lunedì 6 novembre 2023

VI PRESENTO L'AMORE

 


FRATELLANZA CON TUTTI I POPOLI CON TUTTE LE  RAZZE E CON TUTTI I COLORI DELLA PELLE


Ogni forma di odio contro ogni persona sta alla base di una deficiente religione. Odiare un compagno di umanità è un impedimento all'amicizia con Dio, perché  l'amore di Dio e l'amore del prossimo sono inseparabili. Ecco le parole di Cristo  esposte in forma di una parabola sbozzata, relativa all'uso ebraico di offrire al tempio  di Gerusalemme una colomba, un agnello, una primizia ecc. : « Se tu stai per offrire  un dono all'altare di Dio e ti viene in mente che il tuo fratello ha qualche cosa contro  di te, lascia là la tua offerta davanti all'altare e va' prima a ottenere la riconciliazione  col tuo fratello. Ritornando poi offri il tuo dono » (S. Matteo, 5, 23-24). Bisogna  notare che l'offerente non ha odio contro il fratello; ma il fratello ha odio contro di  lui, per cui è più facile che l'offeso faccia il primo passo, affinché l'offensore faccia il  secondo. Il Redentore nel suo insegnamento ha cancellato ogni differenza di razza, di  sangue e di colore. Quando sua madre o i suoi parenti da Nazaret andarono per  cercarlo a Cafarnao nella casa di Pietro e gli fu annunziato che stavano fuori ad  aspettarlo, disse: «Ecco mia madre ed ecco i miei parenti. Chiunque, infatti, farà la  volontà del Padre mio che è in cielo, è mio fratello, mia sorella e mia madre» (S.  Matteo, 12, 49-50). Dopo queste parole, le relazioni fra gli uomini debbono essere  fondate sulla volontà di Dio che è padre di tutti e ama tutti.

Noi, infatti, non potremo mai considerare gli uomini come nostri fratelli, finché  non riconosciamo Dio come nostro padre. Il senso umano sta morendo, perché ha  staccato il proprio sentimento d'umanità dalle sue radici, che sono in Dio.

Il vero Cristiano vede l'incarnazione del Redentore prolungata in ogni bisogno  umano, secondo le parole già citate : « Io ero ammalato, ero in carcere ecc. e mi  avete aiutato ». Considerate ogni essere umano, chiunque esso sia, comunista,  maomettano, negro, buddista, giapponese, ecc. come una persona per la quale Cristo  è morto, anche se quella persona non lo sa.

Un giorno i nemici del Redentore andarono a lui e gli chiesero: «Maestro, noi  sappiamo che tu parli e insegni rettamente; non guardi in faccia a persona ma insegni  la dottrina di Dio in tutta verità»; (S. Luca, 20, 21). Da queste parole risulta che  anche i suoi nemici riconoscevano il fondamentale principio del suo insegnamento:  ogni persona nel mondo ha un valore sovrano. Carlo Marx diceva che ogni individuo  non ha valore finché non appartiene alla classe rivoluzionaria. Il Redentore, invece disse che ogni uomo ha valore, indipendentemente dalla classe cui appartiene, perché  insegnò una preghiera, che, di proposito non contiene nessun dogma e che quindi può  essere ripetuta da chiunque ammetta Dio creatore e se stesso creatura: «Voi dunque  pregherete così: «Padre nostro che sei nei cieli» (S. Matteo, 6, Sì)

Il suo grande apostolo Paolo, nell'Areopago di Atene, sacro a Marte, dio della  guerra, disse ai Greci che si credevano superiori agli altri popoli: «Dio ha creato il  mondo e tutte le cose che sono in esso... Da un uomo solo ha fatto tutti gli uomini,  affinché abitassero sulla faccia della terra, secondo i tempi e secondo ì luoghi ». (Atti  apostolici, 17, 24-26).

Anche da un. punto di vista scientifico, è provato che i quattro tipi di sangue,  quando sono mescolati, non generano uomini differenti sostanzialmente gli uni dagli  altri.

Cinque criteri per l'unificazione degli uomini secondo il Cristianesimo.

Abolizione di ogni distinzione razziale, secondo la forte parola di S. Paolo : « non  c'è più né pagano né abreo».

Abolita ogni distinzione fisiologica: secondo lo stesso Apostolo: «Non ci sono più  i circoncisi e gli incirconcisi».

Abolita ogni distinzione culturale: « né uomo barbaro, né uomo scita (poco colto)».

Abolita ogni distinzione sociale: «Né schiavo nè libero ».

Affermata una sola unificazione: «Cristo è tutto in tutti». (Ai Colossesi, 3, 11).

I casi della vita, come posizione politica, ricchezza, fortuna, ecc., per i veri  Cristiani non sono occasioni per insuperbirsi; ma sono opportunità per servire. Così  scrive S. Paolo, dapprima superbo ebreo : « quando Dio volle rivelare in me il suo  Figlio, affinchè io lo predicassi tra i pagani, senza frapporre indugio, accettai la  missione senza tener conto della mia razza, basata sulla carne e sul sangue». (Ai  Galati, 1, 16).

Il primo « chèque » della storia.

Quando uno schiavo, Onesimo, che era fuggito dal padrone Filemone dopo aver  commesso un furto, finì in prigione a Roma e incontrò S. Paolo da cui fu convertito,  il grande Apostolo lo rimandò al padrone con questo capolavoro di lettera: «O  fratello, ti prego per un mio figliolo che generai alla fede, mentre sono in catene.  Questi è Onesimo, il quale fu di danno a te ma ora è diventato un aiuto preziosissimo  per te e per me. Te lo rimando, dunque, come se ti rimandassi il mio cuore e tu  ricevilo, come se ricevessi il mio cuore... Egli si allontanò da te per un breve tempo,  affinché tu lo riacquistassi per l'eternità e non già come si riacquista uno schiavo, ma  come si riabbraccia un fratello che è carissimo a me e tanto più deve essere caro a te,  nella carne e nel Signore. Pertanto, se tu mi consideri come unito a te nella Fede,  accogli Onesimo come accoglieresti me stesso. Se poi egli ti offese o è debitore  verso di te in qualche cosa, metti tutto a mio conto. (A questo punto S. Paolo prese lo  stilo dall'amanuense e, con un fine sorriso, scrisse) : io, Paolo, scrissi di mio pugno: pagherò. (Poi ridando lo stilo continuò a dettare) : ma che pagherò! Dovrei dirti  invece che tu sei debitore a me e non debitore di danaro, ma di te stesso, (come  cristiano da me convertito). 0 fratello, fa' in modo che da te io colga questo  soavissimo frutto del Signore: consola le mie viscere in Cristo(Onesimo) (A  Filemone, 10-20).

Ecco perché quel grande anticristiano che fu Federico Nietzke, osò scrivere  queste parole blasfeme : « Il Cristianesimo ha condotto una guerra mortale contro la  distanza tra uomo e uomo. Di qui tutte le rivoluzioni contro i privilegi delle classi. Il  Cristianesimo è la rivolta di tutti coloro che vogliono mantenere la divisione fra  uomo e uomo ». Queste parole sono blasfeme, perché l'uguaglianza fra uomo e  uomo i veri cristiani non la vogliono ottenere con la rivoluzione armata, ma con la  carità operante in nome dell'amore.

La ragione fondamentale che dimostra falso il comunismo sta nel suo insistere sui  privilegi delle classi, come il razzismo insiste sui privilegi della razza e il fascismo  insiste sui privilegi della nazione. Ecco perché questi movimenti sono tutti  anticristiani. Pensate quale rivoluzione opererebbe il cristianesimo se riuscisse a  convincere i sessanta milioni di intoccabili nell'India a considerarsi figli di Dio ed  eredi del Paradiso.

FULTON J. SHEEN


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