Demonio e presunta maledizione
Già conosciamo il pensiero del demonio: desidera avere sacerdoti dalla sua parte, li preferisce come collaboratori perché le maledizioni di un sacerdote sono più forti, provocano mali maggiori per chi è maledetto. Come la benedizione del sacerdote ottiene maggiore aiuto di Dio all’anima da lui benedetta, perché con la consacrazione è stato reso partecipe del sacerdozio di Cristo, così produce maggior male quando diviene strumento del demonio per maledire. Non è certo la sua missione maledire: Cristo l’ha consacrato perché sia suo collaboratore nel benedire.
Nessuno nel mondo è ha avuto l’incarico di fare del male, tanto meno il sacerdote chiamato a fare del bene, a benedire in collaborazione di Cristo. Purtroppo, come ad ogni laico, consacrato a Dio nel Battesimo per fare del bene, può usare male la sua libertà e i doni avuti dal Signore, così anche il sacerdote ha la triste possibilità di passare dal Regno di Cristo al regno di satana per fare del male.
Mi raccontava un sacerdote, molto calunniato che qualcuno aveva giurato il falso per sostenere le calunnie. Lui aveva pensato, si era augurato che il Signore desse un segno. Un figlio dell’accusatore è nato handicappato. Quel sacerdote sembrava avere soddisfazione, non credo perché il Signore gliel’aveva fatta pagare, ma per avere la prova della sua innocenza Spero che fossero solo parole e non sentimenti ! Un sacerdote amico mi confidò questa esperienza che aveva vissuto. “Nel settembre del 1961 don *** va da un sacerdote superiormente illuminato. Da tempo era molto malato, e non sapeva se fosse ancora vivo. Chiede alle donne che stanno alla fontana se il parroco poteva riceverlo. Lo sconsigliano di bussare perché troppo malato e non riceve più nessuno. Istintivamente entra in chiesa e vede fuori dalle balaustra in piedi un sacerdote: ritiene che possa essere soltanto lui. (morirà martire per i tanti dolori due settimane dopo).
Il don ***aveva scritto a P. Pio e dopo anni, avrà le prove che P. Pio, era venuto in bilocazione, come Guida spirituale, a portargli il consiglio chiesto.
P. Pio gli dice subito: “Ascoltami bene: Metti nel cassetto i tuoi progetti, perché prima devi pensare alle sofferenze. Devi affrontare 30-40… anni di accuse, calunnie, denunce, con le quali alcuni confratelli tenteranno di distruggerti la vita. Stai attento, sii prudente perché faranno di tutto per rovinarti. Solo dopo potrai tirar fuori dal cassetto i tuoi progetti”. Rimase incredulo perché in quel momento all’orizzonte non vedeva alcuna nuvoletta in cielo che potesse annunciare tanta tempesta! “Ma, Padre, allora sarò troppo vecchio”. “Non ti preoccupare; uno dalle tue parti, fra Brescia e Verona ha fondato una Congregazione a 72 anni”. (Lo scoprirà nel Fondatore dei Pavoniani nel 2002, quando viene fatto beato).
Nel 1967-68 il don ***, dal confessore riceve la proposta di fare l’animatore i seminario. Nella scelta era molto turbato interiormente, non aveva pace, ma non sapeva a chi chiedere consiglio, non conosceva ancora nessuno in quella città e accetta il consiglio del Confessore!
Venti giorni dopo avere iniziato il servizio il confessore gli chiede di fare corpo con il Vice Rettore e gli animatori contro il Rettore per farlo saltare. A quel punto la sua coscienza si ribella, si confida con il Rettore e collabora con lui. (L’anno dopo verrà a sapere che il Rettore l’aveva chiesto al suo Vescovo come Vice Rettore).
Ma tre mesi dopo il don *** si rivolge ad un medico perché avverte qualcosa di strano nel suo fisico. Teme che qualcuno gli abbia messo qualcosa nel cibo, lo abbia drogato. Una notte di aprile del 1968 un forte rumore, lo sveglia, lo avverte solo lui nella camerata, e una forza interiore lo spinge ad agire contro la sua volontà, per questo si era rivolto al medico.
Da quel momento gli avversari gli scatenano contro dicerie a non finire per condannarlo e farlo uscire di scena. La corrente tradizionalista, legata al vice rettore e al confessore, lo considera un traditore e lo costringe ad uscire da quella diocesi. Per impedirgli di essere vice rettore, agli avversari non rimaneva che fargli del male. Si chiede ancor più se le difficoltà psicofisiche, a determinate ore della notte, che condizionano la sua libertà non siano state l’effetto di una maledizione, ma non crede ancora a simili cose.
Da quel momento la sua vita è divenuta un calvario. Ritornato nella sua diocesi il Vescovo, esamina la situazione del don ***. Come un padre lo consiglia solo a curarsi. Alcuni anni dopo, al rientro definitivo in diocesi, il nuovo Vescovo lo manda a casa sua perché non c’era un posto per lui. Qualche anno prima gli aveva offerto l’insegnamento in seminario o una parrocchia.
La zizzania era cresciuta. Chiede ad un parroco benevolo di accoglierlo. Ricomincia tutto da capo. Ovunque va si porta dietro la maledizione, la presenza diabolica che scatena difficoltà e dicerie pronte a suscitare la tempesta di calunnie, accuse. Il peso delle umiliazioni e sofferenze è stato veramente grande!
Alcuni fanno arrivare anche alla scuola dove insegna l’accusa di avere messo incinta una ragazza, che non conosceva. La incontrerà in parrocchia dopo sposata solo per il battesimo del figlio. Il Vescovo visto che le calunnie erano infondate, gli ripropone l’insegnamento nella scuola, ma ormai l’onore era stato calpestato, distrutto!
Ogni promessa di sistemazione, di promozione una ad una naufragano tutte. Nel raccontarmi dopo tanti anni rivive nel cuore quel calvario di umiliazioni, di calunnie, denunce che il demonio gli aveva scatenato contro per distruggerlo.
Quel don ***, finito il racconto, mi dice: “Di certo so che la profezia di P. Pio del 1961 si è realizzata letteralmente nella prima parte! Secondo te c’è spazio per pensare, credere ad una maledizione che il Signore ha permesso? Mi diceva che gli tornava più volte il pensiero, il timore di essere stato stregato, maledetto: ne parlò con il confessore per un eventuale esorcismo. La sua proposta non fu presa subito in seria considerazione. Eppure avvertiva in sé una forza, sempre pronta a condizionare il cammino della vita morale e spirituale, e per creare tensioni e difficoltà ad ogni attività pastorale”.
Della causa che ha rovinato la sua vita ha preso coscienza leggendo qualche libro di P. Amorth sulle presenze diaboliche nei posseduti, ha conosciuto storie e situazioni di altri che avevano avuto condizionamenti simili sulla libertà e volontà da una presenza malefica interiore. Si è rivolto ad un Vescovo esorcista, ha ricevuto l’esorcismo.
Un giorno di settembre del 2006 vive una esperienza spirituale intensa, bella, mai esperimentata prima. Guarda il calendario per ricordare il giorno: è il Nome di Maria santissima. Da quel giorno la sua vita morale e spirituale inizia un cammino nuovo di serenità, gioia e pace; ne celebra volentieri gli anniversari, anche se non gli dispiace di avere sofferto molto per i meriti guadagnati. Avrà anche una conferma dall’alto. Una figlia prediletta e confidente di Maria, conosciuta dal suo vescovo e consigliatagli da un altro vescovo, gli conferma che è stata una pesante fattura, ma non dovrà abbassare la guardia.
FRATELLO ESORCISTA
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