mercoledì 29 dicembre 2021

ESERCIZIO DI PERFEZIONE E DI VIRTÙ CRISTIANE

 


Si manca al proprio dovere.  

4. S. Girolamo e S. Giov. Crisostomo dichiarano anche più questa cosa con un'altra dottrina, comune tra i Santi e tra i teologi, e l'apporta S. Tommaso trattando dello stato della religione (2. 2. q. 184, a. 5, ad 2; q. 186, a. 1, ad 3). Dice ivi S. Tommaso che i religiosi sono in istato di perfezione; non già che subito che sono religiosi abbiano ad esser perfetti; ma che sono obbligati ad aspirare e ad anelare alla perfezione; e chi non procura d'esser perfetto, né tratta di questo, dice che è religioso finto, perché non fa quelle cose per le quali è venuto alla religione. Non tratto ora di mettere in chiaro e di determinare se peccherebbe o no mortalmente quel religioso che dicesse: lo mi contento d'osservare i comandamenti di Dio e i miei voti essenziali; ma non voglio osservare le altre regole, che non obbligano a peccato; perché intorno a questo punto i dottori parlano differentemente. Alcuni dicono, che peccherebbe mortalmente; altri dicono che, non intervenendovi qualche sorta di dispregio, non commetterebbe peccato mortale: ma quello che è certo, ed in cui tutti convengono, è che il religioso, il quale avrà questa volontà e starà in questo proponimento, sarà un cattivo religioso, scandaloso e di mal esempio; e che moralmente starà in gran pericolo di cadere in peccati mortali; perché colui che le piccole cose disprezza, a poco a poco andrà in rovina (Sir 19, 1): e al nostro proposito basta ben questo, poiché assai anche è questo per ritornare indietro. 

ALFONSO RODRIGUEZ 

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