Alla luce delle Rivelazioni a Maria Valtorta
“Non desiderare la roba d’altri”.
10.3 Discorso conclusivo di Gesù all’acqua speciosa. La purificazione dell’uomo.
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‘E suscitarono il fuoco con la pietra e l’esca’.
Pietra è la ferma volontà di essere di Dio. Esca è il desiderio di annullare con tutto il restante della vita anche il ricordo del vostro peccato dal cuore di Dio. Ecco allora che si suscita il fuoco: l’amore. Perché il figlio che cerca di riconfortare l’offeso genitore con tutta una vita onorata, che fa se non amare il padre, volendolo lieto del figlio suo, già lacrima e ora gioia? Ora, giunti a questo, potete offrire i sacrifici, ardere gli incensi, porre i lumi e i pani. Non saranno invisi a Dio i sacrifici, e grate saranno le preghiere, veramente illuminato l’altare, ricco del cibo della vostra offerta giornaliera. Potrete pregare dicendo: ‘Siici protettore’, perché Egli amico vi sarà.
Ma la Sua misericordia non ha atteso che voi chiamaste pietà. Ha precorso il vostro desiderio. E vi ha mandato la Misericordia a dirvi: ‘Sperate. Io ve lo dico: Dio vi perdona. Venite al Signore’. Un altare è già fra voi: il nuovo altare. Da esso sgorgano fiumi di luce e di perdono. Come un olio si spandono, medicano, rinforzano. Credete nella Parola che da esso viene. Piangete con Me sui vostri peccati. Come il levita che guida il coro, Io dirigo le vostre voci a Dio, e non sarà respinto il vostro gemito se è unito alla mia voce. Con voi mi annichilo, Fratello agli uomini nella carne, Figlio al Padre nello spirito, e dico per voi, con voi.”
‘Da questo profondo abisso, 192 dove Io-Umanità sono caduto, grido a Te, Signore.
Ascolta la voce di chi si guarda e sospira, e non chiudere il tuo udito alle mie parole. Orrore è il vedermi, o Dio. Orrore io sono anche agli occhi miei! E che sarò agli occhi tuoi? Non guardare alle mie colpe, o Signore, perché altrimenti io non potrò resistere innanzi a Te, ma usa su me la tua misericordia. Tu l’hai detto: ‘Io Misericordia sono’. Ed io credo alla tua parola. L’anima mia, ferita ed abbattuta, confida in Te, nella tua promessa, e dall’alba a notte, dalla giovinezza alla vecchiaia io spererò in Te’.
Colpevole di omicidio e di adulterio, riprovato da Dio, ben ottiene Davide perdono, dopo aver gridato al Signore:
‘Abbi pietà non per mio rispetto ma per onore della tua misericordia, che è infinita. E per essa cancella il mio peccato. Non vi è acqua che possa lavare il mio cuore se non è presa nelle acque profonde della tua santa bontà. Con essa lavami della iniquità mia e purificami dalla mia sozzura.
Non nego d’aver peccato. Ma anzi io con fesso il mio delitto e come un testimonio accusatore la colpa mi è sempre davanti.
Ho offeso l’uomo nel prossimo e in me stesso, ma di avere peccato contro Te particolarmente mi dolgo. E questo ti dica che riconosco che Tu sei giusto nelle tue parole e temo il tuo giudizio che trionfa su ogni potenza umana.
Ma considera, o Eterno, che in colpa sono nato e che peccatrice fu chi mi ha concepito, e che pure Tu tanto mi hai amato da giungere a svelarmi la tua sapienza ed a darmela per maestra nel comprendere i misteri delle tue sublimi verità. E se tanto hai fatto, devo temere di Te? No. Non temo.
Aspergimi coll’amaro del dolore e sarò purificato. Lavami col pianto e diverrò come neve alpina.
Fammi sentire la tua voce ed esulterà il tuo servo umiliato, perché la tua voce è gioia e letizia anche se rampogna.
Volgi il tuo volto ai miei peccati. Il tuo sguardo cancellerà le mie iniquità.
Il cuore che Tu mi hai dato mi fu profanato da Satana e dalla mia debole umanità. Creami un nuovo cuore che sia puro, e distruggi ciò che è corruzione nelle viscere del tuo servo, perché regni solo in lui uno spirito retto.
Ma non mi scacciare dalla tua presenza e non mi levare l’amicizia tua, perché solo la salute che da Te viene è gioia per l’anima mia, e il tuo spirito sovrano è conforto dell’umiliato.
Fa’ che io divenga colui che va fra gli uomini dicendo: ‘Osservate quanto è buono il Signore. Andate sulle sue vie e sarete benedetti come io lo sono, io aborto dell’uomo e che ora torno figlio di Dio per la grazia che rinasce in me’. E a Te si convertiranno gli empi.
Il sangue e la carne ribollono e urlano in me. Liberami da essi, o Signore, salvezza dell’anima mia, ed io canterò le tue lodi.
Non sapevo. Ma ora ho compreso. Non un sacrifizio d’arieti Tu vuoi, ma l’olocausto d’un cuore contrito. Un cuore contrito e umiliato ti è più gradito di arieti e montoni, perché Tu per Te ci hai creati, e vuoi che noi di ciò ci ricordiamo e ti rendiamo ciò che è tuo.
Sii a me benigno per la tua grande bontà e riedifica la mia e tua Gerusalemme: quella di uno spirito purificato e perdonato sul quale possa venire offerto il sacrificio, l’oblazione e l’olocausto per il peccato, per il grazie e per la lode.
Ed ogni mio nuovo giorno sia un’ostia di santità consumata sul tuo altare per salire coll’odore del mio amore sino a Te. 193 ”
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a cura del Team Neval
Riflessioni di Giovanna Busolini
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