6 giugno 1946, Nell'ottava dell'Ascensione.
Nostro Signore ha subìto la sua agonia sul Monte degli Ulivi, al "torchio dell'olio", da cui la carità del Cristo e il suo Sangue redentore dovevano colare sul mondo. Senza dubbio Gesù non aveva scelto quel luogo senza valide ragioni. É là che ha portato i suoi amici per un'ultima notte passata in loro compagnia. É là che l'Angelo è venuto a consolarlo. É là che i Suoi nemici sono venuti ad arrestarlo. Adesso che è risorto e sta per salire al cielo, è ancora il Monte degli Ulivi che Egli sceglie per l'ultimo colloquio coi suoi apostoli e discepoli. Il luogo che è stato testimone del Suo abbassamento, sarà testimone della sua elevazione. Questo luogo è a Oriente, dove sorge il sole, e vedrà sollevarsi in cielo il Sole di Giustizia. L'astro della notte, che pure viene da oriente, aveva gettato i suoi pallidi riflessi sulla notte mortale del Getsemani. L'astro del giorno contemplerà ora Colui che è elevato al di sopra dei Cieli, che dà la luce agli astri, che è la Luce del mondo. Come un Angelo era venuto ad assistere il Figlio di Dio nel giovedì Santo, il giorno della sua Gloria vengono ancora degli Angeli per testimoniare in suo favore.
Purtroppo, così come Gesù aveva potuto rimproverare ai suoi apostoli la mancata vigilanza nella notte dell'agonia, può ancora, in quest'ultimo giorno di vita terrestre, far loro un grave rilievo, quello di mancare di fede. Ahimè, molti di coloro che devono istruire le folle in suo Nome non credono abbastanza al soprannaturale; tutto quello che sà di miracoloso li supera e lo lasciano nell'ombra. Così si spiegano i troppi insuccessi nell'apostolato. Quando i sacerdoti credono ai miracoli, li fanno essi stessi, insieme a conversioni. Lo testimonia il Curato d'Ars.
É dal Monte degli Ulivi che Gesù annuncia ai Suoi discepoli la prossima venuta dello Spirito Santo. É da là che li invia nel mondo. Questo monte è quello della sorgente delle grazie. É il punto di partenza della strada divina, è la base della scala di Giacobbe. Ed è senza dubbio per questo che Gesù non ha ritenuto opportuno rendere i suoi nemici testimoni della sua vittoria: essi non devono conoscere la via del cielo, essi che, per il loro volontario accecamento, si sono condannati all'inferno. Essi hanno visto la morte misteriosa di Gesù, hanno conosciuto la sua Risurrezione e quella dei giusti e tuttavia, lungi dal confessare il loro errore, la loro colpa, la loro disfatta, hanno fatto di tutto per impedire alla testimonianza di illuminare: sono inconvertibili, il loro padre è Satana. Tuttavia vedranno la gloria di Gesù; non di quando è salito al cielo, ma quando ne discenderà per giudicarli e condannarli. Allora, come Gesù ha loro annunziato, "vedranno il Figlio dell'Uomo alla destra di Dio Padre"; saranno schiacciati dalla sua Maestà, essi che non hanno voluto essere circondati dal suo Amore. Sarà la terza grande visita di Gesù al Monte degli Ulivi. Allora miriadi di Angeli saliranno e scenderanno col Salvatore. Saliranno con gli eletti, scenderanno per scacciare i rèprobi.
Signore, facci la grazia, per quanto indegni, di essere tra quelli a cui dirai: "Venite, benedetti del Padre Mio, siete stati con me nell'agonia, venite a prender parte alla mia Gloria eterna!" Così sia.
meditazioni, ritrovate tra i suoi scritti Fernand Crombette
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