lunedì 30 maggio 2022

Promuovere la speranza del cielo

 


Oltre all'immensa gioia di contemplare Dio, di vedere e stare con Gesù Cristo glorificato, c'è una beatitudine accidentale, mediante la quale godremo dei beni creati che rispondono alle nostre aspirazioni. La compagnia delle persone rette che abbiamo amato di più in questo mondo: la famiglia, gli amici; e anche la gloria dei nostri corpi risuscitati, perché il nostro corpo risorto sarà numericamente e specificamente identico alla terra: è necessario, indica san Paolo, che "questo" essere corruttibile sia rivestito di incorruttibilità, e che "questo" essere mortale sia rivestito di immortalità. "Questo", il nostro, non un altro simile o molto simile. "Importa molto – dice il Catechismo Romano – essere persuasi che questo stesso corpo, e certamente lo stesso corpo che è stato proprio di ciascuno, anche se è stato corrotto e ridotto in polvere, tuttavia da ciò deve risorgere". E sant'Agostino afferma con tutta chiarezza: "Questa carne risorgerà, la stessa che muore e viene sepolta (...). La carne che ora ammala e soffre i dolori, quella stessa deve risorgere". La nostra personalità rimarrà la stessa, e avremo il nostro corpo, ma rivestito di gloria e splendore, se saremo stati fedeli. Il nostro corpo avrà le qualità di corpi gloriosi: agilità e sottigliezza – cioè, non essere sottoposti ai limiti dello spazio e del tempo – impassibilità – non ci sarà più morte, né pianto o gemito, né ci sarà più dolore ..., né saranno più affamati, né più assetati ..., Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi – chiarezza, bellezza.

"Credo nella risurrezione della carne", confessiamo nel Simbolo Apostolico. I nostri corpi in Cielo avranno caratteristiche diverse da quelli attuali, ma rimarranno corpi e occuperanno un posto, come ora il Corpo glorioso di Cristo e quello della Vergine. Non sappiamo come o dove sia o come si formi quel luogo. La terra di adesso sarà stata trasfigurata: ho visto un nuovo cielo e una nuova terra, perché il primo cielo e la prima terra saranno scomparsi... ecco, io faccio tutte le cose nuove. Molti Padri e Dottori della Chiesa, e anche molti santi, pensano che il rinnovamento di tutta la creazione derivi dalla rivelazione stessa.

La memoria del Cielo, già vicina alla festa dell'Ascensione del Signore, dovrebbe condurci ad una lotta decisa e gioiosa per rimuovere gli ostacoli che si frappongono tra noi e Cristo, ci spinge a cercare soprattutto i beni che perdurano e a non desiderare a tutti i costi le consolazioni che finiscono.

Pensare al Cielo dona grande serenità. Nulla qui è irreparabile, nulla è definitivo, tutti gli errori possono essere riparati. L'unico fallimento definitivo sarebbe quello di non colpire la porta che conduce alla Vita. Lì ci aspetta anche la Vergine Santa.


hablarcondios


Nessun commento:

Posta un commento