Il frate laico: “Chi è la signora Caccioppoli?... Padre Pio dice che è il vostro turno”
Devo riferire un fatto strettamente personale che riguarda Padre Pio e mia madre. Qualche parola in più di introduzione è necessaria per capire che cosa di fatto avvenne quel giorno dell’estate del 1965.
Siccome tanta gente si voleva confessare da Padre Pio, ed ogni giorno si verificava un caotico ammassarsi di pellegrini vicino al confessionale, il guardiano Padre Agostino e il ministro Provinciale Padre Paolino da Casacalenda riuscirono nel 1950 ad introdurre il sistema della prenotazione per la confessione da Padre Pio.
Gli uomini e le donne si segnavano separatamente in due registri, ed ogni giorno venivano chiamate dai frati un certo numero di persone segnate, per accedere alla confessione con Padre Pio. L’attesa per gli uomini era di due o tre settimane. Per le donne l’attesa era di due o tre mesi.
Così si ristabiliva un certo ordine, però la gente doveva fare due viaggi separati: uno per prenotarsi, e il secondo per la confessione vera e propria. La gente era ospitata in piccole pensioni composte di quattro o cinque camere. La padrona della pensione andava ogni giorno a consultare i libri delle prenotazioni e quando vedeva che per una persona che abitualmente era ospitata da lei si avvicinava il momento della confessione nei prossimi due o tre giorni, la chiamava a telefono.
Così la persona interessata si precipitava ad andare a San Giovanni Rotondo, per essere chiamata dal frate e mettersi in fila nel gruppetto che si sarebbe confessato quel giorno. Tutto si svolgeva in un modo molto severo, e tutti controllavano tutti, e non si facevano eccezioni per persone importanti o casi speciali.
Mia madre Gaetana Caccioppoli, andò a San Giovanni Rotondo accompagnata in macchina da me, e si prenotò per la confessione. Eravamo ospiti della pensione gestita dalla signora Vasini. Prima di ripartire per Castellammare di Stabia, dove abitavamo, demmo alla signora Vasini il nostro numero di telefono, e la signora si impegnò a controllare il registro delle confessioni ogni giorno, ed a chiamarci due o tre giorni prima, in modo che non si perdesse la prenotazione, e mia mamma fosse presente quando era chiamata per confessarsi con Padre Pio.
La mattina che ricevemmo la telefonata ci mettemmo subito in macchina e nel tardo pomeriggio arrivammo alla pensione della signora Vasini in San Giovanni Rotondo. Il giorno dopo alle 5 di mattino andammo a sentire la Messa di Padre Pio.
Le confessioni delle donne iniziavano qualche tempo dopo la Messa, perché Padre Pio faceva un lungo ringraziamento. Nel frattempo, la signora Caccioppoli si recò nella sacrestia della chiesa dov’era il frate con il registro delle prenotazioni. Mia mamma insieme a un gruppo di altre donne aspettò di essere chiamata. Le circa trenta donne che erano chiamate si sarebbero spostate dalla sacrestia alla chiesa, dov’era il confessionale. Le altre donne dovevano andar via e tornare il giorno dopo.
Mia mamma non fu chiamata dal frate. Appena possibile lei si avvicinò al frate e gli chiese perché non era stata chiamata. Il frate si fece ripetere il cognome, guardò nel registro, e disse che sia a quella pagina, sia alla pagina precedente e seguente non c’era il cognome Caccioppoli.
Dietro insistenza il frate si mise a guardare anche le pagine più avanti e finalmente vide il cognome Caccioppoli. Il turno per la confessione sarebbe venuto fra una settimana circa. La signora Vasini si era confusa e aveva chiamato una persona per un’altra.
Mia mamma si mise a piangere e supplicò il frate di farla confessare. Ma la situazione era difficile e tanta gente avevano seguito l’accaduto e stavano a vedere come andava a finire. Se il frate avesse detto di sì sarebbe stato il caos. Così il frate delle prenotazioni disse che non c’era nulla da fare e invitò la signora Caccioppoli a lasciare la sacrestia e uscire dalla chiesa.
Gaetanina uscì dalla chiesa tutta imbronciata e piangente, e raccontò tutto a me che le ero andato incontro. Tutti e due, continuando a parlare, ci andammo a sedere sul sedile circolare situato intorno all’olmo. L’olmo e il sedile stanno ancora lì a tutt’oggi. C’era anche altra gente seduta e mia mamma ripetette la storia, e loro cercavano di confortarla.
Passò così diverso tempo. Da dove stavamo seduti non si poteva né vedere nè sentire quella che stava avvenendo nella chiesa. Padre Pio aveva incominciato a confessare e si vedevano le donne che uscivano, una alla volta, dopo aver fatto la penitenza.
All’improvviso mia mamma Gaetanina si alzò in piedi, e puntando il dito verso la chiesa, disse forte con aria di sfida, e in dialetto napoletano, lo stesso che parlava Padre Pio: “Se sei veramente il Padre Pio che dicono che sei, mandami il tuo frate laico perché io mi voglio confessare adesso!” La gente intorno rimase senza fiatare. Nessuno parlava. Gaetanina continuava a tenere gli occhi bassi e il volto imbronciato, come se non fosse stata lei a parlare.
Dopo neanche tre minuti si vide uscire sulla soglia della chiesa un frate, ma non era quello delle prenotazioni. Teneva qualcosa in mano ma non era il libro con i nomi. Si rivolse alla gente che era in piazza guardandosi intorno e disse: “Signora Caccioppoli! Chi è la signora Caccioppoli? Padre Pio vi sta aspettando! Padre Pio dice che è il vostro turno per confessarsi!”
Gaetanina sentì chiamarsi e si guardò intorno e il suo volto era terrorizzato. Io le stavo seduto vicino e le mise la mano sotto il braccio e la aiutai ad alzarsi. Allo stesso momento feci segno al frate che quella era la signora Caccioppoli.
Gaetanina dovette essere quasi trascinata, passo dopo passo, perché si sentiva come le gambe fossero di piombo, come spiegò più tardi. Teneva sempre lo sguardo giù, come se si sentisse colpevole di qualche cosa.
Il frate la aspettò pazientemente e sulla soglia della chiesa non fece entrare il figlio, e prese mia mamma sotto il braccio per portarla al confessionale di Padre Pio. Quando Gaetanina Caccioppoli uscì dalla chiesa dopo la confessione sembrava un’altra persona. Era calma, sorridente, gioiosa, e camminava senza sforzo.
Il fatto avvenne nell’estate del 1965. Nel corso degli anni Gaetana Caccioppoli ripeté tante volte il racconto di quella confessione, dicendo con fierezza: “Padre Pio mi ha ubbidito!” 9
Giuseppe Caccioppoli
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