La vista di un'anima che piomba nell'Inferno è per sè sola un incomparabile supplizio. La beata Margherita Maria, leggesi nella sua vita, si vide comparire una consorella poco anzi defunta a domandarle suffragi, perché pativa crudelmente in Purgatorio: Vedete, le dicea, il letto dove sono coricata e patisco intollerabili mali, Ed, io lo vidi, scrive la Beata, questo letto che mi fa tuttavia fremere, irto di acute punte infuocate, entranti nelle vive carni di quella poverina, la quale dicea, ciò avvenire per colpa della sua pigrizia e negligenza nell'osservanza della regola, ed aggiungeva: Mi straziano il cuore con pettini di ferro roventi, per li pensieri di biasimo c disapprovazione nudriti contro le mie superiore; la mia lingua è rosa da vermini a castigo delle mie parole contro la carità; e per le mie mancanze al silenzio mi porto la bocca tutta ulcerata. Ma tutto questo è poca cosa verso un'altra pena da Dio fattami soffrire, la quale, benché non durasse molto, pure la fu il più doloroso di tutti li miei patimenti! Avendo la Beata mostrato desiderio di conoscerla, l'altra ripigliò: Dio mi ha dato a vedere una mia stretta parente, morta in peccato mortale, condannata dal divin Giudice, precipitata nell'Inferno; tal vista mi cagionò uno spavento, un orrore, un travaglio, che niuna lingua potrà spiegare giammai!
del R. P. SCHOUPPES S.J.
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