mondo, le quali gli furono rivelate in particolare ed con ordine con l‟apertura del libro. Il volume infatti contiene l‟assai misteriosa, molto salutare e necessarissima istruzione del sapiente Padre celeste, che ha lasciato a tutti i suoi diletti figli, come un Re o Monarca sapiente è solito lasciare a suo figlio, prima di morire, fra le cose segrete del suo regno un‟istruzione riguardo, per esempio, alle guerre che possono scoppiare, ai nemici che sono soprattutto da temere, e quindi su che cosa si debba fare in simili casi, e che cosa evitare. Allo stesso modo, ma con una sapienza di gran lunga maggiore, il Padre eterno ci ha istruito per l‟amore paterno e la cura che ha dei suoi eletti, mostrando a San Giovanni, nella sua qualità di segretario intimo del Regno di Cristo, in questo libro, dall‟abisso della sua ineffabile prescienza eterna, i nemici, le sventure, le consolazioni e i mutamenti più notevoli e di maggior importanza, che riguardano il futuro della sua Chiesa fino alla fine del mondo. E vidi nella destra di Colui che sedeva sul trono un libro scritto dentro e fuori, sigillato con sette sigilli. Con queste parole si indica la profondità dei segreti divini, che saranno svelati all‟apertura del libro. Questo libro è in un certo senso la scienza speciale, la disposizione della mente divina riguardo la sua Chiesa, ove si dice che è scritta ogni cosa metaforicamente, nel senso che, come ciò che è scritto rimane e non va perduto, così quello che Dio ha assolutamente stabilito di fare, o di permettere, rimane fisso ed immutabile. Ciò si ricava dalla teologia: 1) in Dio infatti si suppone la scienza e la comprensione semplice ed assoluta, che abbraccia tutte le cose possibili, anche se non accaddero mai, o mai avverranno; 2) la scienza di visione, che scruta le cose esistenti in ogni differente tempo, ossia nel passato, presente e futuro; 3) fra queste vi è una scienza intermedia, riguardante gli eventi futuri possibili sotto condizione, e, benché nella descrizione delle sette Chiese nei capp. 2 e 3 siano state rivelate molte cose secondo questa scienza divina, tuttavia quelle che si leggono qui – intendo in questo libro dei sette sigilli – furono scritte secondo la scienza di visione, in quanto stabi-lite da Dio con certezza nella sua potenza operativa e nella sua divina volontà, così da essere da lui compiute, o permesse, a tempo debito. Per questo si dice che San Giovanni vide questo libro nella destra di Colui che sedeva sul trono: la potenza operativa di Dio, infatti, è simboleggiata metaforicamente dalla mano destra. Come noi operiamo colla destra, così Dio fa con la sua volontà, come si legge nel Salmo 32: Perché egli disse, e fu fatto: comandò, e fu creata ogni cosa. Il Signore abbatte i progetti delle genti, rigetta i pensieri dei popoli, rigetta i progetti dei principi. Ma il disegno del Signore in eterno sussiste; i pensieri del suo cuore di generazione in generazione, e nel Salmo 113: Il nostro Dio è nel cielo, e tutto quel che vuole, egli fa, e nel Salmo 148: Perché egli parlò, e furono fatti; egli comandò, e furono creati. Li stabilì in eterno, e nei secoli dei secoli, una legge pose che non passerà. Colui che sedeva sul trono: quest‟espressione indica che il Signore Iddio è assiso sulla Sede Apostolica, reggendo e governando la sua Chiesa, e che deve essere adorato e venerato sulla terra da tutti i cristiani nell‟Umanità di Gesù Cristo. Un libro scritto dentro e fuori: le cose scritte dentro sono quelle più oscure ed arcane a comprendersi dall‟intelletto umano, prima e dopo la rivelazione fattane a San Giovanni, che riguardano gli eventi della storia della Chiesa che dovranno verificarsi negli ultimi tempi. Quelle scritte fuori sono gli eventi più chiari ed evidenti, che lo stesso san Giovanni spiegò, e anche gli accadimenti che si verificarono mentre scriveva l‟Apocalisse, o poco dopo, e di cui tratteremo più sopra. Sigillato con sette sigilli: col sigillo si suggellano le lettere e si chiudono in modo che altri non possa leggerle, per cui i sigilli si appongono a dispacci, testamenti e libri, in modo da garantirne l‟autenticità. Così i Re sigillano i loro editti e diplomi, per provarne l‟autenticità a coloro cui sono indirizzati. Il sigillo di Dio è la divina volontà, che nasconde dall‟origine del mondo, per cui chiuse nel segreto della sua mente le cose straordinarie, le opere terribili e quelle che avrebbe permesso accadessero alla sua Chiesa negli ultimi tempi, e che a nessun Profeta, o Patriarca, o ad altro uomo, anzi neppure agli Angeli rivelò fino alla venuta del suo Cristo, alla cui Umanità le mostrò, sciogliendo questi sette sigilli. Per cui più sotto dice che non ne fu trovato degno nessuno, né in cielo, ossia nessun Angelo, né in terra, ovvero alcun uomo, né sotto terra, ossia alcun giusto del Limbo, che potesse aprire il libro, scioglierne i sigilli, e guardarlo. Benché, poi, questo divino sigillo sia in sé unico, tuttavia, appare all‟esterno in sette guise, ad indicare i sette differenti periodi della Chiesa, previsti e stabiliti, durante i quali Cristo porterà a compimento e mostrerà i segreti mirabili e terribili che concernono la sua Chiesa, nella potenza settiforme dello Spirito Santo, che sarà effuso secondo la diversità dei tempi, degli uomini e delle condizioni, fino alla fine del mondo, per la salvezza dei suoi Eletti, in testimonianza della fede e di tutto ciò che deve accadere, per cui questo libro è sigillato da sette sigilli in questo modo. II. Vers. 2. E vidi un Angelo forte, che predicava a gran voce: Chi è degno di aprire il libro e sciogliere i suoi sigilli? Qui si descrive per conseguenza quanto sia difficile ed arduo aprire, sciogliere e spiegare questi mirabili e terribili segreti di Dio riguardo alla sua Chiesa. Questo Angelo forte è Gabriele, che significa Fortezza di Dio, ed è il messaggero ed il nunzio speciale del Regno di Cristo, ufficio in cui fu impiegato anche nell‟Incarnazione di Cristo, cfr. S. Luca, cap. 1. Vers. 3. E nessuno nel cielo, in quanto Angelo, né sulla terra, come uomo, né sotto la terra in quanto Patriarca, Profeta, e Padre del Limbo, poteva aprire il libro, né guardarlo. La trattazione infatti riguardante la Chiesa e il Regno di Cristo fu tanto ardua, oscura, profonda e difficile, che nessuna virtù, potestà, principato, sapienza e intelligenza di uomo e Angelo, potrebbe comprenderla, esporla e porla per iscritto; ma occorreva una persona, sapienza e potenza divina, per cui l‟Arcangelo Gabriele annuncia, dicendo: Ecco tu concepirai nel seno e partorirai un Figlio, e lo chiamerai Gesù. Costui sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo, e il Signore Iddio gli darà il trono di Davide suo padre, e regnerà in eterno sulla Casa di Giacobbe e il suo Regno non avrà mai fine. I Teologi, trattando del Mistero dell‟Incarnazione, insegnano che la redenzione del genere umano non poteva essere affidata a nessun semplice uomo o ad un Angelo. La ragione sta in questo: 1) nessun semplice uomo, od Angelo, avrebbe potuto soddisfare in modo condegno la divina giustizia; 2) nessun uomo, per quanto santo, né alcun Angelo, avrebbe potuto conformarsi alla divina volontà, o intenderla, considerando le immani tribolazioni e mali, da cui fu afflitta la Chiesa ed il sangue di numerosissimi martiri da cui fu sommersa per 300 anni. Fu poi scossa da tante eresie, e negli ultimi tempi sarà ancor più straordinariamente straziata, per cui nessun uomo, od Angelo, avrebbe potuto intraprendere la Redenzione, se Gesù Cristo non ci avesse preceduto col santo esempio della sua Passione, e renderci edotti di tali cose sia nel Vangelo, sia pure nell‟Apocalisse. Gli uomini, infatti, per quanto santi, non possono comprendere questa parola. 3) La potenza e l‟astuzia di questo mondo fu tanto piena di malizia, che senza l‟onnipotente virtù del Figlio di Dio il regno della Chiesa militante nel tempo presente non avrebbe mai conseguito il suo fine ed il proprio compimento, affidata solo alle forze degli uomini. Vers. 4. Ed io piangevo molto, che nessuno si era trovato degno di aprire il libro, né di guardarlo. Il pianto esprime qui il desiderio e la brama di San Giovanni, che rappresenta l‟intero genere umano, di aver notizia sull‟andamento straordinario, e arduo, ben al di sopra delle forze umane, della Chiesa e della salvezza degli Eletti. Per cui segue: Nessuno si era trovato degno di aprire il libro, ossia di spiegarlo, né di guardarlo, ovvero di conoscere la volontà di Dio.

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Venerabile Servo di Dio Bartolomeo Holzhauser 

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