PRIMA LETTERA
Come è stato trovato il senso abituale della Presenza di Dio.
Poiché voi desiderate così ardentemente che io vi comunichi il metodo con cui sono arrivato al senso abituale della Presenza di Dio, che il nostro Signore, per sua misericordia, si è compiaciuto di concedermi; devo dirvi che è con grande difficoltà che mi faccio convincere dalle vostre importunità; e ora lo faccio solo alle condizioni che voi non mostriate la mia lettera a nessuno. Se sapessi che la fareste vedere, tutto il desiderio che ho per il vostro avanzamento non riuscirebbe a determinarmi. Il resoconto che posso darvi è: avendo trovato in molti libri diversi metodi per andare a DIO, e diverse pratiche di vita spirituale, ho pensato che questo sarebbe servito piuttosto a sconcertarmi, che a facilitare ciò che cercavo, che non era altro che come diventare interamente di DIO.
Questo mi fece decidere di dare il tutto per il Tutto: così, dopo essermi dato interamente a DIO, per fare tutta la soddisfazione possibile per i miei peccati, rinunciai, per amore di Lui, a tutto ciò che non era Lui; e cominciai a vivere come se non ci fosse altro che Lui ed io nel mondo. A volte mi consideravo davanti a Lui come un povero criminale ai piedi del suo giudice; altre volte lo vedevo nel mio cuore come il mio PADRE, come il mio DIO: lo adoravo più spesso che potevo, tenendo la mia mente alla sua santa presenza e richiamandola ogni volta che la trovavo lontana da Lui. Trovavo non poco dolore in questo esercizio, e tuttavia lo continuavo, nonostante tutte le difficoltà che si presentavano, senza preoccuparmi o inquietarmi quando la mia mente vagava involontariamente. Ne feci la mia attività, tanto durante tutto il giorno quanto nei momenti di preghiera stabiliti; poiché in ogni momento, ogni ora, ogni minuto, anche nel pieno della mia attività, allontanavo dalla mia mente tutto ciò che era in grado di interrompere il mio pensiero di DIO.
Questa è stata la mia pratica comune da quando sono entrato nella religione; e anche se l'ho fatto in modo molto imperfetto, tuttavia ne ho trovato grandi vantaggi. Questi, lo so bene, sono da imputare alla semplice misericordia e bontà di DIO, perché non possiamo fare nulla senza di Lui, e io ancora meno di tutti. Ma quando siamo fedeli a tenerci alla sua santa presenza e a porlo sempre davanti a noi, questo non solo ci impedisce di offenderlo e di fare qualsiasi cosa che possa dispiacergli, almeno intenzionalmente, ma genera anche in noi una santa libertà e, se così posso dire, una familiarità con DIO, con cui chiediamo, e con successo, le grazie di cui abbiamo bisogno. Infine, ripetendo spesso questi atti, essi diventano abituali, e la presenza di DIO ci viene resa quasi naturale. Ringraziatelo, se vi piace, con me, per la sua grande bontà nei miei confronti, che non potrò mai ammirare abbastanza, per i molti favori che ha fatto a un peccatore così miserabile come me. Che tutte le cose lo lodino. Amen.
Lawrence, Brother (Nicholas Herman, c. 1605-1691)
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