Non so perché vi dico questo, se non per mostrarvi quanto sia pericoloso non allontanarsi risolutamente da tutte le cose del mondo.– Quante colpe e travagli ci risparmieremmo allontanandocene!
Sono tanti i mezzi con i quali Dio comincia a fare amicizia con le anime, che non si finirebbe più anche solo a dir quelli che ho intesi io, che sono donna. Quanti ne potrebbero dire i confessori e quelli che trattano a fondo con le anime!...
Certe anime mi sconcertano profondamente, perché mi pare che non manchino di nulla per essere grandi amiche di Dio. – Vi parlerò particolarmente di una, con la quale ho avuto rapporti poco fa.
Amava comunicarsi assai spesso, non diceva male di alcuno, aveva tenerezze nell'orazione e viveva da sola in casa sua in continua solitudine. Di carattere assai dolce, nulla la muoveva ad ira di quanto le si dicesse – il che è grande perfezione – né mai si lasciava sfuggire alcuna parola cattiva. Non si era mai accasata, né allora poteva farlo per ragione dell'età. Aveva sofferto grandi prove senza mai perdere la pace: tutte cose che mi sembravano indizi di un'anima molto avanzata e di grande orazione, tanto che da principio la stimavo assai, anche perché, non vedendo in lei alcuna offesa di Dio, ero persuasa che cercasse di preservarsene.
Ma, fattane la conoscenza, cominciai a vedere che stava in pace fino a quando non la toccavano nell'interesse, in rapporto al quale la sua coscienza non era già delicata, ma molto larga. Vidi pure che, nonostante la pazienza con cui sopportava ogni affronto, era attaccatissima alla propria stima, tanto che non avrebbe voluto perderne per colpa sua neppure una piccolissima parte. Era tanto imbevuta di questi miserabili sentimenti e così curiosa di tutto sapere, che io mi domandavo meravigliata come potesse stare in solitudine un'ora sola. Oltre a ciò, amava molto i suoi comodi. E tutto questo ella indorava così bene da non vedervi alcuna colpa. Anzi, stando alle ragioni su cui fondava certe cose, pareva che peccassi io a giudicarla, benché in certi atti il peccato fosse assai evidente, ma forse ella non se ne accorgeva. Quasi tutti la tenevano per santa, e io ne ero molto meravigliata. Finii poi per convincermi che nelle persecuzioni di cui si diceva vittima doveva avere qualche colpa, per cui cessai d'invidiarla nel suo modo di vivere e nella sua santità.
Come lei ne ho incontrate altre due di cui ora mi ricordo, conducenti il medesimo genere di vita, ma che quando giunsi a conoscerle, m'ispirarono più timore di tutti i peccatori da me veduti, nonostante si tenessero per sante.
Perciò supplico il Signore di darci la sua luce. E voi, figliuole,ringraziatelo molto per averci condotte in monastero, dove il demonio, per quanto faccia, non potrà mai ingannarvi, come inganna coloro che vivono in casa propria. Vi sono anime a cui sembra non manchi nulla per volare in cielo, tanto cercano la perfezione. Ma la cercano a modo loro, senza alcuno che le conosca. Invece nei monasteri ho veduto che è ben difficile illuderci, perché le monache devono fare non quello che vogliono, ma quello che vien loro comandato. Anche quelle che vivono nel mondo bramano di contentare il Signor, ma nonostante il loro desiderio di ben comprendersi, non sempre vi riescono, perché quello che fanno lo fanno di loro testa. Magari di tanto in tanto s'imporranno delle rinunce, ma non mai delle mortificazioni come nei monasteri. – Lasciano stare le persone a cui da vari anni il Signore ha già compartito la sua luce. Esse cercano un direttore che le conosca e a cui obbedire, perché l'umiltà, quando è profonda, porta le anime a poco fidarsi di sé, anche se molto dotte.
SANTA TERESA DI GESÙ
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