Per domare la lussuria, basta contemplare le ricompense promesse dalla castità.
"Il premio che l'opera conquista si ottiene guardando costantemente alle ricompense promesse alla castità. Ispirata dalla loro bellezza, calpesterai con il piede che la fede libera tutto ciò che ti viene presentato dall'astuzia di un perfido tentatore. Se desiderate la beatitudine che non può essere raggiunta senza passare da uno stato all'altro, vi appariranno le sofferenze dei passaggi che dovrete affrontare. E un minatore che è stato assunto allevia la noia del lavoro aspettando allegramente la ricompensa (0186C) che gli spetta per il suo sforzo. (0186C) Osservate, dunque, cosa dice il profeta a proposito di coloro che militano per la castità: "Ecco cosa dice il Signore agli eunuchi che osservano i miei sabati e scelgono di fare ciò che mi è gradito, saldamente attaccati alla mia alleanza. Darò loro un monumento nella mia casa e tra le mie mura e un nome migliore di quello dei figli e delle figlie". (Isaia 56:3-5) Gli eunuchi, ovviamente, sono coloro che reprimono gli impulsi insolenti della carne e che tengono lontano da loro ciò che deriva da azioni perverse. Molti di coloro che si dedicano ai piaceri infami della carne desiderano lasciare un ricordo del loro nome ai posteri nei loro figli. E lo desiderano con tutto il cuore. Infatti, non sentiranno di essere usciti per sempre da questo mondo con la morte, se potranno lasciare in eredità ai loro discendenti l'epitaffio del loro nome e il seme di una discendenza che durerà nel tempo. (0186D)
Ma gli scapoli raggiungono questo obiettivo con maggior gloria e felicità dei padri di molti figli, che lo perseguono con tanto ardore e accanimento, perché il ricordo degli eunuchi vive con colui che, grazie alla sua condizione eterna, non è intaccato nella perpetuità del suo essere da alcuna durata temporale. Al nome di eunuco la parola divina promette cose più belle che ai figli e alle figlie. Per la memoria del nome, che una lunga discendenza potrebbe conservare per un breve periodo di tempo, sono loro che meritano di perpetuarla, senza che vi sia mai motivo di dimenticarla. "La memoria dei giusti sarà eterna". (Sal. 121 (rif. non trovato) E nella sua Apocalisse, Giovanni dice: "Cammineranno con me vestiti di bianco, perché ne sono degni. E non cancellerò il loro nome dal libro della vita". (Ap. 111) Lì dice anche: (0187A) "Questi sono quelli che non si sono contaminati con le donne, perché sono vergini. Questi sono quelli che seguono l'Agnello ovunque egli vada". (Ap. X1V) E il canto che essi intonano nessuno può cantarlo se non i centoquaranta (175) quattromila. È un canto molto singolare quello che le vergini intonano all'Agnello, perché con l'Agnello, perennemente, prima di tutti gli altri fedeli, esultano per l'incorruttibilità della carne. Ciò che gli altri giusti non possono dire, essi hanno meritato di sentirlo, poiché partecipano alla stessa beatitudine. Infatti, sebbene la loro carità li faccia contemplare con gioia la gloria delle vergini, tuttavia non godranno della loro ricompensa. Per questo dobbiamo pesare e misurare nella nostra mente, con estrema attenzione, la dignità e l'eccellenza di cui è dotata questa vetta della virtù, dove si trova la felicità suprema e ultima. Ad alcuni è dato di scalare la vetta (0187B), che è un loro privilegio; ad altri, di rispettare nella patria della perfetta felicità i diritti che l'equità concede a tutti. Non dobbiamo stupirci, come attesta la Verità, che non tutti sulla terra comprendano queste parole (Matt. X1X), né tutti in futuro raggiungeranno la gloria di questa illustre ricompensa.
Medita queste riflessioni e molte altre dello stesso tipo, caro fratello, chiunque tu sia, nel segreto del tuo cuore. Sforzati con tutte le tue forze di mantenere la tua carne libera da ogni concupiscenza pestilenziale. E, secondo la dottrina apostolica, sappi conservare il tuo vaso in santità e onore. (1 Tess 1V) Se siete ancora in piedi, temete il precipizio. Se siete caduti, tendete con fiducia la mano al palo della penitenza, che è ovunque a vostra disposizione. E se, come Abramo, non siete riusciti ad allontanarvi da Sodoma, vi è concesso, come Lot, di emigrare quando il cataclisma è imminente. Il marinaio che non può entrare nel porto sano e salvo dovrà semplicemente evitare il naufragio lasciandosi trasportare dalla corrente. E se non si è riusciti a raggiungere la riva in modo sicuro, che piaccia a colui che, dopo il pericolo, si trova sulla riva sabbiosa, cantare con voce gioiosa l'inno del beato Giona: "Tutti i tuoi vortici e le tue onde mi hanno travolto. E io ho detto: "Sono abietto al tuo cospetto. Ma rivedrò il tuo tempio santo". (Gion. 11)
San Pier Damiani
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